La White Noise di Roma diventa grande. La galleria cambia sede e inaugura con i Santissimi

Da San Lorenzo in via della Seggiola: la White Noise, galleria romana fondata nel 2014 da Carlo Maria Lolli Ghetti ed Eleonora Aloise, cambia sede e inaugura così una nuova fase della sua attività, tra sfide imprenditoriali e ricerca artistica. Ecco cosa ci hanno raccontato i galleristi

Non sembra arrestarsi la ventata di novità che negli ultimi mesi sta movimentando il mondo artistico romano, le cui dinamiche – almeno per il momento in sostanziale assenza del Comune – sono animate dalla volontà espressa da imprenditori, galleristi, artisti e liberi professionisti di investire sulla realizzazione di nuovi spazi e sulla promozione dei linguaggi dell’arte contemporanea. Giusto per fare qualche esempio, lo scorso settembre vi parlavamo di Fòndaco, il concept street via della Frezza realizzato dall’architetto Alessandra Marino, mentre a dicembre in via dei Chiavari ha aperto le sue porte al pubblico Musia, galleria, piazza culturale, cucina e residenza per artisti ideato dall’imprenditore e collezionista Ovidio Jacorossi, per poi raccontarvi, circa un mese fa, dell’inaugurazione di Howtan space, il “salotto d’artista” progettato dal designer persiano Howtan Re. Attesissimo poi, ad aprile, l’opening a Via Merulana di Palazzo Cerasi, un grande museo dedicato alla raccolta degli omonimi imprenditori-collezionisti. A questo mosaico capitolino di esperienze e di sfide imprenditoriali e culturali oggi si aggiunge un nuovo – ma già noto – tassello: la White Noise Gallery, spazio fondato nel 2014 da Carlo Maria Lolli Ghetti ed Eleonora Aloise in via dei Marsi, si trasferisce in via della Seggiola, avvenimento che segna anche una nuova fase della storia della galleria.

I nuovi spazi della White Noise Gallery. Ph. Arianna Bonelli

I nuovi spazi della White Noise Gallery. Ph. Arianna Bonelli

L’EVOLUZIONE DI UNA GALLERIA

Dopo quattro anni, la White Noise Gallery lascia il suo spazio di San Lorenzo per spostarsi in via della Seggiola, nel cuore di uno dei quadrilateri romani dell’arte contemporanea. “Abbiamo iniziato quattro anni fa consapevoli di dover affrontare un lungo percorso identitario, che doveva necessariamente passare attraverso il confronto con linguaggi anche molto distanti fra loro”, ripercorrono con queste parole la loro esperienza di galleristi Carlo Maria Lolli Ghetti ed Eleonora Aloise, intervistati da Artribune. “La scelta iniziale è stata rischiosa ma ci ha faticosamente allenato a comprendere la direzione del nostro lavoro. Abbiamo portato i nostri progetti all’estero e cercato una relazione con artisti e pubblico, ogni tassello ha limato il nostro modo di essere curatori, galleristi e comunicatori, tre ruoli molto diversi che siamo convinti debbano convivere. Grazie a tutto questo, oggi abbiamo domande, necessità e certezze completamente nuove, ed è l’origine del cambiamento di sede che stiamo per fare”. La White Noise ha recentemente partecipato a JustMad – fiera d’arte emergente che da nove edizioni completa il programma dell’artweek madrilena capeggiata da ARCO –, proponendo al pubblico spagnolo i lavori di Mar Hernandez, Lee Madgwich e Isabel Alonso. Ma cosa ha spinto Lolli Ghetti e Aloise alla decisione di cambiare spazio e di intraprendere quella che si prospetta essere una nuova fase della galleria? “Le considerazioni sono state diverse”, rispondono i galleristi. “La prima riguarda la programmazione che seguirà una linea del tutto inedita. Sentivamo la necessità di un cambiamento radicale che segnasse un prima e un dopo, partendo proprio dallo spazio. La seconda riguarda strettamente Roma, tornata ad essere uno dei centri più importanti per il contemporaneo grazie alla formazione di un distretto attivissimo, ed era importante per noi farne parte. Saremo vicini di casa di gallerie di primo livello come Lorcan O’Neill e 1/9unosunove, alle quali ci presenteremo con un’enorme dose di umiltà ma anche di coraggio”.

IL NUOVO SPAZIO

La nuova galleria in via della Seggiola si sviluppa in due sale espositive, delle quali una sormontata da lucernari, e da un piccolo ambiente sotterraneo caratterizzato da un mosaico romano. La programmazione avrà una matrice installativa, contemporanea e profondamente concettuale, grazie a collaborazioni che verranno avviate con artisti di livello internazionale L’obiettivo della White Noise sarà quello di proporre ed elaborare i linguaggi più innovativi e strutturati del momento, mediati da una ricerca curatoriale in costante dialogo con artisti, collezionisti e pubblico. “In questa nuova sede, la ricerca avrà un carattere fortemente installativo, evoluzione naturale del basement dedicato ai progetti site-specific che è stato il nostro cuore curatoriale fino ad oggi”, spiegano Lolli Ghetti e Aloise. “Inaugureremo con Rebirth, personale dei Santissimi, per poi ospitare le personali di Sacha Turchi e Michele Gabriele. Inoltre porteremo avanti in contesti internazionali collaborazioni storiche come quelle con Jesus Herrera Martinez e Cristiano Carotti”.

Santissimi, Self-portrait

Santissimi, Self-portrait

L’OPENING CON I SANTISSIMI

Il prossimo 24 marzo la nuova sede della White Noise Gallery inaugurerà con Rebirth, personale dei Santissimi, duo sardo composto da Sara Renzetti e Antonello Serra. I Santissimi usano il corpo come strumento di comprensione dello spazio e del tempo, indagandolo nel ciclo nascita-morte. Il corpo è una sorta di guscio che racchiude storie e memorie, individuali e collettive, la superfice narrativa di un discorso sulle condizioni sociali, politiche e culturali del soggetto contemporaneo in crisi, condannato a dimenarsi fra isolamento e allucinazione, desiderio e frustrazione. Attraverso una tecnica di modellazione del silicone, successivamente cristallizzato nella resina, i Santissimi creano meticolosamente sculture a misura umana – che così diventano specchio riflesso dello spettatore –  di corpi indeboliti e crudelmente imperfetti, portatori sani di deformazioni emotive e fisiche. “I Santissimi sanno essere disturbanti e poetici nella stessa misura, parlando di deformazioni emotive che agiscono come un dna trasfigurando il corpo. Tutto il loro lavoro racconta di una continua evoluzione, imperfetta ma costante. Ci sembrava decisamente adatto per il nostro nuovo inizio”, concludono Lolli Ghetti e Aloise.

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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