Le storie vere di Tino Sehgal. Le foto della performance in Piazza Maggiore a Bologna

Fino al 15 maggio 41 “persone, non performer” animeranno l’iconica piazza cantata da Lucio Dalla con azioni fatte di canti, movimenti, racconti di storie personali per trasformarla in un “museo a cielo aperto”

Penso che la vita sia complessa e quindi c’è un forte bisogno di condividere delle storie”. Con queste parole Tino Sehgal introduce la sua opera – che non ama definire performance – pensata appositamente per lo Special Project di Art City Bologna in piazza Maggiore. Fino al 15 maggio 41 “persone, non performer” animeranno l’iconica piazza cantata da Lucio Dalla con azioni fatte di canti, movimenti, racconti di storie personali e anche passi di danza per trasformarla in un “museo a cielo aperto, con gli stessi orari del MAMbo per esempio, ore 10-19”.

IL “MATERIALE UMANO” DI TINO SEHGAL. LA PERFORMANCE A BOLOGNA

Si tratta di un materiale umano di 2 ore spalmato nell’arco della giornata che consiste in un’interazione continua con i passanti inconsapevoli, come studenti e turisti, invitati a prendere parte all’evento, anche solo ascoltando quello che hanno da raccontare queste persone, mettendosi a nudo con degli sconosciuti”, continua l’artista anglo-tedesco che partecipa raramente in modo fisico alle sue “performance”: l’ultima è stata quella alla Biennale di Venezia del 2013 dove ha vinto il Leone d’Oro. L’idea è appunto quella di offrire un’esperienza irripetibile e sempre diversa, anche se ci sono elementi ricorrenti che si ripetono nei suoi interventi in giro per il mondo, come è successo recentemente a Torino alle OGR: infatti, molti dei ragazzi selezionati per quest’azione artistica provengono da lì.

LA PERFORMANCE DI TINO SEHGAL A BOLOGNA. I RACCONTI DI STORIE VERE E PERSONALI

Vorrei raccontarti una storia che riguarda me da piccola: alla scuola materna non mangiavo perché mi vergognavo a farlo in pubblico. Poi, ad un certo punto ho deciso di superare la mia timidezza e un semplice gesto di attenzione e cura nei miei confronti mi ha aiutata a sbloccarmi”, ci racconta una ragazza. Dopo di lei se ne avvicina un’altra che ricorda la curiosità nei confronti del suo nome Graphie, frutto della crasi dei nomi di sua madre Graziella e di suo padre Philippe, originario della Repubblica del Congo. Storie di vita vissuta, intime e a tratti surreali che coinvolgono e aprono mondi e dimensioni inaspettate.

– Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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