The Milky Way per la prima volta a Torino. La mostra raccolta fondi per Pianoterra da Noero

Quinta edizione della mostra di raccolta fondi, finalizzata a sostenere le attività di Pianoterra Onlus, da sempre a fianco delle famiglie più vulnerabili. Ne abbiamo parlato con la sua curatrice Damiana Leoni

È in arrivo un nuovo appuntamento della mostra di raccolta fondi curata da Damiana Leoni, finalizzata a sostenere le attività di Pianoterra Onlus, da sempre a fianco delle famiglie più vulnerabili nei quartieri più difficili delle città, con un focus rivolto soprattutto alle donne in stato di gravidanza o alle neomamme. Stiamo parlando di The Milky Way che, per la sua quinta edizione, approda per la prima volta a Torino presso la Galleria Franco Noero nella sede di Piazza Carignano 2, luogo evocativo con il suo cortile interno che richiama le atmosfere del progetto e il tema di quest’anno: Interno/Inner. Pianoterra, con sedi nelle province di Roma e Napoli, ha lanciato proprio in quest’ultima città – dove è stata fondata nel 2008 – la prima edizione di The Milky Way, nel 2014. Per poi portare il progetto a spasso per Roma, presso la galleria Studio SALES nel 2015 e Milano, da Giò Marconi nel 2016, fino a tornare, nell’anno del decennale nel capoluogo partenopeo, presso la Galleria Lia Rumma, che sostiene l’iniziativa, coinvolgendo complessivamente 200 artisti. Ora arriva a Torino, dove il 6 febbraio 2020 (dalle 12 alle 21) e il 7 febbraio (dalle 10 alle 16), con una preview per la stampa il 5 febbraio dalle 12 alle 16, si potranno aiutare le attività di Pianoterra Onlus acquistando un’opera della mostra The Milky Way. Ne abbiamo parlato con la sua curatrice Damiana Leoni.

Nathalie Du Pasquier, Natura morta, 2017, Inchiostro su carta, 50 x 70 cm, Courtesy l’artista

Nathalie Du Pasquier, Natura morta, 2017, Inchiostro su carta, 50 x 70 cm, Courtesy l’artista

Come nasce l’idea di questo format espositivo finalizzato a una raccolta fondi per il sociale?
L’idea del progetto The Milky Way nasce dalla mia esperienza personale e dall’incontro con Pianoterra. E soprattutto grazie alla generosità degli artisti, senza i quali non sarebbe stato possibile realizzare e sostenere il progetto. Ho voluto con questo format replicare la progettualità di una mostra classica che si realizza in galleria, con una durata di due giorni, ma con la metodologia e l’approccio di un group show: c’è un curatore, un tema e tutte le caratteristiche di una vera mostra in galleria. Abbiamo nel corso delle cinque edizioni trovato le sedi giuste – gallerie di altissimo livello che ci hanno invitato e che hanno sposato questo evento -. I galleristi sono stati infatti molto contenti di fare mostre canoniche ma con uno scopo sociale, dall’approccio diverso, gioioso, pregno di spirito di collaborazione.

Puoi fare un bilancio di queste prime cinque edizioni?
Il bilancio è molto positivo. Non avevo mai fatto prima di questa esperienza un progetto simile e sono felice della risposta positiva che abbiamo avuto, sia dal punto di vista finanziario che in termini di collaborazione. Credo che a funzionare sia stata innanzitutto la professionalità applicata al progetto. Di solito i benefit show sono un po’ diversi… Ma qui tutti gli attori coinvolti – Pianoterra, il team che ci ha lavorato – hanno fatto sì che il bilancio non potesse essere che di successo. Soprattutto è stata fondamentale la partecipazione dei 200 artisti che hanno contribuito al progetto non solo con un’opera, ma anche sentendosi coinvolti e condividendo le informazioni. E poi tutti gli endorsement che abbiamo ricevuto, i territori che ci hanno ospitato, le persone che hanno affollato via via le gallerie nelle città in cui abbiamo lavorato. Insomma, è un esperimento che funziona, per la grande coesione tra i soggetti coinvolti.

Dopo Napoli, Roma e Milano, ora portate per la prima volta il progetto a Torino…Siamo a Torino grazie all’invito di Franco Noero. È nostra usanza toccare varie tappe in tutta Italia. Volevamo essere qui sia per divulgare Pianoterra e le sue attività in tutta la rete nazionale, sia perchè Torino è la città dell’arte contemporanea con la A maiuscola. Il tema di solito viene ispirato dai progetti di Pianoterra: la nostra formula è parlare di progetti a scopo sociale attraverso le opere degli artisti. In questo caso Interno/Inner si sposa anche con il luogo: la bellissima sede di Piazza Carignano della galleria Noero, un “interno per eccellenza”, con i suoi spazi affrescati, il camino, etc. La cifra di Pianoterra è questa: lavorare sulle condizioni esterne partendo dallo stato interiore. Proprio per questo abbiamo voluto giocare su questa relazione semantica: l’interno della galleria insieme all’interno vero, che è la base di partenza dei progetti di Pianoterra.

Enrico Tealdi Tutti aspettano qualcosa, 2018 Tecnica mista su carta foderata su tela 30 x 40 cm Courtesy l'artista e galleria Francesca Antonini, Roma

Enrico Tealdi
Tutti aspettano qualcosa, 2018
Tecnica mista su carta foderata su tela
30 x 40 cm
Courtesy l’artista e galleria Francesca Antonini, Roma

Quali sono i risultati concreti raggiunti finora dai proventi di questa mostra benefica?
The Milky Way ha consentito a Pianoterra di rafforzare le azioni messe in campo a sostegno di famiglie in difficoltà. In particolare il programma 1000 Giorni, che si rivolge a donne in gravidanza, e genitori di bambini molto piccoli che vivono in condizioni di vulnerabilità per prevenire problemi di salute e sviluppo legati al disagio e impedire che si trasmettano da una generazione all’altra. In dodici anni di attività tra Napoli e Roma Pianoterra ha incontrato e accompagnato quasi 4000 adulti e altrettanti bambini.

-Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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