Nasce l’Archivio di Regina Cassolo Bracchi. La storia dell’artista, dal Futurismo all’Astrattismo

Fondato a Milano per iniziativa di Gaetano e Zoe Fermani, l’Archivio vuole studiare, catalogare e promuovere l’opera di una protagonista dell’avanguardia italiana cui finora non è stata riservata la giusta attenzione

Scultrice dell’avanguardia italiana, nonché una tra le più significative personalità del panorama artistico del Novecento in Europa. È la sintesi essenziale della vita di Regina Cassolo Bracchi (Mede 1894 – Milano 1974), cui è stato ora intitolato uno spazio, un archivio storico che custodisce e ripercorre le fasi della sua carriera.
Così, a seguito della prima grande retrospettiva museale in Italia, promossa dalla GAMeC di Bergamo nel 2021, dopo svariate acquisizioni a opera delle più importanti istituzioni culturali – tra cui il Centre Pompidou di Parigi – e grazie alla partecipazione dei suoi lavori alla Biennale di Venezia nel 2022, l’eredità intellettuale di Regina Cassolo Bracchi trova adesso rappresentanza nella neonata associazione Archivio Regina Cassolo Bracchi.

Regina Cassolo Bracchi, Danzatrice, 1930, Collezione Archivio Gaetano e Zoe Fermani. Photo Alessandro Saletta e Piercarlo Quecchia DSL Studio

Regina Cassolo Bracchi, Danzatrice, 1930, Collezione Archivio Gaetano e Zoe Fermani. Photo Alessandro Saletta e Piercarlo Quecchia DSL Studio

L’ARCHIVIO STORICO DI REGINA CASSOLO BRACCHI

Nato a Milano da un’iniziativa di Gaetano e Zoe Fermani, importanti collezionisti e custodi del lascito dell’artista, con il supporto scientifico di Paolo Campiglio, Chiara Gatti e Lorenzo Giusti, l’Archivio si rivela essere un’associazione culturale nata con lo scopo di studiare, catalogare e promuovere l’arte della scultrice in Italia e all’estero, curando la tutela del suo nome, della sua produzione artistica e della documentazione a essa riferita, tramite la certificazione e l’archiviazione della sua opera generale, oltre alla realizzazione di un catalogo ragionato.
La futurista (poi vicina all’astrattismo radicale nella sua maturità) fu la prima donna del secolo scorso a usare materiali sperimentali, oggi di utilizzo comune, come latta e carta vetrata; tra le sue invenzioni ante litteram, l’idea di appendere in aria geometrie fluttuanti fatte di frammenti plastici, plexiglass, perspex o rhodoid. La stessa Regina Cassolo Bracchi dichiarava a proposito del suo modus operandi: “Scelgo temi di tale semplicità, costruzioni talmente elementari che potrebbero essere riprodotte da chiunque in base a una mia esatta descrizione”.

Regina Cassolo Bracchi, Omaggio a Charles P. Conrad e Alan Bean, 1970, Collezione Archivio Gaetano e Zoe Fermani.Photo Alessandro Saletta e Piercarlo Quecchia DSL Studio

Regina Cassolo Bracchi, Omaggio a Charles P. Conrad e Alan Bean, 1970, Collezione Archivio Gaetano e Zoe Fermani.Photo Alessandro Saletta e Piercarlo Quecchia DSL Studio

LA FORTUNA CRITICA DI REGINA CASSOLO BRACCHI DAL NOVECENTO A OGGI

Nonostante la portata del suo lavoro, la memoria dell’artista fu dimenticata con il passare degli anni, tanto da restare persino all’ombra dei nomi più influenti del suo stesso gruppo di appartenenza, il Futurismo, nonostante anche il suo nome comparisse in calce al Manifesto del 1934. Cassolo Bracchi fu apprezzata anche da André Breton e da Léonce Rosenberg che, dopo un incontro parigino nel 1937, le propose un contratto con la sua galleria, cui lei rinunciò per tornare in Italia. Paese, il suo, che se non fosse per istituzioni e personalità private, probabilmente continuerebbe a ignorarla. Non è un caso, forse, che al di là dell’Archivio, sono principalmente internazionali i prossimi appuntamenti che la vedranno protagonista, come il nuovo allestimento del Centre Pompidou, che riserverà una sala del percorso alla vicenda del gruppo MAC e del suo gemellaggio con il gruppo francese Espace, partendo proprio dalle opere di Regina giunte recentemente in collezione. Si ricorda poi la pubblicazione, a cura di Alessandro Giammei e Ara Merjian, del volume monografico dedicato alla scultura moderna in Italia, Fragments of Totality, edito da Yale University Press.

Ilaria Introzzi

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