Officine pittoriche ed estasi splendenti. Blanco e Grenci a Bologna

Museo Davia Bargellini, Bologna ‒ fino al 3 marzo 2019. Due artisti si insinuano tra le pieghe di un museo, come i draghi nelle vesti della Madonna dei denti di Vitale. Accostarsi e discostarsi dalla pittura (e dalla sua storia) alla ricerca di un dialogo.

C’è un museo poco noto a Bologna che conserva il fascino della Wunderkammer e il mistero del cabinet, si chiama Davia Bargellini. Da qualche anno è divenuto saltuariamente sede per i progetti di Art City, come accade anche questa volta con Giovanni Blanco (Ragusa, 1980) e Domenico Grenci (Ardore, 1981). Il duo formatosi per l’occasione occupa le sette sale, in cui aleggia lo spirito del primo allestimento degli Anni Venti, con una doppia tendenza alla mimesi e al contrappunto. È uno scambio di visioni quello ricercato dagli artisti, che a volte si palesa quando i dipinti contemporanei esposti cercano un’interazione diretta con statue e tavole, incrociando i loro sguardi. Le opere di Blanco e Grenci si integrano nel percorso espositivo entrando nelle vetrine, perpetrando le stesse strategie allestitive, o quando si appoggiano su mobili e scaffali, affidando la propria traccia, il proprio (auto)ritratto a un tempo più lungo, quello della polvere.

Claudio Musso

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Claudio Musso

Claudio Musso

Critico d'arte e curatore indipendente, la sua attività di ricerca pone particolare attenzione al rapporto tra arte visiva, linguaggio e comunicazione, all'arte urbana e alle nuove tecnologie nel panorama artistico. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Archeologia e Storia…

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