La rivoluzione filosofica di Michelangelo Pistoletto in mostra in Svizzera

Fino al 26 settembre 2021 il Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona ospita la più importante e completa mostra personale elvetica di Pistoletto. Impreziosita da due installazioni site specific.

L’arte come verità, l’impegno sociale e politico come missione esistenziale. Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) lo aveva già anticipato nel suo ultimo manifesto, Ominiteismo e demopraxia: dietro ogni produzione artistica si cela “il principio attivo di rigenerazione” in grado di innescare un cambiamento radicale che può rivoluzionare la società.
La sua è un’indagine estetica che quindi non si limita a fissare un senso solo artistico, il segno è rivoluzionario. Per questo da oltre sessant’anni propone una serie di atti concreti con l’obiettivo di riconciliare l’essere e il tempo.
La mostra al Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona, la più completa retrospettiva mai realizzata in Svizzera, assume così un valore ancora più filosofico. Il nucleo della personale è all’interno del museo, ma conta anche su due installazioni site specific che sfruttano “la spazialità dell’esserci”.

DALLO SPECCHIO ALLA VENERE DEGLI STRACCI

La rassegna, curata da Mara Folini e Alberto Fiz, si compone di quaranta opere, tra dipinti, Quadri specchianti, installazioni, video e rare immagini d’archivio, dal 1958 al 2021. Alcune più iconiche come La Venere degli stracci, Metrocubo d’infinito o i Quadri specchianti, altre esposte in rare circostanze, come quelle a tema politico degli Anni Sessanta, che fanno riferimento all’esperienza interdisciplinare dello Zoo con le azioni collettive e le performance teatrali.
L’arte si fa carne, esce dalla fissità del quadro, non è più una soggettiva dell’artista e lo spettatore non deve accettarne il senso passivamente. È un’arte partecipativa, una sorta di maieutica, lo spettatore interagisce con l’opera: si specchia, si distorce, vorrebbe genuflettersi o semplicemente cerca risposte di fronte agli interrogativi che pone Pistoletto.
Dio esiste, chi sono, cosa voglio? Il significato finale non sta più nella cosa in sé ma nel passaggio tra le cose.

Michelangelo Pistoletto. Exhibition view at Museo Comunale d’Arte Moderna, Ascona 2021. Photo Alexandre Zveiger

Michelangelo Pistoletto. Exhibition view at Museo Comunale d’Arte Moderna, Ascona 2021. Photo Alexandre Zveiger

IL TERZO PARADISO AL CASTELLO E AL MONTE VERITÀ

Il progetto prosegue nel Parco del Castello di San Materno, dove circa settanta piante vanno a comporre Il Terzo Paradiso. Il simbolo matematico infinito si estende ulteriormente, con un terzo cerchio. A livello concettuale, si riferisce a tre momenti della storia umana: il primo è quello delle origini, in cui ogni individuo è pienamente integrato nella natura; il secondo è quello artificiale, contraddistinto dallo sviluppo dell’intelligenza umana e della tecnologia.
Il terzo, che si pone al centro degli altri due, serve per superare l’attuale conflitto tra natura e artificio e implica un nuovo modello di società ecosostenibile, profondamente democratica e inclusiva.
All’inizio del secolo scorso, Monte Verità era un punto d’incontro di artisti e intellettuali non convenzionali provenienti da tutta Europa e qui ben si colloca un altro “Terzo Paradiso” creato utilizzando grosse pietre levigate.

Lucia Antista

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Lucia Antista

Lucia Antista

Laureata in Filologia moderna, vive a Milano, occupandosi di arte, fotografia e teatro per Libreriamo. Giornalista pubblicista, al limite della grafomania, collabora con varie testate e quando può scrive sul suo blog Luce fu.

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