Archiviare l’impossibile: Gianfranco Baruchello, Joseph Cornell e Mark Dion a Roma

È possibile fare ordine nel caos cosmico e archiviare l’impossibile? È la sfida con cui Gianfranco Baruchello, Joseph Cornell e Mark Dion si sono misurati, restituita dalla mostra alla galleria Erica Ravenna di Roma

Sembrerebbe in contraddizione rispetto al titolo dell’esposizione, Archiviare l’impossibile, ciò che Baruchello prova a fare con la Psicoenciclopedia Possibile, ponendo come principio-guida “l’accostamento potenzialmente infinito di ciò che sembra non poter essere posto in adiacenza. Eppure, quello che Baruchello, Joseph Cornell e Mark Dion compiono attraverso la loro opera appare come il tentativo disperato e allo stesso tempo coraggioso di mettere ordine al caos cosmico, ma soprattutto la risposta spontanea e naturale a un appetito intellettivo insaziabile. Il loro approccio richiede sì uno sforzo muscolare, ma anche prontezza di spirito e sagacia, disponibilità di stare al gioco, quella forma di curiosità legata alle prime volte, il rigore di una mente lucida, il brivido dell’intuizione.

Gianfranco Baruchello, L'altra casa, 1979

Gianfranco Baruchello, L’altra casa, 1979

LE OPERE DI GIANFRANCO BARUCHELLO

In Interiority Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924) propone un armadietto rosa a forma di busto le cui ante si aprono rivelando inedite associazioni: dita provviste di cerniere, cassette degli attrezzi, imbarcazioni, torri-missili. Nelle sue opere cambia vorticosamente lingua e registro con una grafia corsiva celere e incisiva, rapida e ripida come il ritmo incessante delle sue associazioni. Che provengono non da una logica ferrea ma dalla libertà immaginativa, da suggestioni che spaziano da un campo all’altro dello scibile. In The young woman who lives in a birthday cake, ad esempio, combinazioni paranormali mettono insieme una casa-scarpa in pasta di zucchero, un fungo, una donna su un lettino, un piccione.

Joseph Cornell, Senza titolo, anni '50

Joseph Cornell, Senza titolo, anni ’50

JOSEPH CORNELL E MARK DION IN MOSTRA A ROMA

Joseph Cornell (Nyack, 1903 ‒ New York, 1972), con le sue scatole, miscela i mondi dell’assemblaggio, del cinema sperimentale e del found footage. In mostra una delle sue box degli Anni Cinquanta, contenente un bicchiere, una biglia di vetro, una vecchia illustrazione del moto solare, una conchiglia sullo sfondo di un’incrostazione pittorica bianca e bluastra.
Mark Dion (New Bedford, 1961) crea gabinetti delle curiosità. In Xylotheque (2011-12), in occasione della documenta 13, ripresentava i 530 volumi della Holzbibliothek, realizzata tra il 1771 e il 1799 da Carl Schildbach. Dion riesce ad allestire tassonomie coerenti, appropriandosi dei criteri scientifici di raccolta dati. Interpreta la realtà attraverso gli strumenti dell’arte, coordinando progetti con musei di storia naturale, acquari e zoo.
In Field Station Honda disegna due vetrinette: la prima, riferita alla geologia, contiene pietre, la seconda oggetti disparati e un gatto sotto la voce “etnologia”. In Between Voltaire and Poe (2016) le mensole di un armadio ospitano i busti dei due pensatori e scrittori, custodi di uno skyline eclettico. Nella sezione sottostante, delle scatolette di latta ‒ che anche Baruchello ama collezionare ‒ sono incasellate l’una sull’altra nascondendo lettere e oggetti al loro interno; ai lati due uova misteriose, mentre al livello inferiore si distinguono riproduzioni di un dinosauro e di un essere mostruoso.
Nessuno di questi tre artisti risulta indifferente nei confronti del quotidiano. Tutto ciò che (ac)cade sotto il loro sguardo viene estrapolato dalla realtà, introiettato e rielaborato. La complessità universale viene rielaborata grazie alla contaminazione e all’impollinazione incrociata di campi della conoscenza a volte persino opposti.

Giorgia Basili

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Giorgia Basili

Giorgia Basili

Giorgia Basili (Roma, 1992) è laureata in Scienze dei Beni Culturali con una tesi sulla Satira della Pittura di Salvator Rosa, che si snoda su un triplice interesse: letterario, artistico e iconologico. Si è spe-cializzata in Storia dell'Arte alla Sapienza…

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