Summer Theory No. 2 (IV)

“Il tempo agisce sugli esseri umani, sul modo di stare al mondo e di interpretarlo, questo mondo”. Quarto appuntamento con la “Summer Theory” di Christian Caliandro.

Borgo Pineto, 3 luglio 2018. Il tempo scivola, scorre via, e in questo scivolamento investe e trasforma cose, case, persone, aspetti, superfici, oggetti, forme, corpi, visi, capelli, muscoli, ossa, cervelli, pensieri, ricordi, organi, biciclette, mattonelle, rubinetti, sdraio, alberi (no, gli alberi non tanto), muri, muretti, bar, sedie, tavolini, quadri, bottiglie, animali, steccati, ombrelloni. Piscine. Città.
Il cortisonico non è virtuoso. A fare vedere se stessi è la virtù che progredisce verso il perfezionamento, disciogliendo le scorie psichiche e i nodi di cui è ricco l’uomo interiore. La virtù è annullata dal cortisone, che difende il corpo, quindi difende ‘io’. I suoi effetti collaterali sono gli antagonisti del Buddha, del Cristo, di Shankhara. Quindi, costoro sono gli avversari dell’‘io’ o, piuttosto, l’‘io’ è il loro avversario e non è virtuoso. Il cortisone è mente liquida. La mente è cortisonica. A contatto col mondo, si fa difensiva, incattivita, avvelenata e velenosa. La mente è una malattia che disvela la salute. Escludetela” (Giuseppe Genna, Italia De Profundis).
Il tempo agisce sugli esseri umani, sul modo di stare al mondo e di interpretarlo, questo mondo; agisce sulla comprensione, sulla conoscenza, sull’apprendimento; agisce sulla curiosità e sulla tristezza; agisce sulla paura; agisce sulla personalità, e agisce sulla psiche: la psiche anzi può essere espansa o distrutta dal tempo, paralizzata o esaltata; la psiche e il tempo intrattengono una relazione intima che è alla base della storia umana, e della sua evoluzione. Il tempo trasforma e devasta, dissolve e rapprende. Il tempo fa morire e fa vivere – fa vivere nella morte, e fa morire nella vita.
Che un nobile Atto renda un intero vicinato tenero con la nuova o dimenticata Grazia possibile a tutti -” (Emily Dickinson, Frammenti in prosa – A Susan Gilbert Dickinson).
(La tela incerata dipinta in tre sul tetto del centro commerciale – istanze punk, una spianata di cemento cotta a puntino dal sole, il segnale di divieto che proviene da un parcheggio non-finito e che diventa una non-opera, l’attesa di qualcosa che potrebbe anche non concretizzarsi mai, la nostalgia del futuro, tutto ciò che avrebbe potuto essere e non è stato – questa è un’epoca di matasse che si ingarbugliano sempre più, di accadimenti/fantasma, giorni liminali e schizzi di arancia, carte da parati che come pellicole simulacrali ricoprono i muri scrostati di glorie dimenticate, palazzi da Gattopardo pronti a essere riciclati come spazi espositivi e ricettivi di lusso, famiglie sepolte con le loro memorie accartocciate…)

Straperetana 2018. Flavio Favelli. Photo Gino Di Paolo

Straperetana 2018. Flavio Favelli. Photo Gino Di Paolo

Il Casale del Colonnello, Carsoli, 7 luglio. La tua mente è aperta, libera da freni e costrizioni – vivi nel momento, rilassati, respira – prendi esempio (ancora di più rispetto al passato) dalle donne della tua vita, dalle donne che conosci, dalla loro capacità di stare al mondo e nel flusso, di resistere e di cambiare, trai ispirazione dalla loro energia e vitalità, dalla loro capacità di incanalare questa energia – invece della dispersione, dello spreco, della disperazione e della distruzione tipicamente maschili – l’intesa, questa forma di magia – sono tutte scoperte tarde, e perciò ancora più preziose, perché arrivano quando non le aspettavi più – i ravioli del Colonnello sono una vera specialità da leccarsi i baffi (speck radicchio e gorgonzola) – penso che possano facilmente essere una delle cose più buone che abbia mai mangiato.
Pereto (nel pomeriggio), inaugurazione della “Straperetana”. Il signor Giovanni Penna, 84 anni, mi accompagna a visitare la chiesa del paese: enormi tronchi a forma di croce decorati con finte foglie che salgono a spirale sono appesi alla parete sinistra, e vengono portati in processione. Saverio che spiega Il tempo svogliato; le opere di Flavio Favelli si fondono quasi con l’ambiente, il murale con la testata di OGGI, i vasi dell’Amarena Fabbri, la bottiglia-collage di Oro Pilla, pezzi di passato, il fondo del piatto cinese scompare. Scompare, tagliato via: sfondamento dello sguardo.

Robert Rauschenberg, Smash Up (Cardboard), 1971 © Robert Rauschenberg Foundation

Robert Rauschenberg, Smash Up (Cardboard), 1971 © Robert Rauschenberg Foundation

(Di sera, a cena.) Sbrilluccica: libera la mente, lasciala aperta, lasciala andare. Resta in ascolto. Resta in attesa. Tutti stanno invecchiando – resta in attesa – e invecchiando male. Il tempo scorre / il tempo attraversa / il tempo trasforma. (Corrode. Elabora.) I maltagliati all’aglione – la seconda cosa più buona assaggiata. Aree interne, paesi spopolati abbandonati – invasi dall’arte, dalle opere e da gente giovane (più o meno), vestita strana.

– Christian Caliandro

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Christian Caliandro

Christian Caliandro

Christian Caliandro (1979), storico dell’arte contemporanea, studioso di storia culturale ed esperto di politiche culturali, insegna storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. È membro del comitato scientifico di Symbola Fondazione per le Qualità italiane. Ha pubblicato “La…

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