Qui dove sono. La mostra di Giulio Paolini a Milano

La galleria Christian Stein di Milano ospita cinque opere di Giulio Paolini, in vista degli ottant’anni dalla sua nascita.

Qui dove sono è il titolo della mostra di Giulio Paolini (Genova, 1940) alla galleria Christian Stein di Milano. Ci troviamo di fronte a un percorso mentale e fisico, in cui vige un rimando di natura esistenziale. Il titolo fa riferimento a un’opera omaggio alla gallerista nel cui spazio torinese, in via Teofilo Rossi, 3, Paolini ha esposto per la prima volta nel 1967. La galleria aveva aperto i battenti da un anno. Paolini e Stein, che aveva scelto di portare un nome da uomo per sembrare più autorevole, sono stati legati per il resto della vita della gallerista, scomparsa ultranovantenne nel 2003. Questa è un’occasione particolare, che celebra il prossimo compleanno di Paolini, il quale, a novembre, compirà ottant’anni.

LA MOSTRA SU PAOLINI A MILANO

Il percorso si articola in cinque opere, delle quali tre appositamente realizzate ad hoc. Icaro e Ganimede sono i protagonisti di In volo (2019-20), in cui sono evidenti i richiami alla mitologia, alla pittura francese tra Sette e Ottocento attraverso la figura del pittore e trattatista francese Charles Paul Landon. In quest’opera ci sono la fine e il principio dell’idea di Bellezza, l‘ascesa al cielo e la caduta sulla terra.

Giulio Paolini, Qui dove sono, 2018 19. Courtesy l'artista & Galleria Christian Stein, Milano. Photo Agostino Osio

Giulio Paolini, Qui dove sono, 2018 19. Courtesy l’artista & Galleria Christian Stein, Milano. Photo Agostino Osio

LE OPERE DI PAOLINI DA STEIN

Appositamente realizzata per la mostra è anche Vis-à-vis (Kore), in cui un calco della testa di fanciulla di una statua ellenistica è diviso in due parti. Ancora una volta il doppio. Assenza e presenza, che trovano nel calco un esempio perfetto, teso a fermare il tempo, a bloccare l’istante. Sembra che in tutte le opere proposte ci sia un riferimento a questo particolare momento della vita dell’artista, una riflessione sul passare del tempo, sull’annullamento inevitabile dei fenomeni. Così in La casa brucia (1987-2004). E quindi Passatempo, in cui il ritratto di Paolini ripreso nel 1971 è posto sotto pezzi di vetro e alcuni frammenti di riproduzioni a colori di motivi astrali, l’assoluto e quindi una clessidra. Ancora una volta la singola esistenza posta a confronto con il macrocosmo, al ritmo del tempo che passa inesorabile.

PAOLINI, L’ARTISTA SCHIVO

L’opera del 2019 che dà il titolo alla mostra ci riporta al luogo in cui l’artista vive, alla sua abitazione, al suo studio in Piazza Vittorio, a Torino. Si tratta di una serie di collage, una scenografia ideale, il sapore è quello di certa metafisica dechirichiana. Il rimando alla lunga e ricca parabola esistenziale di Giulio Paolini, uomo e artista schivo, protagonista a pieno titolo della storia dell’arte.

Angela Madesani

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Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

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