Estate al Mattatoio di Roma? Ecco la programmazione di SPAZIO GRIOT

La programmazione artistica (luglio-settembre 2022) del nomadico Spazio Griot, ora ospitato all'interno del Mattatoio, piattaforma di sperimentazione multidisciplinare, di esplorazione e discussione, con incursioni musicali e uno spettacolo all’Aniene Festival

Al Mattatoio arriva la programmazione estiva di SPAZIO GRIOT, promossa da Roma Culture e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo e SPAZIO GRIOT. Avrà sede nei Padiglioni 9a e 9b. SPAZIO GRIOT è l’estensione fisica, ufficializzatasi nel novembre 2021, di GRIOTmag. Nato per volontà di Johanne Affricot, curatrice e produttrice culturale indipendente romana, di discendenza haitiana e ghanese, e direttrice artistica di GRIOTmag e dell’omonimo spazio. L’obiettivo è dare voce alle realtà marginalizzate e sottorappresentate che costellano il panorama artistico nazionale e internazionale. Gli altri membri del collettivo GRIOTmag sono Celine Angbeletchy, artista, produttrice musicale conosciuta con il nome d’arte di EHUA, ed Eric Otieno Sumba, teorico sociale, curatore e critico. Insieme promuovono figure iconiche della cultura cosmopolitica, provenienti da diversi ambiti – dalla musica al cinema ma anche personaggi il cui stile si è affermato, dalle radici africane espandendosi per il globo – attraverso interviste, approfondimenti e recensioni.

SPAZIO GRIOT E LA MOSTRA SEDIMENTS

Più di 20 anni fa, il sociologo Zygmunt Bauman ha coniato il termine “modernità liquida”. Il compito che si prefigge invece SPAZIO GRIOT è quello di scovare ciò che si sedimenta, permane, in qualità di testimonianza della turbolenza e del mutismo perenne che agita il presente. 4 sono i campi che si vanno ad indagare: le rivoluzioni ostacolate, le soggettività postcoloniali, il consumismo vuoto e la cittadinanza precaria. Il primo appuntamento di SPAZIO GRIOT al Mattatoio è la mostra SEDIMENTS. After Memory, che inaugura oggi 30 giugno 2022 e sarà aperta al pubblico fino al 4 settembre 2022. Coinvolge gli artisti Victor Fotso Nyie (Identità sospese), Muna Mussie (ጎዳና ቦሎኛ | اینولوب  عراش | Bologna St. 173, Riverberi (Roma), Las Nietas de Nonó (Foodtopia: después de todo territorio) e Christian Offman (Barocco). Nell’esposizione si accostano pratiche diverse, come fossero capitoli tematici o episodi di un intero volume, allo stesso tempo, si abbracciano origini e background diversi: Camerun, Eritrea, Italia, Porto Rico e Ruanda.

GLI ARTISTI E IL PROGRAMMA DI SPAZIO GRIOT

Le sculture di Victor Fotso Nyie (Camerun, 1990) rielaborano le forme delle maschere e delle statue africane in chiave attuale. Identità sospese parte infatti dalla considerazione di una realtà alienante per le identità africane. Muna Mussie (1978) l’artista rievoca i Congressi Festival Eritrei che, tra il 1974 e il 1991, hanno radunato a Bologna migliaia di eritreз. In የቦሎኛ ጎዳና Bologna St. 173 (Riverberi Roma) si trovano molti netsela – tipico tessuto in garza di cotone bianco – sui quali sono state ricamate le sigle dei tanti movimenti che si sono costituiti durante la resistenza eritrea. Per Las Nietas De Nonó (sorelle mapenzi e mulowayi nonó, Porto Rico) teatro, performance, azioni e vita quotidiana convergono in processi che sono ancorati alle loro biografie. Il duo artistico ha trasformato la vecchia casa del nonno, nel Barrio San Anton, in Patio Taller (2011-2019), spazio comunitario e residenza per artiste e artisti. In Foodtopia: después de todo territorio, per 28 giorni, le due sorelle hanno deciso di provvedere al cibo da sole, cacciando e raccogliendo in un’area delimitata del loro quartiere ma sono andate incontro a numerose difficoltà a causa dell’acqua inquinata e dell’aria torbida, quindi della conseguente scarsità di alimenti per nutrirsi. Barocco (2022) è un’installazione site-specific di Christian Offman (Rwanda, 1993). Il titolo fa riferimento a Poetica della relazione (1997) di Edouard Glissant e alla sua interpretazione della corrente barocca. Dispone quindici transenne secondo uno schema che vuole riflettere la condizione caotica, disorientante, spesso mortificante di essere cittadini e stranieri allo stesso tempo. I limiti del percorso corrispondono metaforicamente alle difficoltà burocratiche e ai discrimini razziali affrontati dagli immigrati per veder riconosciuto il proprio status giuridico. In questo caso, l’erranza e il vagabondare diventa simbolo di resistenza.

-Giorgia Basili

https://www.mattatoioroma.it/mostra/sediments-after-memory

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Giorgia Basili

Giorgia Basili

Giorgia Basili (Roma, 1992) è laureata in Scienze dei Beni Culturali con una tesi sulla Satira della Pittura di Salvator Rosa, che si snoda su un triplice interesse: letterario, artistico e iconologico. Si è spe-cializzata in Storia dell'Arte alla Sapienza…

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