Artista, filosofo, scrittore, Vyacheslav Akhunov (Uzbekistan, 1948) è un punto di riferimento dell’arte concettuale nel movimento clandestino dell’Uzbekistan tra gli Anni Settanta e Novanta del Novecento. La sua opera ‒ che comprende collage, dipinti astratti, installazioni, così come scrittura e saggistica ‒ affronta i rapporti che intercorrono tra discorso, verità e potere: una riflessione critica che muove dalle stesse immagini di propaganda socialista per sovvertirne l’azione, smascherando l’ideologia rispetto alla realtà e rivelando le ironie della marginalità culturale.
Questa seconda personale è interamente dedicata alla tecnica del mantra, la ricerca orientale che ha come obiettivo, attraverso la continua enunciazione verbale o riscrittura, l’inscrizione del nome della divinità nel proprio pensiero. Le immagini pittoriche e scultoree del realismo socialista sono allora ricoperte di segni rossi, slogan e calligrammi per presentare una sorta di museo dell’era comunista. Perché ripetere è anche ricordare.
‒ Barbara Bolelli