Tutti gli eventi d’arte, design e mercato a Vienna, da Vienna Contemporary a Parallel Art Fair

“Il Prater è chiuso! Vieni al Museo”. Ma non solo al museo, perché una raffica di eventi artistici si sta abbattendo su Vienna. Manifestazioni a grappolo come Fiere, pellegrinaggi critici, design a perdita d’occhio. Per non parlare poi di grandi mostre…

L’agenda viennese di fine settembre è satura di quegli appuntamenti annuali da seguire con curiosità, interesse, passione. Si va dalla Vienna Contemporary alla Parallel, le due consuete fiere esclusivamente dedicate al contemporaneo, mentre è già partita con qualche giorno d’anticipo su di esse la maratona metropolitana chiamata Curated by, un percorso espositivo tra le sedi di 22 gallerie, le più note e attive della capitale, sotto l’egida di altrettanti curatori del circuito internazionale. Ma a polarizzare l’attenzione c’è anche la lunga – 10 giorni – Design Week. Non è tutto, beninteso: occhio ad alcune proposte museali, come quella del Mumok (area MuseumsQuartier), con la pulsante e un po’ nostalgica rievocazione di quei “mitici” anni Sessanta che si manifestarono sotto l’impulso di Alfred Schmeller, uno dei massimi teorici e critici viennesi di quel periodo. In piena evidenza, poi, se si ha pure la pazienza di mettersi in coda, c’è il Museo Albertina che ha appena inaugurato una calibratissima mostra su Albrecht Dürer.

Franco Veremondi 

VIENNA CONTEMPORARY

Johanna Chromik (direttrice artistica Vienna Contemporary 2019), ©viennacontemporary / Niko Havranek

Johanna Chromik (direttrice artistica Vienna Contemporary 2019), ©viennacontemporary
/ Niko Havranek

Come accade da alcuni anni, lo scenario che ospita la Vienna Contemporary è l’ottocentesco, appropriatissimo, padiglione Marx Halle, quando invece la principale novità di questa edizione fieristica è rappresentata dal cambio della direzione artistica. Alla guida ora c’è Johanna Chromik, polacca di origine, cresciuta a Berlino, che vanta nel proprio curriculum la dirigenza di importanti istituzioni nella capitale tedesca, quali la König Galerie e la Kow. Alla kermesse partecipano 110 gallerie, provenienti da 26 differenti paesi, mentre gli espositori nazionali sono all’incirca un terzo. La fiera viennese, quindi, è nata e resta senz’altro a vocazione internazionale, e concentrata sull’incontro delle giovani generazioni, soprattutto centro-est europee. Circola ottimismo sulla crescita dei visitatori; nella scorsa stagione la manifestazione è stata visitata da oltre 30mila persone. Molto efficiente la gestione organizzativa, che quest’anno si giova di un nuovo apparato comunicativo con l’ufficio viennese A B C di Ana Berlin, un team che sta prendendo in mano molti eventi artistici di rilievo anche internazionale. Pochi come sempre gli espositori italiani; tra costoro, in effetti, risultano privilegiate le gallerie altoatesine/sud-tirolesi, giacché a favorirle è senz’altro la vicinanza geografica e la familiarità con la lingua tedesca. Non di meno le avvantaggia una certa sensibilità di gusto sul piano propositivo, tanto più che nelle rispettive scuderie non di rado artisti e curatori hanno compiuto la loro formazione in accademie o università viennesi. Tornano quindi a calcare la scena la Galleria Alessandro Casciaro di Bolzano e la Doris Ghetta di Ortisei, e per la seconda volta consecutiva torna la Galleria Michela Rizzo di Venezia. D’altronde sono solo tre anche le gallerie dalla Russia, tre moscovite per la precisione, nonostante il patron della manifestazione, Dmitry Aksenov, sia un connazionale. Con alcuni ritocchi di contenuto rispetto al passato, nel cuore dell’area espositiva c’è Zone 1, che seleziona giovani artisti con legame formativo con l’Austria. C’è poi Explorations, in mano a Harald Krejcial, curatore capo del Museo Belvedere, un format qui inedito, con scelta di opere dal 1945 al 1980, per un’arte impegnata a testimoniare i forti cambiamenti storico-sociali. E c’è dell’altro ancora, naturalmente…

 Vienna Contemporary
dal 26 al 29 settembre 2019
Marx Halle
Karl-Farkas-Gasse 19
https://www.viennacontemporary.at/

PARALLEL ART FAIR

Vakhtang Kokiachvili, Cosmos “ (1972), Courtesy Window Project

Vakhtang Kokiachvili, Cosmos “ (1972), Courtesy Window Project

È il nome stesso a definire il carattere di questa manifestazione, una fiera che parallelamente a quella principale, lancia la sfida ribelle al conformismo del mercato d’arte. Ribelle, dunque? Scapigliata, anticonformista, disordinata? Ai suoi esordi senz’altro lo è stata, accogliendo giovani e giovanissimi artisti in modo pressoché indiscriminato e in quantità smisurata. Gli acquisti delle opere si trattavano direttamente con gli autori. Con gli anni, però, ha perso la spinta dionisiaca che caratterizzava la formula. Era perfino una fiera nomade, andando ad occupare, di edizione in edizione, edifici pubblici dismessi e talvolta malridotti. Ora nomade non lo è più tanto, visto che quest’anno si è nuovamente installata nella sede dello scorso anno, una costruzione anni Ottanta, buona architettura, ex quartier generale della IBM, oggi inspiegabilmente abbandonato. Adesso, molto più disciplinata e articolata degli esordi, resta una manifestazione ibrida tra fiera d’arte, piattaforma espositiva e studio d’artista, conservando un po’ del tenore alternativo di sempre. Una proposta comunque molto gradita al pubblico, non soltanto giovane.

Parallel Vienna Art Fair
Fino al 29 settembre
Lassallstrasse 5
https://parallelvienna.com/

CURATED BY_

Robert Klemmer, Überspannt ein Tal (1968), Courtesy Konzett Galerie

Robert Klemmer, Überspannt ein Tal (1968), Courtesy Konzett Galerie

Nata undici anni fa come emanazione della principale fiera d’arte austriaca dedicata al contemporaneo – allora in seno alla Vienna Fair – la sua formula è talmente radicata tra gli eventi artistici cittadini da avere vita propria. O quasi, giacché le 22 gallerie viennesi che formano il circuito sono pressoché tutte presenti simultaneamente alla Vienna Contemporary, e sono tra le più dinamiche e note, partecipando talvolta alle fiere di spicco del circuito mondiale. Centrale in questa formula è l’intervento di curatori internazionali, a ognuno dei quali è affidato uno spazio espositivo. Tema comune a tutti, Circulation, inteso nella maniera più ampia: circolazione di persone, idee, oggetti, narrazioni, mezzi…

Lista delle gallerie:
Charim Gallery Vienna / a cura di Ammi Barak
Crone Wien / a cura di Joerg Koch
Croy Nielsen / a cura di Anna Gritz
Galleria Ernst Hilger / a cura di_Gerald Matt
Felix Gaudlitz / a cura di_Katherine Pickard
Gianni Manhattan / a cura di Anna Goetz
Galleria Lisa Kandlhofer / a cura di Ed Ednieles
Galleria Martin Janda / a cura di_Manuela Moscoso e Ariel Schlesinger
Georg Kargl Fine Arts / a cura di Paul Pieroni
Christine King Gallery / a cura di Zdenka Badovinac
Krinzinger Progetti / a cura di Daniel Baumann, Kathrin Bentele, Matthew Hanson
Galleria Emanuel Layr / a cura di Paul Clinton
Mario Mauroner Contemporary Art Vienna / a cura di Kendell Geers
Galleria Meyer Kainer / a cura di Florian Pumhösl
Galleria successiva St. Stephan Rosemarie Foresta nera / a cura di Adam Budak
Sala con luce / a cura di_Institut per la visualizzazione
Galleria Gabriele Senn / a cura di_Goschka Gawlik, Arkadiusz Półtorak
Galleria Steinek / a cura di Jürgen Tabor
Sophie Tappeiner / a cura di Nicoletta Lambertucci
VIN VIN Gallery / a cura di Alex Bacon
Hubert Winter Gallery / a cura di Jon Bird
Zeller van Almsick / a cura di Angels Miralda

Curated by_
dal 13 settembre al 12 ottobre 2019
indirizzi vari
https://curatedby.at/

 

ALFRED SCHMELLER

Alban Muja, Brotherhood (2014), Courtesy the artist

Alban Muja, Brotherhood (2014), Courtesy the artist

Nel riproporre al pubblico una selezione delle proprie collezioni attraverso varie tappe tematiche, il viennese Mumok (Museum Moderner Kunst) non fa che ripercorrere una emozionante storia dell’arte d’avanguardia a partire dagli anni Sessanta con epicentro nella capitale austriaca. Il capitolo che sta per inaugurarsi concerne un personaggio chiave, il critico d’arte Alfred Schmeller, che dal 1969 al 1979 ne fu il direttore e l’animatore. A quel tempo l’istituzione si chiamava 20er Haus (Museo del XX Secolo), denominazione che alla svolta del nuovo secolo fu sostituita con quella attuale, spostandone il domicilio nel nuovo MuseumsQuartier. Il grande merito di Schmeller, durante il suo mandato, fu quello di aver concepito il museo in un modo tutt’altro che convenzionale, e che lui definiva perspicacemente come “Unruheherd”, ovvero zona di disturbo, focolaio di crisi, punto nevralgico e problematico: emergenze che lui volle tematizzare emblematicamente nella mostra Biliardo Gigante di Haus-Rucker-Co. Al museo, grazie ad Alfred Schmeller, vi trovarono spazio con l’arte visiva anche l’architettura, il design, la musica, così pure manifestazioni e festival d’avanguardia. Coniando lo slogan “Il Prater è chiuso. Vieni al museo!” il direttore cercò di attirare un pubblico molto ampio, fuori dal circuito degli addetti e degli appassionati. E ci riuscì, spesso stimolandolo a interagire con le opere. Selezionò e collezionò lavori dei Chicago Imaginist come di artisti austriaci: Oswald Oberhuber, Hans Hollein, Walter Pichler e molti altri divenuti celebri. Riconobbe presto il valore di Harald Szeemann nell’organizzare mostre, portandole a Vienna; mostre leggendarie come Macchine celibi o Monte Verità, progetti con i quali il museo ha fatto storia.

Alfred Schmeller
dal 27 settembre 2019 al 16 febbraio 2020
Mumok
Museumsplatz 1(MuseumsQuartier)
https://www.mumok.at/

DÜRER

Albrecht Dürer, Ritratto a mezzo busto di una giovane veneziana, 1505. Vienna, Kunsthistorisches Museum. Photo © KHM Museumsverband

Albrecht Dürer, Ritratto a mezzo busto di una giovane veneziana, 1505. Vienna, Kunsthistorisches Museum. Photo © KHM Museumsverband

Un gigante, ecco tutto! Duecento lavori messi in mostra nelle sale del Museo Albertina per porre sotto la lente la capacità tecnica e la dimensione culturale dell’artista rinascimentale tedesco Albrecht Dürer, uno dei più significativi maestri della storia dell’arte. Per la maggior parte sono opere su carta, come disegni o dipinti all’acquerello, opere formidabili e ben note come il vividissimo Leprotto, o certi autoritratti, capolavori che appartengono al museo stesso. E ancora, insieme a vari documenti e scritti di pugno dell’artista, ci sono famose opere pittoriche in prestito da importanti musei. In definitiva, con i tanti spunti posti sotto i nostri occhi dal curatore Christof Metzger, un autentico specialista in materia, emerge un gioco di intersezioni tra le tecniche usate e i tanti motivi tematici.

Albrecht Dürer
Albertina Museum
fino al 6 gennaio 2020
Albertinaplatz 1
https://www.albertina.at/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Franco Veremondi

Franco Veremondi

Nato a Perugia, residente a Roma; da alcuni anni vive prevalentemente a Vienna. Ha studiato giurisprudenza, quindi filosofia con indirizzo estetico e ha poi conseguito un perfezionamento in Teoretica (filosofia del tempo) presso l’Università Roma Tre. È giornalista pubblicista dal…

Scopri di più