Stelo, il titolo della mostra-progetto ospitata da P420, racchiude diverse accezioni tra le quali si sceglie di evidenziare il “processo di crescita”. Come si guarda a un maestro? Nei percorsi, affiancati e tangenti, di Rita Ponce de León (Città del Messico, 1983) e Rodrigo Hernández (Lima, 1982) si trova il tentativo di una risposta. Opere, omaggi, o meglio lenti orientate a uno sguardo incrociato, e, ancora, elementi fragili, appunti per un racconto.
Le caminate di Rita Ponce de León, che attraversano fisicamente lo spazio della galleria, guardano alla danza butoh di Kazuo Ohno. Passi, movenze, impressioni e punti di pressione tradotti attraverso il disegno e la modellazione. Le formelle in terracotta di Rodrigo Hernández, dichiaratamente ispirate da Silvia Bächli (sottotitolate from Silvia series), inquadrano oggetti e figure che richiamano aneddoti del vissuto. Come istantanee fermano un ricordo, come esili bassorilievi giocano con l’ombra del modello.
‒ Claudio Musso