“Quell’opera è pedopornografica”. E la danneggiano. Ma Macron (giustamente) difende l’artista

Il dipinto accusato di veicolare contenuti pedopornografici, è in realtà una denuncia contro i crimini e gli stupri di guerra. “Attaccare un’opera è attaccare i nostri valori”, ha spiegato Macron

Non è arrivato come un fulmine a ciel sereno l’atto di vandalismo perpetrato domenica scorsa 7 maggio 2023 da un uomo ai danni di un’opera di Miriam Cahn esposta al Palais de Tokyo, a Parigi. Non il gesto di un attivista come quelli che sempre più spesso ci troviamo a commentare, ma l’azione di un singolo, munito di vernice spray viola per imbrattare la tela, indignato per ciò che il dipinto in questione – Fuck Abstraction! – sembra rappresentare.

Miriam Cahn, Ma pensée sérielle, exhibition view at Palais de Tokyo, Parigi, 2023. Photo: Aurélien Mole

Miriam Cahn, Ma pensée sérielle, exhibition view at Palais de Tokyo, Parigi, 2023. Photo: Aurélien Mole

CHI È MIRIAM CAHN

Cahn (Basilea, 1949) è un’artista svizzera che ha aderito al femminismo e al movimento anti-nucleare, impegnata a esplorare le implicazioni sociali cui è soggetto il corpo, denunciando i codici culturali e gli stereotipi che lo imbrigliano. Recente protagonista alla Biennale di Cecilia Alemani e con una personale all’ICA di Milano nella primavera 2022, agli inizi della sua storia professionale si rintracciano opere in bianco e nero su carta, in cui il disegno diventa pratica performativa. Dagli Anni Novanta, invece, la sua indagine sul corpo, in rappresentazioni spesso cariche di violenza, che non rinnegano le connotazioni più fisiche e crude del soggetto, passa attraverso la pittura a olio, in opere di grande e piccolo formato, volutamente disturbanti e ambigue, per denunciare tutte le forme di violenza e umiliazione, compresi i soprusi e le sofferenze causati dai conflitti e dalle migrazioni forzate, dalla guerra del Golfo alla Primavera Araba, fino alla guerra in Ucraina.

Miriam Cahn. Photo: Jocelyn Wolff

Miriam Cahn. Photo: Jocelyn Wolff

LA MOSTRA DI MIRIAM CAHN AL PALAIS DE TOKYO

E volutamente disturbante è anche la mostra allestita a Parigi, inaugurata lo scorso febbraio e in scena fino al 14 maggio: Ma Pensée Sérielle è un invito a confrontarsi con tutto ciò che si preferirebbe ignorare, al confine con l’offesa delle sensibilità comune. Un percorso in oltre duecento opere, dagli Anni Ottanta a oggi, che celebra Miriam Cahn con la più completa retrospettiva mai organizzata in Francia. Tra tutti, il dipinto Fuck Abstraction! è stato oggetto di scandalo sin dalle prime settimane di esposizione, tacciato di veicolare contenuti pedopornografici. L’opera, in realtà, vuole denunciare gli orrori commessi a Bucha, in Ucraina, sulla popolazione locale durante le azioni belliche perpetrate nelle prime fasi del conflitto. Per farlo, Cahn raffigura su uno dei suoi tipici paesaggi astratti l’abuso sessuale commesso su di un bambino, immortalando un uomo intento a farsi praticare una fellatio forzata da una figura con le mani legate. Non un bambino, come spiegato da Cahn a seguito delle polemiche che hanno persino portato il caso in tribunale (per l’istanza presentata da un deputato del partito di estrema destra Rassemblement national insieme ad alcune associazioni di tutela dei minori, respinta però dal giudice, che ha dato ragione all’artista), ma una vittima come tante degli stupri di guerra, rappresentata in dimensioni ridotte per alludere alla fragilità e all’impotenza di tutti gli oppressi e gli abusati.

Miriam Cahn, Ma pensée sérielle, exhibition view at Palais de Tokyo, Parigi, 2023. Photo: Aurélien Mole

Miriam Cahn, Ma pensée sérielle, exhibition view at Palais de Tokyo, Parigi, 2023. Photo: Aurélien Mole

MACRON IN DIFESA DELLA LIBERTÀ DELL’ARTE

La polemica, però, non ha accennato a placarsi, rimbalzata su giornali e televisioni francesi, oggetto anche di un’interrogazione alla ministra della Cultura, che già aveva avuto modo di ribadire che la libertà di espressione, in Francia, non è in discussione. Ora il gesto vandalico dell’uomo, subito fermato dagli agenti di sicurezza del museo – che presenterà una denuncia per danneggiamento e ostruzione alla libertà di espressione – ha provocato l’esplicita presa di posizione dello stesso Presidente francese, Emmanuel Macron, che ha affidato il suo disappunto a un post su Twitter: “In questo 8 maggio in cui celebriamo la vittoria della libertà, condanno l’atto di vandalismo commesso ieri al Palais de Tokyo. Attaccare un’opera è attaccare i nostri valori. In Francia l’arte è sempre libera e il rispetto per la creatività è garantito”. E la ministra della cultura, Rima Abdul Malak, non ha mancato di attaccare l’opposizione di estrema destra, responsabile di aver aizzato nelle scorse settimane la polemica, attaccando “la libertà creativa degli artisti”. “In accordo con l’artista, il Palais de Tokyo continuerà a esporre il dipinto con i segni del danneggiamento fino alla prevista fine della mostra, il 14 maggio”, ha precisato il presidente del museo parigino Guillaume Désanges. Cahn, dal canto suo, conferma la linea già indicata lo scorso marzo, per difendersi dalle polemiche: “Questo dipinto tratta il modo in cui la sessualità viene usata come arma di guerra, come crimine contro l’umanità”.

Livia Montagnoli

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