
Si è aperta la 34esima edizione della Biennale di São Paulo l’8 febbraio 2020, in una giornata di festa, mostre e performance. Guidata dal napoletano Jacopo Crivelli Visconti (che avevamo intervistato), la kermesse brasiliana del 2020 porta con sé alcune novità. Prima di tutto riguardo alla sua durata: invece di partire a settembre come di consueto, la sua inaugurazione è stata anticipata a febbraio per dare spazio a una rassegna di mostre personali che si alterneranno nei prossimi mesi, capaci di attirare la concentrazione del pubblico su una ristretta selezione di opere. La seconda riguarda i luoghi di svolgimento della manifestazione, che invece di occupare solo il Bienal Pavilion (Pavilhão Ciccillo Matarazzo) comprenderanno anche mostre allestite in diverse istituzioni sparse per la città.

Paulo © Levi Fanan / Fundação Bienal de São Paulo
BIENNALE DI SÃO PAULO: LE IMMAGINI DELL’INAUGURAZIONE
Faz escuro mas eu canto [Though it’s dark, still I sing] – ripreso da una composizione del poeta brasiliano Thiago de Mello – è il titolo della Biennale di São Paulo 2020, concepita per essere il più possibile aperta a molteplici relazioni e in continua evoluzione, abbandonando le narrazioni monolitiche. “Nel contesto polarizzato del Brasile e del mondo attuale, dove si trovano posizioni diverse sempre più chiuse le une verso le altre, queste lezioni di dialogo diventano urgenti e necessarie“, spiega Crivelli Visconti a proposito della sua edizione. Ecco quindi le immagini del grande opening dell’8 febbraio, in cui è stata svelata la personale dell’artista peruviana Ximena Garrido-Lecca (fino al 15 marzo 2020): la sua ricerca esamina la turbolenta storia del Perù ed esplora l’impatto culturale dei modelli neocoloniali trasmessi attraverso i processi di globalizzazione. Nella stessa giornata, si è svolto il progetto musicale del sudafricano Neo Muyanga dal titolo Amazing Grace: una melodia che riprende il canto a lutto usato nelle occasioni pubbliche in diverse parti dell’Africa interpretato da 40 voci nel padiglione di Oscar Niemeyer, e porta con sé una connotazione religioso-politica per la comunità afroamericana negli Stati Uniti.
– Giulia Ronchi