Arte come condivisione. A Roma la mostra dedicata a Gianni Baretta
Il piacere della pittura emerge dalle delicate opere dell’artista alessandrino a Blocco 13; passione cresciuta negli anni grazie anche alla pratica della condivisione che lo ha portato, dal 1987, a trasformare il suo studio in spazio espositivo

25 preziose piccole opere più una. Così la mostra Gianni Baretta e il Triangolo Nero. Quadrati di ordinaria malia, a cura di Carlo Alberto Bucci, negli spazi dell’associazione culturale Blocco 13, presenta l’opera dell’artista alessandrino, anche direttore del citato spazio espositivo, inserendosi nel ciclo di mostre dedicate a quegli artisti che, come scritto dal curatore: “fanno della condivisione degli spazi un tratto distintivo del loro essere nel mondo dell’arte, dedicando una porzione del loro studio ad accogliere mostre, eventi, performance di altri autori”.
Il “Quadrato di ordinaria malia” di Gianni Baretta a Blocco 13
Gianni Baretta (Alessandria, 1951) propone un corpus di 26 lavori a tempera di piccolo formato; preziose variazioni sul tema di un’astrazione liricamente intesa che, realizzate tra il 2005 e il 2006, sono caratterizzate da una grandissima libertà espressiva nel segno e nell’esplorazione del colore.
Per valorizzare i lavori nell’ambiente contenuto, lasciando isolata l’opera usata per l’invito, che si distingue dalle altre per il ricordare un collage, curatore e artista hanno allestito insieme le 25 tempere, dando vita a un grande quadrato magico: il Quadrato di ordinaria malia, che catalizza l’attenzione, accendendo lo spazio espositivo di cromie vibranti e dinamiche. Le opere così si rafforzano a vicenda, creando una sinfonia di incastri sonori tra segno e colore.
La pittura fluida di Gianni Baretta
La pittura di Baretta è una pittura fluida, acquosa, in cui il tocco del pennello sul foglio si fa carezza che, nonostante le sovrapposizioni, rimane sempre leggera, priva grumi o spessori. L’artista, padroneggiando perfettamente l’uso della tempera, procede infatti per velature successive che, interagendo tra loro, creano vibrazioni e commistioni tra i pigmenti. Felicemente Baretta gioca anche con le forme, costruendo tessiture, composizioni fantastiche, che rivelano, oltre alla sua ammirazione per Paul Klee, imprescindibile “maestro di gioventù”, evocato anche nell’installazione, tutto il suo genuino plaisir de peindre, piacere della pittura.








A Roma con Gianni Baretta anche quattro autori importanti per la sua formazione
In relazione alla sua rilevante pluridecennale attività come direttore dello spazio Triangolo nero di Alessandria, la mostra ospita anche le opere di quattro autori e amici, importanti per la sua formazione artistica: Vasco Bendini (Bologna, 1922 – Roma, 2015), Enrico della Torre (Pizzighettone, Cremona 1931-2022), Vincenzo Satta (Nuoro, 1973) e Carlo Lorenzetti (Roma, 1934). Artisti con cui Baretta ha condiviso la passione per il disegno e la pittura.

Gli ultimi esiti della pratica artistica di Gianni Baretta
Oggi, Gianni Baretta, pur continuando a coltivare il disegno e la pittura, ha esteso la sua pratica anche verso un’altra direzione: la ricerca della tridimensionalità. Con esiti interessanti, come si può vedere nella mostra attualmente in corso allo Hyunnart Studio di Viale Manzoni a Roma, in cui sono esposte tre opere; una del 1978 che ironicamente Baretta definisce di archeologia artistica, realizzata in pasta di carta; e altre due, di recente fattura, denominate Piccole stanze, cassette di legno che evocano la scenografia.
Ludovica Palmieri
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