Da un punto di vista femminile, il prendersi cura contempla pratiche di accudimento che si estendono ad ampio raggio dalla vita alla morte. Elisabetta Di Sopra (Pordenone, 1969), videoartista veneta, riflette a riguardo con un taglio di genere, partendo dalla propensione materna alla cura. Vocazione enfatizzata da una stessa figura femminile che assiste un neonato e un anziano in una doppia proiezione, in cui le due polari stagioni della vita racchiudono dinamiche emotive e gesti, ancestrali e quotidiani, e dove la fragilità di corpi inabili trova nell’altro un sostegno e una custodia. Tema ripreso anche nel video Quando ci sarà qualcuno in grado di sorreggermi, in cui i ruoli si ribaltano e una madre inerme, colpita da apparente atarassia, viene sostenuta e rianimata dai suoi figli. Partecipano coralmente per riportala alla vita sollevandola, vestendola e, infine, posizionandola al centro della scena per una conclusiva e risarcitoria foto di famiglia.
‒ Marilena Di Tursi