La ricerca di una memoria collettiva è al centro di una mostra a Cagliari

Partendo dal suo comune di residenza Carmelo Nicotra, in mostra alla Fondazione per l’Arte Bartoli-Felter, attinge da architettura e antropologia per prendere in esame realtà locali con forti aspetti identitari e recuperare una memoria collettiva

Panorama Quotidiano è il titolo della personale del siciliano Carmelo Nicotra (Agrigento, 1983) per la prima volta in mostra a Cagliari con un progetto volto al recupero di una memoria collettiva. Un percorso che, tra accostamenti insoliti e stranianti, con la curatela di Martina Carcangiu, che si snoda tra collages, sculture, un’installazione site specific e un video negli spazi della Fondazione per l’Arte Bartoli-Felter.

L’approccio antropologico di Carmelo Nicotra

Muovendo dall’osservazione del centro storico di Favara che nel corso degli anni ha subito abbattimenti e crolli di numerose abitazioni, Carmelo Nicotra, con un approccio di tipo antropologico, indaga il fenomeno dell’abusivismo e dell’incompiuto nell’agrigentino. Il deturpamento ambientale e l’assetto urbanistico totalmente modificato che apre spazi mai visti trasfigurando la sua città. E lo fa mediante un ampio progetto di recupero della memoria comunitaria avvalendosi di diversi media che vanno dalla scultura alla pittura, dall’installazione al collage. Accompagnati da un video che documenta gli spazi urbani svuotati dagli abbattimenti, in mostra sono esposti frammenti delle mura di abitazioni, prelevati con tutta la cromia pastello dell’epoca, corredati delle coordinate geografiche di provenienza, oltre ad una serie di collage che ne ricostruiscono i prospetti prima della loro demolizione.

Carmelo Nicotra e l’architettura spontanea di Rudofsky

Architettura, antropologia e urbanistica sono gli ambiti di esplorazione e ricerca di Nicotra che si orienta in un percorso tra grammatica concettuale e un personale linguaggio di invenzione, attingendo alla cosiddetta “architettura spontanea” teorizzata da Bernard Rudofsky secondo cui “l’architettura senza architetti è la testimonianza silenziosa di modi di vivere che hanno gran peso per chi li intenda a fondo, e ben poco invece per il progresso. Essa attinge le radici dell’esperienza umana e riveste perciò un interesse che va oltre quello tecnico ed estetico. Per giunta, si tratta di un’architettura senza dogmi”. Essa consiste in costruzioni di cemento armato con decorazioni kitsch ed elementi fuori scala inerenti a quella che è definita architettura brutalista ricostruita site specific in galleria attraverso un imponente collage digitale su carta blueback: una sorta di tempio con altissime colonne sormontate da capitelli indefinibili con tanto di pesante architrave e balconcino aggettante.

La scultura di Carmelo Nicotra tra minimalismo e barocco

“Dietro all’architettura e all’abusivismo ci sono le persone e il concetto estetico che esprimono, e spesso, pur nella mancanza di rispetto verso regole estetiche o legali, queste architetture spontanee creano delle forme interessanti. C’è un forte contrasto tra interno e esterno, tra cura dell’interno delle abitazioni, ostentando ricchezza, e abbandono di quanto sta fuori”, dichiara l’artista. Da queste osservazioni scaturiscono sculture come TavolinoMensola e Vetrinetta. Elementi geometrici color pastello gravano su ciò che resta di pezzi d’arredamento di recupero Anni Cinquanta che, tra minimalismo e una sorta di barocco, creano un effetto di straniamento per una riflessione sul controverso rapporto tra uomo e territorio. Sul contrasto tra gli spazi degradati e la bellezza del paesaggio e sull’evidente conflitto tra quella che è la cura degli interni e l’abbandono degli esterni. Tra forme classiche e volumi rigorosi.

Roberta Vanali

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Roberta Vanali

Roberta Vanali

Roberta Vanali è critica e curatrice d’arte contemporanea. Ha studiato Lettere Moderne con indirizzo Artistico all’Università di Cagliari. Per undici anni è stata Redattrice Capo per la rivista Exibart e dalla sua fondazione collabora con Artribune, per la quale cura…

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