Cos’è quella lama di luce che parte da un borgo medievale? La land art di Ultravioletto in Maremma
Un fascio di luce unisce il borgo toscano di Campiglia Marittima alla montagna, raccogliendo e propagando i suoni del territorio. Un abbraccio simbolico che rappresenta la connessione tra l'uomo e la natura
In provincia di Livorno, in Val di Cornia, si trova il borgo medievale di Campiglia Marittima, contraddistinto dall’Antica Rocca e da affacci panoramici sulla Maremma sottostante.
Un paesaggio variegato dove macchia mediterranea, pianura coltivata, colline e montagne orientano la vita di comunità. Un rapporto che si concretizza, per esempio, nell’attività di estrazione alla Cava di calcare di Monte Calvi che, insieme alla Rocca medievale, è protagonista dell’opera di Land Art ECO, realizzata dallo studio di design romano Ultravioletto.
La Land Art di Ultravioletto a Campiglia Marittima
Coerentemente con la ricerca portata avanti dai designer, che esplorano e approfondiscono la relazione tra uomo e tecnologia attraverso la creazione di esperienze estetiche non convenzionali, l’intervento fonde la luce con i suoni naturali, mixandoli con quelli industriali dell’estrazione nella cava, creando un percorso immateriale che unisce la montagna alle antiche mura medievali.
Così, dai picchi che sovrastano la Cava, un fascio laser di 3 km raggiunge la sommità della Rocca Antica di Campiglia Marittima, dando forma a una monumentale sfera luminosa che a seconda del colore – e della sua intensità – propaga le sonorità mixate. Un’epifania celeste in cui i suoni dalla Cava e quelli dei boschi convergono – e riecheggiano – in un abbraccio che unisce l’uomo e la natura, visibile dal 16 dicembre 2023 al 7 gennaio 2024.
L’installazione Eco nelle parole di Ultravioletto
“Di solito il laser viene immaginato come un’energia che taglia, divide. Un fascio compresso di luce che riesce a separare la materia. In questa installazione, abbiamo pensato, invece, alla luce come a un elemento che mette in connessione, che unisce”, spiegano i designer di Ultravioletto ad Artribune. “La luce come vettore d’informazione. Il laser raccoglie gli elementi di un luogo, scansiona un ambiente fisico e sonoro per trasportarlo nel cuore di Campiglia. La semplicità dell’installazione attira l’attenzione sullo spazio che occupa, spingendo gli spettatori a riflettere sullo spazio che intercorre tra le due vette, non solo in termini di distanze. Mentre gli spettatori interagiscono con il filo luminoso, diventano consapevoli dell’interconnessione tra spazio, natura e coscienza. Sono convinto che l’arte ci faccia riflettere su come vediamo il mondo, questo ha il potenziale di cambiare il punto di vista rispetto a come noi percepiamo l’ambiente”.
Valentina Muzi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati