Una collezione d’arte in ufficio: l’idea del giovane imprenditore Michele Cristella

Niente oggetti di facile design e stampe “stile Ikea”: l’imprenditore piacentino Michele Cristella ha scelto di esporre negli uffici dell’azienda di famiglia una serie di opere contemporanee della sua collezione privata. Tra scrivanie, fotocopiatrici, computer da un lato e dipinti, fotografie, installazioni dall’altro

È giovane, è imprenditore nel settore degli autotrasporti e del carburante e ha in tasca una laurea in Storia dell’arte, con indirizzo contemporaneo. Stiamo parlando di Michele Cristella che, a latere del ruolo manageriale nell’azienda di famiglia, coltiva la sua passione percorrendo molteplici strade: dal collezionismo all’ideazione, tramite l’associazione Coil Art Motiv, del Ducato Prize.
Negli ultimi anni il trentenne piacentino si è dedicato all’acquisto di una serie di opere di artisti soprattutto giovani, scegliendo in un primo momento lavori vicini al mondo digitale e interconnesso tramite il web, per poi ampliare la selezione con una predilezione verso ciò che richiama la forma circolare e sferica, con evidente riferimento al trasporto su ruota, alle cisterne e al brand Coil, che tradotto significa “spirale, bobina”. In un dialogo intercorso con gli attuali curatori della collezione, il duo Treti Galaxie, dichiara inoltre il suo interesse per “tutto ciò che è spostamento, trasmissione, movimento. Il trasferimento dell’energia”.

Shimabuku, Cose che galleggiano, cose che affondano, 2010. Installation view in Their Volumes, a cura di Treti Galaxie, 2023. Courtesy l’artista e Collezione Cristella. Foto Flavio Pescatori

Shimabuku, Cose che galleggiano, cose che affondano, 2010. Installation view in Their Volumes, a cura di Treti Galaxie, 2023. Courtesy l’artista e Collezione Cristella. Foto Flavio Pescatori

LA COLLEZIONE DI MICHELE CRISTELLA

Di recente Cristella ha deciso di allestire negli spazi di Coil una selezione di 30 pezzi della sua collezione privata, in modo che possano essere condivisi sia con il personale sia con i buyer e i partner dell’attività. Un’operazione senza dubbio di grande valore “morale” nonché educativo poiché, come è ben noto, non sempre al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori le persone si avvicinano con facilità al mondo dell’arte contemporanea. E, proprio tenendo conto di questa diffusa distanza, l’imprenditore ha coinvolto Treti Galaxie, chiedendo a Matteo Mottin e Ramona Ponzini l’elaborazione di un progetto di allestimento originale, che non si limitasse a esporre le opere in base alla loro adattabilità agli ambienti di lavoro, ma che riuscisse a innescare una comunicazione con chi ogni giorno frequenta gli uffici dell’azienda. Non un gioco da ragazzi, quindi, ma la soluzione si è trovata proprio nel gioco.

Valerio Nicolai, Lucifero, 2021. Installation view in Their Volumes, a cura di Treti Galaxie, 2023. Courtesy l’artista e Collezione Cristella. Foto Flavio Pescatori

Valerio Nicolai, Lucifero, 2021. Installation view in Their Volumes, a cura di Treti Galaxie, 2023. Courtesy l’artista e Collezione Cristella. Foto Flavio Pescatori

L’ALLESTIMENTO IDEATO DA TRETI GALAXIE

Oggi il percorso che conduce dalle opere di Milton Manetas a quelle di Irene Fenara, da Luca Pozzi a Wolfgang Matuschek e a tanti altri richiama la logica del libro game (e così è il catalogo): ogni opera è corredata di una suggestione testuale che non la descrive, ma ha l’obiettivo di stimolare un pensiero. Ciascuna didascalia ‒ e qui fa capolino la componente ludica ‒ invita a percorrere piani e stanze per rintracciare altre opere che in qualche modo presentano delle affinità con la prima. Un esempio? Il dipinto di Valerio Nicolai, il cui soggetto è un ginocchio dolorante, viene introdotto da una riflessione sul suo titolo, Lucifero, oltre che sull’uso e sulla percezione di certe immagini per la promozione di prodotti commerciali; il suggerimento è orientato verso un’installazione di Noah Barker con la sua proiezione sfocata e in costante movimento, e verso una fotografia di Ettore Favini, dove ritornano i cerchi concentrici.
Il gioco, tra qualche tempo, necessiterebbe di un’ulteriore partita: sarebbe infatti di grande interesse capire il riscontro del progetto tra i suoi principali destinatari. Proponiamo allora che venga condotto un sondaggio ‒ ovviamente anonimo! ‒ tra chi frequenta gli uffici di Coil, in modo da misurare non solo il grado di apprezzamento dell’idea, ma anche la sua effettiva comprensione e l’eventuale arricchimento che ne ricava chi lavora a stretto contatto con l’arte contemporanea.

Marta Santacatterina

https://www.coil-carburanti.it/

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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