Disillusione ed enigma nella mostra di Michele Gabriele a Firenze

In “The Vernal Age of Miry Mirrors” - il nuovo progetto espositivo del palinsesto NAM ‒ Not A Museum di Manifattura Tabacchi - Michele Gabriele invita i visitatori a una sorta di impossibile vernissage. Tra fosche ed ermetiche creature e video di ispirazione sci-fi

Guantoni da baseball, cinghie, acchiappasogni, porzioni di stracci, pellicce annodate su schiene curvate, componenti elettroniche, una fiaschetta, un bastone-totem pseudo-magico, artigli, corni e occhi. Decine di occhi orientati ovunque allontanano le oscure sculture in silicone e resina epossidica realizzate da Michele Gabriele (Fondi, 1983) da qualsiasi possibilità di decodificazione. Chi (o cosa) sono? Perché si trovano lì? Cosa scrutano?

Michele Gabriele. The Vernal Age of Miry Mirrors. Exhibition view at NAM – Not A Museum, Firenze 2022. Courtesy l’artista & NAM. Photo Flavio Pescatori

Michele Gabriele. The Vernal Age of Miry Mirrors. Exhibition view at NAM – Not A Museum, Firenze 2022. Courtesy l’artista & NAM. Photo Flavio Pescatori

LA MOSTRA DI MICHELE GABRIELE ALLA MANIFATTURA TABACCHI

È del tutto estranea all’artista la volontà di fornire a chi si muove nella penombra e nel silenzio nei dismessi spazi industriali della Manifattura Tabacchi, tra fragili insetti stecco, calici colmi di spumante posati a terra e video in loop, chiavi di interpretazione certe e univoche. Piuttosto ciascun elemento, anche quelli palesemente sottratti alla quotidianità per divenire orpello o arto di queste sconosciute creature, svolge alla perfezione il proprio ruolo: confondere, ingarbugliare senza sosta i livelli di lettura, rallentare (fino quasi a ostacolarlo) il canonico e spontaneo processo mentale di comprensione attivato tramite la vista. Mentre lo sguardo si sposta fra le sovrapposizioni video di contesti urbani in decadenza e distorte vedute di paesaggi, un indizio forse si può afferrare. E parla a ciascuno di noi. Con le loro posture, le sculture esposte appartenenti a più serie dell’autore attivo nel territorio del cosiddetto “iper-materialismo post digitale” enfatizzano la forzata (e ricorrente) disinvoltura rintracciabile in alcuni contesti espositivi. Che si tratti della stessa gestualità, spesso inconsapevole, di tanti osservatori dell’arte dei nostri giorni?

Valentina Silvestrini

https://www.manifatturatabacchi.com/

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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