Impossibile riconoscere individui all’interno dei gruppi di persone resi a matita da Valentin Just. La personalizzazione cade al primo sguardo e progressivamente si rende evanescente, le molteplici sembianze sono ridotte a stereotipi facciali e a figure ammantate di un’ambigua indefinibilità. Presente e passato, fissità e gestualità, maschile e femminile convivono sulla superficie, uniti da una natura ibrida. La visione attenta coglie tracce rimosse, ritagli, sovrapposizioni. Work in progress su carta.
Niklas Lichti offre invece i suoi disegni all’incisione e alla stampa su vetro, risultato ultimo e unico del lavoro. Difficile comprendere le storie dietro le immagini, a colpire è ancora l’ambivalenza, lo spaesamento. Abbracci, morsi, imprese camaleontiche e solo evocate. Dita alzate in segno di vittoria da una mano ammanettata.
‒ Raffaele Orlando