Parola alle immagini. Francesco Ciavaglioli a Roma

Spazio Molini, Roma ‒ fino al 6 aprile 2019. Le opere di Francesco Ciavaglioli, vanno in mostra nel luogo espositivo nato dal recupero dell’antico mulino dello storico Pastificio Cerere.

Colpisce subito il titolo scelto per la personale di Francesco Ciavaglioli (Avezzano, 1983) ‒ Fremo immagine ‒, facilmente fraintendibile con fermo immagine, dove “fremere” riguarda un turbamento interiore, l’urgenza di una ricerca nelle piccole cose, sfuggenti e tutt’altro che ferme. Da qui la scelta dei soggetti: fenomeni del quotidiano senza pretesa, la cui banalità cela un fermento, una sfumatura ancestrale che va oltre il facile binomio immagine-rappresentazione. Lavori su carta, tela e vetro, interventi site specific e opere inedite creano così un dialogo affascinante con gli ambienti sotterranei dello Spazio Molini e offrono uno spaccato completo sulla questione – centrale per Ciavaglioli ‒ dell’immagine, della sua riproduzione tecnica, ripetizione e dissoluzione.
Per realizzare i suoi soggetti Ciavaglioli ha proceduto a partire da una matrice originata da una riproduzione fotografica, per poi intervenire con colori a olio o inchiostro. Una tecnica assodata, con la quale l’artista riesce a cogliere la fragilità delle immagini restituendone la duplice sembianza: da un lato riconducibile a dati di realtà, dall’altro a un’emotività profonda, essenza di una memoria remota.

Francesco Ciavaglioli, Guardo solo le figure, 2018

Francesco Ciavaglioli, Guardo solo le figure, 2018

CIAVAGLIOLI E L’IMMAGINE

In Guardo solo le Figure, uno schedario rotativo dal fascino rétro presenta una serie di circa 1200 figure di animali estrapolate da un’antologia scolastica. Immagini già pronte, ancora una volta appartenenti al mondo naturale, sono state programmaticamente isolate dal contesto originario per interpellarne dimensione e temporalità altre, attivando processi di memoria comune.
Un fremere silenzioso, quello delle immagini di Francesco Ciavaglioli, che si posano delicate e discrete all’interno dello Spazio Molini, assecondandone le fattezze strutturali senza imporsi, rivelandosi all’osservatore attento nella loro natura mutevole.
Fremo immagine rappresenta, in ultima analisi, una ricapitolazione cruciale della ricerca di Ciavaglioli, che nel rapporto tra immagine e tecniche di riproduzione trova il suo punto focale. Il medium è un pretesto, la reiterazione di moduli è una tecnica che l’artista sfrutta per indagare e cogliere la vita inquieta delle immagini.

Gaia Palombo

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Gaia Palombo

Gaia Palombo

Gaia Palombo (Latina, 1989) consegue nel 2014 la Laurea Magistrale in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli studi di Roma La Sapienza, con una tesi biografica e storico-critica su Donatella Landi. Nel 2012 svolge un tirocinio presso la Fondazione Pastificio…

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