Cesare Tacchi reloaded. La mostra a Roma
Una piccola preziosa mostra di Cesare Tacchi va in scena negli spazi di Z2O Project, con opere per lo più degli Anni Novanta. Un’occasione per provare a rileggere la parabola del grande artista

Cesare Tacchi (Roma, 1940-2014) artista pop è un’etichetta di comodo. Un giudizio fuorviante, che non tiene conto della seconda parte della produzione dell’artista romano. Tutta colpa del preconcetto in base al quale chi è stato attivo negli Anni Sessanta e Settanta deve necessariamente aver prodotto le cose migliori in quel periodo. Non è sempre così.
Il secondo Tacchi è – infatti – straordinario, oltre che sorprendente. Meriterebbe focus separati, specifici. Come questa piccola imperdibile mostra, composta per lo più da opere degli Anni Novanta.

Cesare Tacchi, Ha nelle mani nulla, 1992, olio su tela, cm 200×80
LA MOSTRA A ROMA
In realtà la svolta arriva già nel ’74, con il dipinto Sentire. Da allora il lavoro di Tacchi si fa via via più duchampiano e conturbante, mistico e metalinguistico, raggiungendo spesso esiti felicemente numinosi. Estremizzando, si potrebbe dire che Tacchi diventa surrealista e conceptual da maturo. Il che rende atipica e interessantissima la sua parabola. Ben vengano quindi mostre come questa, utili per riletture critiche.
‒ Pericle Guaglianone












Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati