La storia della scultura di John Armleder sepolta sotto al fiume Po a Piacenza

Una vicenda che risale a 25 anni fa e che abbiamo ripescato (è proprio il caso di dire) grazie ai racconti del critico e curatore Giacinto di Pietrantonio che all'epoca si occupò di seguire la realizzazione di questa installazione.

L’Italia ha un rapporto particolare con l’arte pubblica e dunque può essere curioso sapere che alcune importanti installazioni, firmate da artisti di primo livello internazionale, si sono riuscite a realizzare dopo molte peripezie burocratiche ma sono poi scomparse. Divorate dalla natura. Proprio questa è stata la bizzarra sorte di una scultura in cemento di John Armleder (Ginevra, 1948), inaugurata nel 1996 a Piacenza, lungo il Po, sulla riva meridionale dell’isolotto Maggi.

LA MOSTRA “TERRITORIO ITALIANO”. PROGETTI D’ARTE CONTEMPORENEA ETERNI

La storia parte qualche anno prima, nel 1993, quando il critico e curatore Giacinto di Pietrantonio, all’epoca attivissimo così come oggi, organizza una mostra non di opere ma di soli progetti. Il titolo? Territorio Italiano: progetto d’eternità per l’arte contemporanea. Invita 34 artisti a spedirgli un progetto ambizioso di opera d’arte pubblica, permanente, dedicata ad uno specifico territorio d’Italia. Rispondono tutti e dentro ci sono i più grandi nomi dell’epoca, italiani e internazionali. “Una volta fatta la mostra e pubblicato il catalogo, però, mi sono messo a lavoro per realizzarle davvero quelle opere, anche perché alcune erano davvero impossibili ma altre, pur con un grande sforzo, si potevano realizzare” ci racconta Giacinto. E così il critico si mette a batter cassa a finanziatori, collezionisti, aziende, con l’obbiettivo di concretizzare i tanti progetti ricevuti. Anche 25 anni fa il lavoro consisteva in fundraising e ricerca dei partner capaci di realizzare lavori complessi. Tra la manciata di opere realizzate davvero, pescando da quel tesoro di 34 progetti visionari, ci fu quella del grande John Armleder. “Armleder da giovane era stato un canottiere professionista e dunque propose di realizzare un’opera dentro al Po, di fronte a Piacenza, città sede della mitica Canottieri Vittorino da Feltre” continua Di Pietrantonio. In effetti, il famoso artista svizzero in gioventù aveva vogato proprio in quelle acque e aveva ammirato la blasonata società di canottieri locale, nota in tutto il mondo presso gli appassionati di canottaggio.

JOHN ARMLEDER E LA SCULTURA SCOMPARSA

Armleder propose una scultura in cemento a forma di disco. Una pastiglia, una grande moneta grigia del diametro di due metri e mezzo e alta mezzo metro. Appoggiata sulla spiaggia di ghiaia. L’idea era proprio quella che via via scomparisse o che comunque fosse visibile solo d’estate quando il fiume non era in piena. “E così fece” spiega Giacinto Di Pietrantonio, “io ci tornavo anno dopo anno quando passavo in città a trovare il gallerista Lino Baldini che collaborò alla realizzazione assieme a Tullio Leggeri che la realizzò materialmente col contributo della Cassa di Risparmi di Piacenza. Facevo anche delle diapositive per documentare gli spostamenti e gli interramenti dell’opera… Sta di fatto che già verso l’anno 2000 l’opera era quasi del tutto sparita“. Insomma c’è una grande installazione pubblica e permanente che da una ventina d’anni giace sott’acqua o sottoterra, chissà da dove, da qualche parte nel Po a valle di Piacenza. E magari uscirà fuori, un giorno, anche a causa della sempre più preoccupante riduzione di portata del fiume. E verrà riconosciuta solo grazie a questo articolo!

L’INAUGURAZIONE DELLA SCULTURA DI ARMLEDER A PIACENZA

E l’inaugurazione, documentata in queste foto? “Era il luglio del 1996. Ci sono io vestito di bianco, c’è Armleder, c’è Lino Baldini, c’è Anna Daneri, c’è Angela Vettese con gli occhiali da sole, c’era l’assessore alla cultura del Comune di Piacenza e venne Maurizio Cattelan. Ci sono anche un po’ di studenti perché all’epoca Armleder era visiting professor presso la Fondazione Antonio Ratti di Como. Tutto si svolgeva“, conclude Giacinto, “su un isolotto in mezzo al fiume impetuoso, dunque sempre la mitica canottieri Vittorino da Feltre che era lì di fronte ci mise a disposizione una serie di motoscafi per andare su e giù dalla città“. Ma non è che a parlare di questo progetto realizzato, a Giacinto di Pietrantonio è venuta voglia di metter mano a qualcuno degli altri progetti pronti a diventare realtà? “Tu ci scherzi, ma io ci penso davvero, magari nel 2022 ci sarà qualche sorpresa. E poi nel 2023 sono i trent’anni di Territorio Italiano…“.
– Massimiliano Tonelli

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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