Il programma 2020 di Museion a Bolzano. Intervista al direttore Bart van der Heide

Prosegue l’inchiesta di Artribune dedicata ai musei italiani, in un momento difficile per l’intero settore della cultura

Bart van der Heide, direttore di Museion a Bolzano dal 2019, racconta come sarà la programmazione dei prossimi mesi, anticipando alcuni dei contenuti che saranno protagonisti nell’anno 2021. Da una grande esposizione tematica ad un progetto che mette al centro le collezioni. Ecco cosa accadrà. 

Come sarà l’autunno/inverno 2020 per la tua istituzione?
La stagione proseguirà da un lato nel segno della continuità, con le due mostre da poco inaugurate, quella sulla collezione del celebre esploratore Erling Kagge (fino al 14.02. prossimo) e la personale “Space Junk” di Sonia Leimer (fino al 17.01.2021). Stiamo lavorando intensamente al programma espositivo 2021, con mostre che occuperanno tutto l’edificio di Museion. Posso anticipare che per inizio anno ci sarà una collettiva sulle nuove donazioni alla nostra collezione, per guardare al ruolo sociale del museo, mentre per l’autunno 2021 è in programma una grande esposizione tematica. Stiamo inoltre lavorando alla creazione di nuovi formati e offerte di respiro interdisciplinare, che porteranno cambiamenti fisici negli spazi del museo e potenzieranno il suo ruolo nell’ecosistema culturale del territorio, come luogo di incontro, dibattito e approfondimento. 

Che aspettative hai?
Cambiare il modo di vivere il museo, anche la riscrittura degli spazi, di cui parlavo sopra, e far sì che il museo non trasmetta solo messaggi ma che li viva, come esempio di una società aperta e liberale.

Cosa invece ti preoccupa di più?
Questo momento porta con sé, inevitabilmente, le preoccupazioni legate alla programmazione e ai visitatori. Ci sono richieste capacità di flessibilità ed adattamento, ma anche se i progetti potrebbero cambiare, la rilevanza e il ruolo del museo non cambieranno. 

Che attività hai in programma?
Oltre al programma espositivo, a cui accennavo sopra, abbiamo già attivato il Museion Bulletin –una piattaforma online trilingue con articoli, interviste, extended captione molto ancora, per far sentire la nostra voce oltre le mostre e gli eventi. Valorizzeremo inoltre la collezione, che sarà esposta a Museion Passage. Guardo infatti alla collezione come un database di storie non raccontate, ma anche in tutto il suo potenziale per attivare nuovi sguardi sul presente che viviamo. Un museo che racconta di sé insomma, ma pienamente dentro il suo tempo.

Bart van der Heide

Bart van der Heide

Farai delle modifiche ai tuoi progetti iniziali per adattarli alla situazione in corso?
Lavorando al programma 2021 ho cercato di tenere conto della situazione attuale, e quindi del cambiamento nei viaggi e spostamenti fino alla primavera prossima. Come detto, dobbiamo essere flessibili. 

Quali pensi che saranno le sfide che i musei dovranno affrontare nel prossimo futuro?
In questo momento la priorità è sicuramente la salute, ma come museo dobbiamo cercare di rimanere vicini alle persone, aiutarle a non sentirsi isolate.

Diamo i numeri: come è andata dalla riapertura in termini di pubblico?
I numeri sono migliori di quanto immaginavamo, ma ci mancano ovviamente le scuole e il pubblico degli eventi estivi, come ad esempio le facciate mediali in collaborazione con il Festiva Bolzano Danza e le visite legate ai concerti del Jazz Festival. Abbiamo riscontrato un’ottima partecipazione alle inaugurazioni, in cui ho sentito, da parte del pubblico, la voglia di stare insieme e vivere l’arte.  

Quale è stata la cosa più bella da quando hai riaperto?
Vedere visitatrici e visitatori tornare e sentire che Museion gli era mancato

Cosa chiedi alla politica in questo momento comunque difficile?
Considerarci un partner e non un lusso.

Consigliaci un libro per inaugurare la stagione.
Nel nostro primo numero del Bulletin abbiamo una serie di consigli di lettura sul camminare come potente generatore di pensiero: mi sembra uno spunto molto stimolante per andare incontro a questi tempi. Tra questi, cito Francesco Careri, Walkscapes: camminare come pratica estetica.

Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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