Red Mantra. Vyacheslav Akhunov a Milano

Laura Bulian Gallery, Milano ‒ fino al 6 luglio 2018. Acronimi monumentali in stanze deserte, icone ricoperte di mantra calligrafici, segni rossi e slogan ripetuti all’infinito tanto da diventare puro ornamento. La seconda personale dell’artista uzbeko parte dall’iconografia tipica della propaganda socialista e ne sovverte l’azione, in una continua ricerca di punti d’incontro tra mentalità asiatica e stilistica europea.

Artista, filosofo, scrittore, Vyacheslav Akhunov (Uzbekistan, 1948) è un punto di riferimento dell’arte concettuale nel movimento clandestino dell’Uzbekistan tra gli Anni Settanta e Novanta del Novecento. La sua opera ‒ che comprende collage, dipinti astratti, installazioni, così come scrittura e saggistica ‒ affronta i rapporti che intercorrono tra discorso, verità e potere: una riflessione critica che muove dalle stesse immagini di propaganda socialista per sovvertirne l’azione, smascherando l’ideologia rispetto alla realtà e rivelando le ironie della marginalità culturale.
Questa seconda personale è interamente dedicata alla tecnica del mantra, la ricerca orientale che ha come obiettivo, attraverso la continua enunciazione verbale o riscrittura, l’inscrizione del nome della divinità nel proprio pensiero. Le immagini pittoriche e scultoree del realismo socialista sono allora ricoperte di segni rossi, slogan e calligrammi per presentare una sorta di museo dell’era comunista. Perché ripetere è anche ricordare.

Barbara Bolelli

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Barbara Bolelli

Barbara Bolelli

Barbara Bolelli nasce a Vizzolo Predabissi, in provincia di Milano, il primo settembre 1987. Frequenta il liceo classico della sua città (San Donato Milanese) e poi si iscrive a Lettere Moderne all’Università Statale di Milano. Si laurea con una tesi…

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