Castello di Rivoli. 5 mostre per rilanciare un museo

Il Castello di Rivoli si presenta al pubblico di Artissima 2018 con cinque mostre: dall’Arte Povera alla personale di Hito Steyerl…

Inutile negare che gli ultimi tempi non sono stati semplici per il Castello di Rivoli. Ma questo è il momento per guardare al futuro, anzi al presente. Perché durante l’art week torinese il (secondo) museo d’arte contemporanea più antico d’Italia ha riacquisito quell’autorevolezza e quell’interesse che gli sono propri.
Innanzitutto, le sale della collezione permanente al primo piano del museo sono costellate da alcuni magnifici Giorgio de Chirico provenienti dalla collezione di Francesco Federico Cerruti. Un allestimento risonante e potente, che mette in dialogo – fino al 4 novembre – alcuni capolavori dechirichiani con le sale altrettanto memorabili dedicate ad artisti quali Giulio Paolini e Maurizio Cattelan.

Giorgio de Chirico. Capolavori dalla Collezione di Francesco Federico Cerruti. Castello di Rivoli, 2018

Giorgio de Chirico. Capolavori dalla Collezione di Francesco Federico Cerruti. Castello di Rivoli, 2018

L’ARTE POVERA AD AMALFI

Al medesimo piano, una piccola mostra documentaria racconta (fino al 31 marzo) l’evento arte povera più azioni povere, che si tenne dal 4 al 6 ottobre del 1968 ad Amalfi, con la promozione di Marcello Rumma e la curatela di Germano Celant. Fotografie e un video che permettono di cogliere l’atmosfera di un evento storico, che ha segnato la storia dell’arte mondiale ma anche e soprattutto quella italiana e piemontese.
Al terzo piano, una personale potentissima di Nalini Malani (allestita fino al 6 gennaio) che costituisce la seconda parte di una rassegna di respiro europeo la cui prima tappa è andata in scena nell’autunno del 2017 al Centre Pompidou di Parigi. Fra disegni e wall painting, ombre cinesi e videoinstallazioni, da non perdere il gran finale con il re-enactment di In Search of Vanished Blood, opera realizzata per Documenta 13 nel 2012 – edizione curata dalla medesima Carolyn Christov-Bakargiev che ora dirige il Castello di Rivoli.

HITO STEYERL

Sin qui le mostre inaugurate negli scorsi giorni e nelle scorse settimane. Per l’art week torinese, invece, l’appuntamento clou è stato ieri sera, 31 ottobre, con l’installazione di Hito Steyerl alla Manica Lunga. L’infinito corridoio è sostanzialmente vuoto; ai suoi estremi, due video proiettati su monitor appoggiati a cavalletti da pittura; lungo i muri, la “teoria delle finestre rotte” riprodotta in grandi caratteri tipografici che coprono anche le finestre; lungo la medesima manica, una teoria di diffusori acustici insiste con suoni e rumori. Effetto wow garantito, tenuta teorico-artistica meno salda. Da approfondire però con gli scritti di Steyerl, l’ultimo dei quali è appena stato tradotto in italiano da Johan and Levi con il titolo Duty Free Art. L’arte nell’epoca della guerra civile planetaria.
E non è finita. C’è il piccolo omaggio a Cally Spooner, vincitrice del Premio illy Present Future 2017 e protagonista di una personale appena inaugurata nel nuovo e ampio spazio milanese della Galleria Zero…

– Marco Enrico Giacomelli

www.castellodirivoli.org

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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