La Biennale di San Paolo 2025 è ispirata ai fiumi e alle migrazioni degli uccelli. Ecco quali artisti partecipano
Dal 6 settembre all’11 gennaio 2026, la 36esima edizione della Biennale brasiliana coinvolgerà 125 artisti da tutto il mondo. Il tema proposto da Bonaventure Soh Bejeng Ndikung si concentra sull’umanità come relazione e invita a guardare al movimento continuo delle acque

È attesa per la seconda metà del 2025 – in scena dal 6 settembre all’11 gennaio 2026 – la 36esima edizione della Biennale di San Paolo, che in quanto a longevità è seconda solo alla Biennale di Venezia.
Fondata nel 1962, la biennale brasiliana – una delle pochissime a ingresso gratuito – ha accentuato da qualche anno a questa parte il suo ruolo “provocatorio” nel leggere la realtà contemporanea attraverso un approccio che sfida le etichette e i confini. Per questo il curatore dell’edizione 2025 sarà il camerunense, d’adozione berlinese, Bonaventure Soh Bejeng Ndikung (Yaoundé, 1977), scelto innanzitutto per la sua formazione interdisciplinare, che gli assicura un approccio non convenzionale alla curatela e allo studio delle arti, con particolare attenzione per le arti performative, sonore e installative.






![Mao Ishikawa Untitled [Red Flower - The Women of Okinawa Series], 1975-77 Courtesy of the artist](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/06/mao-ishikawa-untitled-red-flower-the-women-of-okinawa-series-1975-77-768x567.jpg)





Il tema della Biennale di San Paolo 2025. L’umanità come pratica e relazione
E se l’edizione del 2023 si è confermata un inno alle diversità – intitolata alle Coreografie dell’impossibile, sotto la curatela di quattro diverse personalità direttamente o indirettamente coinvolte nel mondo dell’arte – la Biennale alle porte esplorerà l’umanità come pratica e relazione. Sotto il titolo di Not All Travellers Walk Roads – Of Humanity as Practice(dalla poesia Da calma e do silêncio di Conceição Evaristo), infatti, l’esposizione si svilupperà intorno a tre assi: la decolonizzazione, la relazione tra individui e lo spazio condiviso. L’obiettivo è quello di aiutare a comprendere come si possa vivere insieme, in sintonia, per affrontare e superare le crisi globali: un impegno quanto mai stringente a fronte dei drammi sociali, ambientali ed economici che ci troviamo a fronteggiare. Con l’idea di concretizzare buone pratiche attraverso l’arte, il percorso guiderà i visitatori verso la rivendicazione di spazio e tempo e la riflessione attraverso l’altro, per poi condurli dentro l’ultima sezione, dedicata agli spazi di incontro sul modello degli estuari dei grandi fiumi, dove le acque si incontrano e si mescolano tra loro.
![Mao Ishikawa Untitled [Red Flower - The Women of Okinawa Series], 1975-77 Courtesy of the artist](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/06/mao-ishikawa-untitled-red-flower-the-women-of-okinawa-series-1975-77-1024x756.jpg)
Gli artisti della Biennale di San Paolo 2025. Il modello delle migrazioni degli uccelli e delle acque
Alla Biennale di San Paolo, riuniti nel Ciccillo Matarazzo Pavilion, parteciperanno 120 artisti. A loro si aggiungono altri 5 artisti che esporranno alla Casa do Povo, dove si terrà il programma Tributaries. A selezionarli, sotto la supervisione di Bonaventure Soh Bejeng Ndikung, hanno contribuito i co-curatori Alya Sebti, Anna Roberta Goetz, Thiago de Paula Souza e Keyna Eleison. Il lavoro si è ispirato alla migrazione degli uccelli: le loro traiettorie di volo, su rotte transcontinentali e transclimatiche, sono diventate metafora di un viaggio oltre i confini, abbracciato non solo per necessità ma come forma di trasformazione continua. Un viaggio che movimenta ricordi, esperienze, linguaggi e contribuisce a rimescolarli. Dunque la selezione degli artisti è partita dal superamento dei confini nazionali nel senso amministrativo del termine, per concentrarsi invece sulle pratiche artistiche di diverse regioni geografiche “attraversate da fiumi, montagne, deserti, mari”, intrise di storie di migrazione, resistenza, convivenza. E proprio alcuni importanti fiumi del mondo – il Wouri, il Tamigi, il Rio delle Amazzoni, l’Hudson, il Limpopo, l’Essequibo e la Baia di Matanzas – aiutano a orientarsi sulla mappatura degli artisti invitati, provenienti da ogni angolo del mondo. “Nonostante gli sforzi dell’umanità per controllare il flusso dell’acqua e la migrazione degli uccelli, tutte le acque sono collegate tra loro e gli uccelli continuano a migrare senza passaporti o visti. Gli esseri umani potrebbero essere migliori se imparassero dagli altri esseri viventi”, sottolinea Ndikung a riguardo.
Gli artisti della Biennale di San Paolo 2025. I nomi
La lista degli artisti include partecipanti che esplorano linguaggi diversi: la performance, il video, la pittura, il suono, l’installazione, la scultura, la scrittura, nonché esperimenti collettivi e musical. Molti partecipanti propongono anche ricerche basate su pratiche comunitarie, ecologie, tradizioni orali e cosmologie non occidentali.
Questi i nomi (per l’Italia c’è solo Michele Ciacciofera, nuorese, attivo tra Siracusa e Parigi): Adama Delphine Fawundu; Adjani Okpu-Egbe; Aislan Pankararu; Akinbode Akinbiyi; Alain Padeau; Alberto Pitta; Aline Baiana; Amina Agueznay; Ana Raylander Mártis dos Anjos; Andrew Roberts; Antonio Társis; Behjat Sadr; Berenice Olmedo; Bertina Lopes; Camille Turner; Carla Gueye; Cevdet Erek; Chaïbia Talal; Christopher Cozier; Cici Wu; Cynthia Hawkins; Edival Ramosa; Emeka Ogboh; Ernest Cole; Ernest Mancoba; Farid Belkahia; Firelei Báez; Forensic Architecture; Forugh Farrokhzad; Frank Bowling; Frankétienne; Gê Viana; Gervane de Paula; Gōzō Yoshimasu; Hajra Waheed; Hamedine Kane; Hamid Zénati; Hao Jingban; Heitor dos Prazeres; Helena Uambembe; Hessie (Carmen Lydia Đurić); Huguette Caland; I Gusti Ayu Kadek Murniasih (Murni); Imran Mir; Isa Genzken; Joar Nango con il collettivo Girjegumpi; Josèfa Ntjam; Juliana dos Santos; Julianknxx; Kader Attia; Kamala Ibrahim Ishag; Kenzi Shiokava; Korakrit Arunanondchai; Laila Hida; Laure Prouvost; Leiko Ikemura; Leila Alaoui; Leo Asemota; Leonel Vásquez; Lidia Lisbôa; Lynn Hershman Leeson; Madame Zo; Madiha Umar; Malika Agueznay; Manauara Clandestina; Mansour Ciss Kanakassy; Mao Ishikawa; Márcia Falcão; Maria Auxiliadora; María Magdalena Campos-Pons; Marlene Almeida; Maxwell Alexandre; Meriem Bennani; Metta Pracrutti; Michele Ciacciofera; Ming Smith; Minia Biabiany; Moffat Takadiwa; Mohamed Melehi; Moisés Patrício; Myriam Omar Awadi; Myrlande Constant; Nádia Taquary; Nari Ward; Nguyễn Trinh Thi; Noor Abed; Nzante Spee; Olivier Marboeuf; Olu Oguibe; Oscar Murillo; Otobong Nkanga; Pélagie Gbaguidi; Pol Taburet; Precious Okoyomon; Raukura Turei; Raven Chacon con Iggor Cavalera & Laima Leyton; Rebeca Carapiá; Richianny Ratovo; Ruth Ige; Sadikou Oukpedjo; Sallisa Rosa; Sara Sejin Chang (Sara van der Heide); Sérgio Soarez; Sertão Negro; Sharon Hayes; Shuvinai Ashoona; Simnikiwe Buhlungu; Song Dong; Suchitra Mattai; Tanka Fonta; Thania Petersen; Theo Eshetu; Théodore Diouf; Theresah Ankomah; Trương Công Tùng; Tuần Andrew Nguyễn; Vilanismo; Werewere Liking; Wolfgang Tillmans; Zózimo Bulbul.
I cinque protagonisti del programma Tributaries, curato da Benjamin Seroussi e Daniel Blanga Gubbay, sono invece: Alexandre Paulikevitch; Boxe Autônomo; Dorothée Munyaneza; Marcelo Evelin; MEXA.

La Biennale di San Paolo 2025. L’allestimento dello spazio
A firmare l’allestimento della mostra sono Gisele de Paula e Tiago Guimarães, che hanno preso ispirazione dall’immagine dell’estuario centrale nella proposta curatoriale. Lo spazio espositivo sarà quindi votato alla fluidità e inviterà all’incontro, ponendo l’accento sul valore del tempo e del vuota come forza. L’obiettivo è quello di condurre i visitatori attraverso un viaggio sensoriale, in un “paesaggio” in continua trasformazione. Il flusso, mutuato da quello dei fiumi, diventa così una forma di esistenza.
Livia Montagnoli
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