Mostre, lezioni e collaborazioni con cittadini e imprese: il programma 2022 al Museion di Bolzano

Il museo altoatesino di arte moderna e contemporanea ha in serbo per quest’anno delle grandi mostre su David Medalla ed Erika Giovanna Klien, oltre al secondo capitolo dell’indagine di Techno Humanities, stavolta rivolta al dibattito sulla salute.

Consolidare la reputazione di un museo giovane e farlo diventare un partner chiave per l’innovazione e la crescita della comunità: l’ambizioso programma di Bart van der Heide per il Museion di Bolzano avanza senza indugi nel 2022. Il direttore, a capo del museo altoatesino dal 2019, ne ha presentato il programma per l’anno a venire, spiegando anche su quanti e quali punti intende evolversi l’istituzione. Molte le mostre – tre spiccano sopra tutte, Bird Flight, Parables of Friendship The Kingdom of the Ill, il secondo capitolo di Techno Humanities – e i progetti rivolti a una più ampia crescita del museo: “Ci sono tre pilastri autonomi: le mostre, certo, ma anche la Museion Academy e il Museion Art Club”, racconta van Der Heide, anticipando i progetti realizzati con le università e con un gruppo di 40 giovani creativi della regione coinvolti in tavoli di lavori gomito a gomito con le imprese.

IL MUSEO COME PROTOTIPO DELLA SOCIETÀ PER IL DIRETTORE DEL MUSEION BART VAN DER HEIDE

Secondo van Der Heide “serve un cambiamento di mindset, il museo non fa solo mostre ma si fa guidare dai valori civici”. Il museo – spiega il direttore ad Artribune – deve essere un prototipo della società e della comunità che vuole creare. È bello che Museion non ci sia ancora arrivato, abbiamo da costruire: è un lavoro molto emozionante, sia nella curatela della programmazione sia nella creazione di pratiche strategiche per aumentare l’engagement della cittadinanza e avere un impatto sul suo sviluppo. Un museo di arte contemporanea stimola la crescita del talento sul territorio, dovrebbe essere un agente di pensiero critico sulla crescita urbana e l’identità della città”.

Ecco le mostre in programma per quest’anno a Museion.

– Giulia Giaume

L’INSTALLAZIONE DI JORGE OTERO-PAILOS

Jorge Otero Pailos, The Ethics of Dust, 2008, Installazione composta da pannelli di lattice

Jorge Otero Pailos, The Ethics of Dust, 2008, Installazione composta da pannelli di lattice

Dal 25 marzo 2022 protagonista del format espositivo sperimentale Museion Passage è Jorge Otero-Pailos (Madrid, 1971), artista che affronta i temi della memoria e della storia in bilico tra arte e architettura. Nella “piazza coperta” del museo aperta a tutti viene esposta una parte dell’installazione site-specific The Ethics of Dust (già parte della collezione del museo), a sua volta frutto di una lunga indagine scaturita dalla pulizia di monumenti celebri da polveri e residui dell’inquinamento, dalla Colonna Traiana del V&A Museum a Palazzo Ducale a Venezia. In seguito all’invito del Raqs Media Collective a riflettere sul restauro della fabbrica di alluminio Alumix nel 2008, Otero-Pailos ha trasferito sui pannelli dell’installazione la patina estratta dalla parete della fabbrica abbandonata, stimolando una ridiscussione del ruolo e dell’importanza del patrimonio culturale.

WELCOMING PERSONES PERSONS

Roni Horn, Bolzano Edition, 2006. Lambdadruck auf Papier : Stampa lambda su carta : Lambda print on paper; Ed. 1:25, 50 x 100 cm. Sammlung : Collezione : Collection Museion. Foto Ivo Corrà

Roni Horn, Bolzano Edition, 2006. Lambdadruck auf Papier : Stampa lambda su carta : Lambda print on paper; Ed. 1:25, 50 x 100 cm. Sammlung : Collezione : Collection Museion. Foto Ivo Corrà

Nata da una collaborazione tra le curatrici dell’ottava Biennale GherdëinaFilipa Ramos e Lucia Pietroiusti, e Museion, la mostra Welcoming Persones Persons anticipa i temi della Biennale a partire da una selezione di lavori della collezione museale. L’esposizione, che apre sempre il 25 marzo 2022, mette in mostra gli sguardi e le pratiche che accomunano la natura e il paesaggio sviluppandosi su due linee di ricerca: le forme di personalità (giuridica e non) della natura e i diritti della Terra da un lato, e i percorsi di persone, animali, piante e materie attraverso la migrazione e la transumanza alpina dall’altro. La mostra, che include artisti come Maurizio Nannucci, Judith Hopf e Jimmie Durham, si estende al Cubo Garutti ed è frutto del lavoro congiunto di Studio Hund e l’artista Giles Round.

LA COLLETTIVA BIRD FLIGHT DEDICATA A ERIKA GIOVANNA KLIEN

Erika Giovanna Klien, Revue, 1924, Olio su tela, su cartone ph Antonio Maniscalco

Erika Giovanna Klien, Revue, 1924, Olio su tela, su cartone ph Antonio Maniscalco

La mostra Bird Flight, aperta dall’8 aprile al 7 settembre, è una riflessione collettiva scaturita dalle opere dedicate agli uccelli dall’artista austriaca ma nata in Trentino Erika Giovanna Klien (1900-1957). Tra le massime esponenti del movimento avanguardista del Cinetismo viennese, Klien si faceva interprete di una volontà innovatrice di stampo pacifista, in contrapposizione con il Futurismo: “Il cambiamento non deve sempre e necessariamente avvenire in modo violento”, dicono da Museion. “Il pensiero di Erika Giovanna Klien e dei Cinetisti apre la strada a una concezione alternativa di cambiamento che non si attua a scapito di altri: il cambiamento viene da dentro e si basa sulleffetto fondamentale dellesperienza umana”. La mostra accosta ai lavori di Klien sul volo – che trasformano gli uccelli fino a fargli assumere forme astratte e “mitiche” – con quelli di grandi artisti e artiste come Mark Adrian, Alberto Biasi, Dadamaino, Fortunato Depero, Spencer Finch, Ceal Floyer, Ludwig Hirschfeld-Mack, Elisabeth Karlinsky, Liliana Moro, Max Oppenheimer, Otto Piene, Eva Schlegel, Benjamin Tomasi, Günther Uecker.

IL GRANDE OMAGGIO DI MUSEION A DAVID MEDALLA

David Medalla, Bambi Shitting Dollars, 1989. Collage on paper. Courtesy private collection.

David Medalla, Bambi Shitting Dollars, 1989. Collage on paper. Courtesy private collection.

Inaugura il 9 aprile la mostra Parables of Friendship, prima grande esposizione internazionale dedicata all’opera dell’artista, poeta e attivista filippino David Medalla dopo la morte improvvisa nel dicembre 2020. Realizzata da Museion insieme al Bonner Kunstverein e in stretta collaborazione con il David Medalla Archive di Berlino, la mostra, aperta fino al 14 settembre, racconta l’energia e la radicalità della pratica dell’artista nativo di Manila e molto attivo nella Swinging London, definito dal direttore “la personificazione del vagabondo Avant-Garde”. Museion esporrà le opere realizzate da Medalla in giro per il mondo in 70 anni di carriera, sui più diversi supporti e media: dai disegni e i dipinti, si arriva ai collage, alle sculture, al neon e alle opere di arte cinetica, partecipativa e performance, inclusi una serie di lavori restaurati per l’occasione e presentati al pubblico per la prima volta. Comune denominatore di tutte le opere di Medalla sono una assoluta libertà di espressione e l’esplorazione di grandi tematiche del presente e le loro connessioni, dall’ecologia all’identità culturale, passando per la sessualità e l’etica del lavoro.

IBRAHIM MAHAMA PUBLIC LECTURE

Ibrahim Mahama via Facebook

Ibrahim Mahama via Facebook

Nell’ambito del progetto di istruzione a tutto tondo Museion Academy viene proposto poi un percorso di approfondimento con un artista e professore di rilievo internazionale, Ibrahim Mahama. La residenza artistica dedicata all’artista ghanese (vincitore del Premio Pascali 2021) – in città in occasione del suo semestre come professore in Artistic Production alla facoltà di Design e Arti dell’Università di Bolzano – culminerà il 26 maggio alle 19 con una lecture aperta al pubblico. Mahama presenterà la sua pratica artistica, che vede l’uso dei metalli come metafora della mercificazione e della globalizzazione, incluso l’ultimo progetto su cui sta lavorando: un centro di ricerca e luogo espositivo (oltre che sede di residenze artistiche) da lui fondato tre anni fa nella nativa Tamale, il Savannah Center for Contemporary Art, dove si incontrano progetti di arte contemporanea e impegno sociale.

LA NUOVA MOSTRA SULL’ALTOATESINO WALTER PICHLER

Walter Pichler, Haus in einer Schlucht, 1991. Schizzo a matita su carta, 51 x 29.5 cm. Collezione Fondazione MUSEION. Museo d’arte moderna e contemporanea Bolzano. Foto Augustin Ochsenreiter

Walter Pichler, Haus in einer Schlucht, 1991. Schizzo a matita su carta, 51 x 29.5 cm. Collezione Fondazione MUSEION. Museo d’arte moderna e contemporanea Bolzano. Foto Augustin Ochsenreiter

La mostra Walter Pichler. Architectural Sculpture in apertura il prossimo 17 giugno è dedicata all’artista e architetto austriaco di origini altoatesine Walter Pichler (1936-2012) nel decimo anniversario dalla morte. L’ampia produzione di questo “solitario” dell’arte internazionale degli anni Sessanta – che include disegni, sculture e costruzioni architettoniche – è già stata al centro di alcuni approfondimenti da parte del museo. A differenza delle mostre precedenti, però, questa (aperta fino al 18 settembre) dedica particolare spazio al progetto a cui Pichler lavorò fino alla morte: la costruzione di una casa nella Val dEga, luogo della sua infanzia, dove riunire la famiglia e ritirarsi. Il meticoloso progetto, testimoniato da un insieme di disegni che dalla costruzione effettiva specifica anche la pianificazione degli arredi, vedrà effettivamente la luce (se pure molto alterato), con l’eccezione di una piattaforma d’acciaio realizzata postuma.

CONTINUA LA SERIE DI MUSEION “TECHNO HUMANITIES” CON KINGDOM OF THE ILL

Lynn Hershman Leeson, Twisted, 2021, exhibition view New Museum photo Dario Lasagni image courtesy of the artist and Bridget Donahue

Lynn Hershman Leeson, Twisted, 2021, exhibition view New Museum photo Dario Lasagni image courtesy of the artist and Bridget Donahue

Infine, si apre il 30 settembre 2022 il secondo capitolo del programma di ricerca a lungo termine TECHNO HUMANITIES avviato dal direttore nel 2021, che si è prefisso di esplorare i fenomeni connessi alla tecnologia, allecologia, al libero scambio globale, e come questi siano intrecciati tra loro e con le nostre identità. Questo nuovo incontro si materializza nella mostra Kingdom of the Ill – il cui nome omaggia il capolavoro di Susan Sontag La malattia come metafora – che riprende l’attualissima discussione su salute e malattia, cura e abbandono, interrogandosi sulle definizioni di corpo sano e malato e sul modo in cui i sistemi di welfare determinano la realtà della sanità. Curata da Sara Cluggish e Pavel S. Pys e con un allestimento di Diogo Passarinho Studio, la mostra segnala con franchezza le ingiustizie sociali a cui assistiamo e propone la re-immaginazione dei metodi di cura con le reti di sostegno collettive. Tutto questo avviene attraverso le opere di un folto gruppo di artisti, tra cui Carolyn Lazar, Lynn Hershman Leeson e Nan Goldin. “Con Kingdom of the Ill vogliamo raccontare lassociazionismo italiano, il suo rapporto con la sanità e l’importanza crescente della salute mentale: ci sono tanto Alto Adige e tanta Italia da esplorare, sviluppando relazioni con giovani creativi e con i partner presenti sul territorio”, spiega Frida Carazzato, assistente curatoriale della Fondazione Museion.

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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