Piacere e sensualità della pittura. La mostra di Simone Stuto a Torino

Celebra la pittura del passato e al tempo stesso la rinnova in maniera intima e contemporanea il giovane Simone Stuto, in mostra da Riccardo Costantini Contemporary a Torino

Je ne peins pas les choses mais les différences entre les choses”.
Henri Matisse

È con una citazione del grande maestro del colore che la galleria torinese Riccardo Costantini Contemporary presenta il nuovo ciclo di opere di Simone Stuto (Caltanissetta, 1991) in una mostra che è un balsamo per l’anima oltre che una raffinata celebrazione della pittura del passato. Le opere del giovane artista siciliano si dilettano in virtuosi richiami alla storia dell’arte e ad antiche letture di alchimia ed esoterismo, per ricondurci entro coordinate del tutto contemporanee.
Quella di Stuto è una pittura colta, che custodisce le lezioni dei maestri e attinge dallo sconfinato universo iconografico dei secoli passati. Dal segno al colore, dall’iconografia alla composizione, sono notevoli i riferimenti che si irradiano dalla superficie pittorica. Un tripudio di colore in cui il virtuosismo della linea racchiude e armonizza le tinte preziose delle lacche orientali con tavolozze che rievocano El Greco e Pontormo.

Simone Stuto - Salmodia - 2022 - Retablo (aperto) - cm. h. 80 x l. 140 x p. 20. Courtesy Simone Stuto/Riccardo Costantini Contemporary. Photo Nicola Morittu

Simone Stuto – Salmodia – 2022 – Retablo (aperto) – cm. h. 80 x l. 140 x p. 20. Courtesy Simone Stuto/Riccardo Costantini Contemporary. Photo Nicola Morittu

LA MOSTRA DI SIMONE STUTO A TORINO

L’impianto grafico di Stuto si trasferisce dalla pittura alla scultura senza soluzione di continuità, miscelando in un coerente tessuto poetico retaggi che vanno dal Tardogotico al Rinascimento, fino alla pittura simbolista, senza dimenticare gli esempi dei contemporanei Francis Bacon e Günter Brus.
In mostra l’universo grafico di Stuto si dischiude dando vita a un ciclo pittorico inedito dedicato al piacere dei sensi. Sulla tela corpi umani sinuosi si fondono in arabeschi astratti e sensuali, rivelando l’intera gamma spettrale del piacere. Qui le luci e le ombre della carne si alimentano reciprocamente delineando drammatiche valenze allo stesso tempo carnali e simboliche.
L’esposizione inebria e sconvolge i cinque sensi, invitando l’osservatore a tuffarsi nei vorticosi flutti della pittura di Stuto per scoprire le lievi e profonde differenze tra le cose.

Barbara Ruperti

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Barbara Ruperti

Barbara Ruperti

Barbara Ruperti (Conegliano, 1994) è una curatrice indipendente e critica d’arte attiva a Torino. Co-founder e presidentessa dell’associazione culturale Ghëddo. Dopo un percorso accademico a Torino nell’ambito della comunicazione e della valorizzazione dell’arte contemporanea, si sposta all’Università per un percorso…

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