Correva l’anno 1969: lo sbarco sulla Luna, Altamont l’anti-Woodstock, Gilbert&George, Hockney

Nuovo episodio di “Correva l’anno”, la rubrica settimanale di Artribune che racconta i fatti dell’arte del passato senza pretese di esaustività storica. Con un occhio all’attualità. Questa volta parliamo del 1969

MartuxM e Giulio Maresca allunaggio Apollo11Reloaded

MartuxM e Giulio Maresca allunaggio Apollo11Reloaded

Nel 2019 in dirittura d’arrivo, ricorre il cinquantesimo anniversario della prima volta che l’uomo ha messo piede sulla Luna. Per l’occasione Fondazione Musica per Roma, in occasione de La festa di Roma, Capodanno del Comune di Roma, ha prodotto Apollo 11 Reloaded: una nuova composizione musicale di MartuxM, nome d’arte del compositore, produttore, percussionista, sperimentatore dell’elettronica e sound designer Maurizio Martusciello. Un’orchestrazione elettronica celebrerà i 50 anni dalla celebre missione spaziale dell’Apollo 11 musicando immagini di repertorio provenienti dall’Archivio Luce, realizzate anche nella sede dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), in collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma e Casa del Cinema: un countdown fino al 1 gennaio 2019, in via Petroselli a Roma. Ma cos’altro è successo di preponderante nell’arte in quello scorcio di fine anni ‘60 del secolo scorso? Dal festival rock californiano Altamont – raccontato dalle foto di Bill Owens – che segna la fine delle illusioni della generazione “Flower Power”, alla Singing Sculpture che porta al successo Gilbert & George fino al dipinto spartiacque della carriera di David Hockney, ecco una selezione di fatti d’arte da ricordare…

Claudia Giraud

ALTAMONT FREE CONCERT, L’ANTI-WOODSTOCK

Bill Owens Altamont, courtesy Claudia Zanfi

Bill Owens Altamont, courtesy Claudia Zanfi

Pochi mesi dopo il festival di Woodstock, il 6 dicembre 1969 i Rolling Stones decisero di organizzare un altro raduno musicale gratuito, l’Altamont Free Concert, sulla costa ovest degli Stati Uniti, che avrebbe concluso il loro tour americano. Al concerto presero parte Santana, i Jefferson Airplane, The Flying Burrito Brothers e Crosby, Stills, Nash & Young. La manifestazione, però, fu un’anti-Woodstock perchè degenerò in violenza e morte a causa dell’infelice decisione degli organizzatori di affidare il servizio d’ordine all’associazione motociclistica degli Hells Angels locali, totalmente impreparati, maneschi, ubriachi e ostili agli hippy. Ora la storia di quel leggendario festival è raccontata nel libro edito da Damiani, Altamont 1969, con gli scatti del noto fotografo americano Bill Owens, i testi sempre di Bill Owens, quelli di Sasha Frere-Jones (musicista, scrittore, contributor del New Yorker) e di Claudia Zanfi (storica dell’arte, curatrice dell’Archivio Bill Owens Milano). Il volume sarà presentato in anteprima mondiale il 31 gennaio presso Spazio Labò | Photography, in occasione di Arte Fiera Bologna.

SINGING SCULPTURE DI GILBERT & GEORGE

Gilbert & George, Singing Sculpture, courtesy Kino der Kunst

Gilbert & George, Singing Sculpture, courtesy Kino der Kunst

Il 1969 è anche l’anno di Singing Sculpture, l’opera che porta al successo Gilbert & George. Assumendo l’identità di “sculture viventi”, il duo di artisti britannici, insieme, in piedi su un tavolo, ballano e cantano Underneath the Arches, canzone nella quale due vagabondi descrivono il piacere di dormire all’aperto. La scelta indica la loro intenzione di identificarsi con le fasce marginali della società. Da quel momento, Gilbert & George presentano The Singing Sculpture in molte mostre e rassegne, come quella in programma il prossimo 10 gennaio in Germania, all’interno della serie Interlude 18/19, curata da Kino der Kunst in collaborazione con il Museo del Cinema di Monaco di Baviera.

IL DOPPIO RITRATTO DI HENRY GELDZAHLER E CHRISTOPHER SCOTT DIPINTO DA DAVID HOCKNEY

David Hockney, Henry Geldzahler and Christopher Scott, courtesy Christie’s

David Hockney, Henry Geldzahler and Christopher Scott, courtesy Christie’s

Nel 1969, David Hockney dipinge Henry Geldzahler e Christopher Scott, il terzo della celebre serie di sette doppi ritratti che l’artista britannico crea tra il 1968 e il 1975. All’epoca del dipinto, Henry Geldzahler – un curatore al Metropolitan Museum of Art, caro amico di Hockney – stava lavorando alla sua storica mostra New York Painting and Sculpture: 1940-1970 di cui proprio quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario. “È un dipinto spartiacque”, ha detto una volta Geldzahler. “In questa immagine David alla fine ha abbandonato l’idea di essere un ‘artista moderno’ e ha deciso, invece, di essere il miglior artista che potesse essere”. Ora, quest’opera fondamentale proveniente dalle collezioni del magnate americano Barney A. Ebsworth, sarà messa in vendita da Christie’s nella prossima asta londinese del 6 marzo di arte del dopoguerra e contemporanea: si vedrà se sarà capace di superare il record d’asta già raggiunto dal più costoso artista vivente con la sua opera Portrait of an artist (Pool with two figures).

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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