Iurilli, Bosso e De Gaetano. Due mostre in Puglia

Fondazione Museo Pino Pascali, Polignano a Mare – fino all’11 giugno 2017. La sede museale pugliese ospita due rassegne intitolate a tre protagonisti della contemporaneità. Lo scultore Iginio Iurilli e il fotografo Francesco Bosso si confrontano nella doppia personale “A White Tale”, mentre “Speed of life”, il progetto espositivo dedicato a Cristiano De Gaetano, ripercorre la storia creativa dell’artista tarantino prematuramente scomparso.

La tensione verso l’àpeiron, l’infinito, l’indeterminato, archè di tutte le cose secondo la cosmogonia di Anassimandro. Un viaggio – attraverso i linguaggi della scultura e della fotografia – fra i territori astratti e nivei del Sublime, inteso come noumeno kantiano più che nell’accezione della sensucht romantica. Da queste premesse filosofiche inizia il “racconto bianco”, A White Tale, doppia personale dello scultore Iginio Iurilli (cui è intitolato anche il docufilm Iurilli-1192, di Alessandro Piva, proiettato il 22 aprile negli spazi della Fondazione Pino Pascali) e del fotografo Francesco Bosso, a cura di Antonio Frugis. Due artisti, dalla grande maestria tecnica, interpretano, in termini di pura astrazione, il concetto di bianchezza. Ai confini con le lande del nulla, con gli incontaminati deserti del silenzio, con la panica dimensione dell’Assoluto. Colpiscono direttamente la sfera emotiva dello spettatore, conducendolo in un’estatica percezione di purezza assoluta, le evanescenti Conche di Sale create – site specific – da Iurilli che, come ricorda Rosalba Branà, “lavora sul concetto di materia espansa”. Sculture di terracotta dalle forme sinuose ma essenziali, ricoperte da polvere di quarzo e di marmo, emergono lievi da un manto di sale marino, traccia dell’acqua marina evaporata. Raccontando il legame intrinseco dell’artista pugliese con il Mar Mediterraneo e i suoi elementi.

DALLA SCULTURA DI IURILLI ALLE IMMAGINI DI BOSSO

La maestosa Impronta di Giunone e la morbidezza dell’abbraccio rappresentato in Grembo, nella loro nivea plasticità, testimoniano la particolarità della poetica di Iurilli, che, attraverso la scultura bianca, ricalca la via spazialista tendente alla “smagnetizzazione dell’immagine e al suo azzeramento”, come spiega Antonio Frugis. E lo si evince anche dalle increspature sulle tele del Mar Bianco rattoppato e del Grande Mare Mosso Bianco, che richiamano gli Achrome di Manzoni. I paesaggi deserti e atemporali, catturati dall’obiettivo di Francesco Bosso, sono invece vere e proprie “visioni interiori”, come sottolinea il critico Walter Guadagnini. Partendo dall’eredità spirituale e tecnica di Edward Weston e Ansel Adams, Bosso fotografa, nella serie di opere White World, il candido e gelido bagliore di una natura impersonale che, mostrandosi come phenomenon, come la kantiana “cosa in sé”, si rivela. E lo fa attraverso la fotografia. Nella Project Room della Fondazione Pascali torna il progetto ShowCase, ideato per dare visibilità alle gallerie del territorio. Stavolta il Museo Nuova Era di Bari presenta Carlo Battisti. (c. p.)

Francesco Bosso, Diamond (Greenland), 2015. Courtesy l’artista. Photo © 2017 Marino Colucci-Sfera

Francesco Bosso, Diamond (Greenland), 2015. Courtesy l’artista. Photo © 2017 Marino Colucci-Sfera

IN RICORDO DI DE GAETANO

Rende invece omaggio a Cristiano De Gaetano (Taranto, 1975-2013) Speed of life, l’ampia antologica curata da Christian Caliandro. Riunendo in misura preponderante quella produzione che più aveva ricevuto consensi di mercato: ritratti e mezzibusti su sagome di legno il cui spiazzante realismo era assicurato da tasselli di cera pongo con accentuazioni timbriche a metà tra pennellate divisioniste e pixel. Una tecnica messa al servizio di soggetti tratti da memorie domestiche, da tipologie antropologiche Anni Settanta e poi estesa a suggestioni dalla storia dell’arte del passato, come i suoi omaggi ai mari glaciali di Friedrich che la plastilina trasformava in morbide catastrofi. Campionature della sua febbrile sperimentazione linguistica si rilevano nelle fotografie di coppie gemelle, proposte in disorientanti scale differenti, small e large, negli alterati ritratti su palloncini gonfiati o nelle ceramiche. Vale a dire sculture sfocate con echi alla Medardo Rosso, sommarie e drammatiche nelle punte di grottesco erotismo. (m. d. t.)

Cecilia Pavone e Marilena Di Tursi

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Cecilia Pavone

Cecilia Pavone

Cecilia Pavone, storica e critica d’arte, curatrice indipendente, giornalista professionista, è nata a Taranto ed è laureata in Filosofia all’Università degli Studi di Bari. La sua ricerca verte sulla fenomenologia artistica contemporanea e sulla filosofia dell’arte. Scrive su riviste specializzate…

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