A Palazzo Strozzi inaugura una nuova area espositiva. La prima mostra è di Giulia Cenci
Il nuovo Project Space, pensato come luogo di riflessione e produzione per il contemporaneo, apre con "the hollow men" progetto site specific dedicato alle contraddizioni e alla fragilità della condizione umana

Il Piano Nobile, il Cortile, la Strozzina, e ora, il Project Space. Si amplia l’offerta espositiva del leggendario Palazzo Strozzi, a Firenze, con un nuovo spazio pensato per la produzione artistica contemporanea, e in particolare quella di artiste e artisti giovani. L’idea è quella di avere una piattaforma dinamica, dove accogliere sperimentazioni (anche emergenti) oppure ospitare parte di progetti espositivi che rientrano nel programma delle grandi mostre al Piano Nobile.

Dov’è e come si arriva al Project Space di Palazzo Strozzi
La nuova area, a cui si accede dal cortile, è quella dove prima c’era la “bottega strozzi”, il negozio del museo dove trovare libri, cataloghi e gadget. Adesso il bookshop si sposta solo di sopra, lasciando libero lo spazio (composto da tre vani) dove saranno accolti nuovi progetti che abbiano un più diretto contatto con la contemporaneità e con il pubblico. Una qualità, questa, facilitata dall’ingresso libero e dagli orari estesi (tutti i giorni 10-20, giovedì fino alle 23).
“Con il nuovo Project Space apriamo a Palazzo Strozzi un nuovo spazio di riflessione e produzione per il contemporaneo” ha sottolineato il direttore della Fondazione Palazzo Strozzi Arturo Galansino, nonché curatore della prima mostra, aperta dal 29 maggio al 31 agosto. “Inaugurare questo spazio con un progetto di Giulia Cenci significa affermare l’urgenza di una pratica che unisce profondità concettuale e potenza visiva, in cui la materia artistica diventa espressione della condizione contemporanea“.










La prima mostra del Project Space di Palazzo Strozzi
A inaugurare lo spazio è quindi Giulia Cenci (Cortona, 1988), artista che ha esposto all’ultima Biennale Arte di Venezia, al MAXXI, al Pecci e allo stesso Palazzo Strozzi (in Reaching for the Stars). In linea con la sua produzione artistica – che la vede lavorare con elementi quotidiani e industriali mescolando scarti, resti e materiali di recupero in figure ibride -, Cenci porta qui il progetto site specific the hollow men, una visione popolata da figure e strutture che sembrano sospese nel tempo. La riflessione gemma dalla poesia omonima del 1925 di T. S. Eliot dedicata agli “hollow men”, uomini vuoti e inerti distrutti dal dramma della Prima Guerra Mondiale: nell’interpretazione dell’artista toscana questi individui si fanno metafora delle più ampie contraddizioni e della fragilità della condizione umana.
“Nel mio processo creativo parto spesso dalla poesia, specialmente quando cerco un riferimento che mi guidi nella narrazione, nel titolo e nella parte scritta del mio lavoro“, ha commentato l’artista. “‘The Hollow Men’ di T. S. Eliot parla di una comunità traumatizzata dopo la guerra, incapace di credere ai valori che l’avevano caratterizzata, in un’assenza di moto, di pensiero, di vita. Le mie sculture parlano di ibridazione e transitorietà nel mondo contemporaneo. Si confrontano con un’architettura solida, storica, apparentemente immutabile come quella di Palazzo Strozzi. È in questo attrito che si è generato qualcosa di vivo: un dialogo tra tempo, materia e percezione“.

Le opere di Giulia Cenci nel Project Space di Palazzo Strozzi
Nella pratica, la mostra ospiterà nella sala principale un’alta scultura costituita da una vite idraulica di Archimede, antico dispositivo usato per sollevare acqua o ghiaia sfruttando l’energia cinetica. Tutte intorno, delle figure in alluminio (numerose, ma ciascuna isolata) mescolano elementi anatomici umani, animali e vegetali. Nella sala adiacente, una figura a tre teste appare come seduta in sospensione; nell’ultima stanza una scultura dall’aspetto ultraterreno occupa una delle nicchie nel muro, mentre il grosso dello spazio è occupato da un tavolo metallico, su cui sono disposti una serie di disegni che restituiscono la dimensione più intima della ricerca di Cenci. Sul muro, la poesia di Eliot guida i visitatori.
Giulia Giaume
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