Interpretazione come presentazione. Lina Selander a Napoli

Galleria Tiziana Di Caro, Napoli – fino all’11 gennaio 2020. Il nuovo progetto di Lina Selander alla galleria Tiziana Di Caro trasforma l’interpretazione in poetica presentazione diretta delle fonti.

I quattro lavori che compongono Diagrams of Transfer, la nuova personale di Lina Selander (Stoccolma, 1973) organizzata alla galleria Tiziana Di Caro, sono poetico racconto di un mondo rovinato dall’uomo, dalla sua “divina Indifferenza” (Montale) di sempre.
Proiettato su una fotografia che raffigura l’aula di un ex tribunale francese trasformato oggi in spazio espositivo, Notes For a Film on Nature (2016) è una installazione che apre la mostra e che intrappola lo spettatore per spostarlo su una posizione giudicante: e non su quella del giudice, assolvente o condannante, ma del testimone considerante, pensante, avvolto in un alone animato che massaggia il cervello e percuote lo sguardo. Due video in loop, nella seconda sala – Diagram of Transfer No. 1 (2018) e Diagram of Transfer No. 2 (2019) – intrecciano storia e memoria, economia e politica, controllo e paura, etica ed estetica, immagini di repertorio e lacerti di tempo presente come i grandi macchinari tritalibri (chiaro richiamo alla censura) o il panda dello Schönbrunner Zoo che per guadagnarsi una carota è costretto a realizzare dei disegni, venduti al pubblico finanche con l’autentica.

Lina Selander, The Weight of Images, 2019. Courtesy the artist & Galleria Tiziana Di Caro

Lina Selander, The Weight of Images, 2019. Courtesy the artist & Galleria Tiziana Di Caro

LE OPERE DI LINA SELANDER

A chiudere il percorso è The weight of Images (2019), una videoinstallazione pensata appositamente per la galleria con cui Selander, consapevole che interpretare vuol dire dare un giudizio (e Selander evita il giudizio perché portatore di scorie, di buio, di inevitabili cancellature), trasforma l’interpretazione in presentazione. Nell’ultima sala della mostra c’è un tavolo con sopra delle mele che il pubblico può all’occorrenza anche prelevare (simbolo di speranza, di nutrimento psicofisico). Per terra, esattamente tra le quattro gambe del tavolo, uno specchio rivelatore richiama la posizione di Perseo (il suo scudo utile a guardare Medusa) e proietta frammenti di immagini che scorrono su un monitor elegantemente nascosto: le immagini sono tutte legate all’Olocausto, al Sonderkommando di Auschwitz, alla ricostruzione di documenti, a una infiammazione del tempo che non cessa di bruciare.

Antonello Tolve

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Antonello Tolve

Antonello Tolve

Antonello Tolve (Melfi, 1977) è titolare di Pedagogia e Didattica dell’Arte all’Accademia Albertina di Torino. Ph.D in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico artistica (Università di Salerno), è stato visiting professor in diverse università come la Mimar Sinan…

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