A Milano la Galleria TheFlat torna a dedicare una mostra al compianto artista Cristiano De Gaetano
L’artista, scomparso nel 2013 a soli 37 anni, è protagonista della mostra Presenze Silenziose. Un racconto della sua opera rivoluzionaria e all’avanguardia che oggi più che mai merita una attenta valorizzazione

Aveva solo 37 anni, nel 2013, l’artista Cristiano De Gaetano, quando una lunga e implacabile malattia ne stroncava la vita ma non la creatività. È nato a Taranto, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bari. È stato artista nella pratica e nella vita, con uno scambio continuo con amici artisti che ancora oggi lo ricordano nella vita privata ma anche come maestro. Molto apprezzata all’estero, in Europa e negli Stati Uniti, la sua pittura, se così si può definire, è stata meno valorizzata in Italia.
Chi era Cristiano De Gaetano
Se avesse vissuto fino ad oggi probabilmente le cose avrebbero assunto una piega differente, ma negli anni in cui De Gaetano operava l’esasperazione concettuale di cui si imbeveva il sistema dell’arte del nostro paese non ha saputo capire fino in fondo il portato rivoluzionario della sua pratica, che catturava la vita con grande energia e senza timore di essere fermata, assorbendo tutte le superfici, tutti gli oggetti possibili, occupando spazio e peso specifici ben definiti. Dai materiali più poveri, come i pacchetti di sigarette che fumava con gli amici, a quelle nobili dell’arte, ai volti delle persone, in una traccia che era sublime ma anche popolare: tutto era annesso all’esperienza artistica vorace di De Gaetano. A dodici anni di distanza dalla sua scomparsa la galleria Massimo Carasi – The Flat, con la quale l’artista ha collaborato fin dagli esordi – torna a dedicargli una personale negli spazi di Porta Venezia a Milano.







La mostra a Milano di Cristiano De Gaetano
Intitolata Presenze Silenziose segue tre omaggi postumi, il primo la grande retrospettiva Speed of Life, curata da Christian Caliandro nel 2017 alla Fondazione Pino Pascali; sempre Caliandro nel 2020 proponeva all’Anchecinema di Bari la ricognizione Z/000 Generation 2000 – 2020, che costruiva intorno all’artista il racconto della generazione sua sodale. Infine, nel 2024, nell’ambito del Festival della Valle d’Itria, presso Palazzo Ducale a Martina Franca, l’esposizione Torno Subito a cura di Sara De Carlo. La galleria milanese mette in mostra alcune delle opere più importanti dell’artista, molte delle quali presentate anche in queste occasioni, da Collaps del 2008 a Ice Age, 2007, Nurse, 2005, Walk, 2010, Morgan Le fay III, 2008. Opere esposte anche nelle personali dedicate all’artista nel 2005 e nel 2007 negli spazi di Porta Romana che un tempo furono della galleria e che poi hanno proseguito il loro viaggio nel mondo e nella breve vita dell’artista, documentando la sua tecnica, la pittura a cerapongo, l’utilizzo scultoreo delle basi, i volti che si perdono nella trama del colore o che invece raggiungono la definizione di una fotografia in un album privato che a volte è reale e a volte virtuale. Frammenti di passato che si proiettano nel futuro.

De Gaetano nel ricordo di Marcello Fois
“Cristiano De Gaetano non era del tempo attuale”, scriveva di lui l’autore Marcello Fois, che ne aveva acquistato, lungimirante, un’opera, nel catalogo della mostra al Pascali Speed of Life. “Era, è, un artista, fuori da qualunque connotazione di artista. Era cioè uno che viveva la sua vocazione nello specifico, poteva permettersi di esercitare l’arte ai massimi livelli, aveva i numeri e la tecnica per farlo, ma non aveva nessuna intenzione di “fare” l’artista. Siamo circondati da un numero strepitoso di individui che dicono di “fare” gli artisti, e ignorano che nell’arte conta guardare avanti voltandosi indietro. Un esercizio paradossale che Cristiano De Gaetano sapeva fare magnificamente a partire da sé, dal suo specifico, direi dal suo album di famiglia. Il suo narcisismo consisteva nell’apparente noncuranza con cui esprimeva il suo talento, che era enorme, ma non gratuito”. Un artista fuori dal comune che merita di essere scoperto, raccontato e valorizzato. Anche a partire magari da un progetto più strutturato che ne conservi l’opera e la tramandi nel futuro.
Santa Nastro
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