Mimetismo e pittura. Cinque artisti a Modena

Galleria Mazzoli, Modena ‒ fino al 30 gennaio 2018. Nascondere, scoprire, mescolare e rivelare, questi sono i temi trattati da Ariel Cabrera Montejo, Ruoze Xue, Hugo López Ayuso, Rafael Megall, Maria Pääkkönen. Cinque artisti internazionali che espongono nella galleria modenese.

Seeing whales, la difficoltà di vedere le balene simboleggia la difficoltà dell’inganno visivo, filosofico, mentale e psicologico delle tele presenti nella galleria Mazzoli.
La grande tela di Rafael Megall, artista armeno, racchiude e intreccia con grafica e colori accesi pantere e animali esotici in un disegno meticoloso che appare quasi come arte orafa, costringendo lo spettatore a scovare gli animali che rappresenta al suo interno. La grande bellezza e potenza dei felini rinchiusi in un segno grafico ben definito e circoscritto, in realtà, ci svela un aspetto naturale dell’uomo ormai perduto, quello istintivo, aggressivo e violento poi smarrito a causa di una società che deve far prevalere la ragione sugli istinti primordiali.
Hugo López Ayuso dipinge scene grottesche e fantastiche sdrammatizzandole con stile fumettistico, immagini romantiche, sublimi e surreali che prendono spunto da Dalí e da de Chirico, rese scherzose grazie a personaggi del fumetto dal carattere comico.

PITTURA E SIGNIFICATO

Xue Ruozhe, artista cinese la cui pittura cela significati più profondi rispetto al semplice apparire, propone un’estetica classica con la quale vuole esplorare l’individuo che spesso si cela o addirittura volta le spalle allo spettatore mettendolo a disagio, indicando la perdita della comunicazione odierna in cui siamo tutti connessi ma sempre più soli con noi stessi.
Ariel Cabrera Montejo, artista cubano, ha una percezione unica del dipinto perché va a confondersi con la fotografia, rappresentandola dipinta. Prende spunto da foto d’epoca ridipingendole all’interno di scenari decontestualizzati, inserendole in scene teatrali e restituendo loro una nuova verità.
Maria Pääkkönen lavora con carta e installazioni, riproduce la natura su lunghi rotoli di carta e installa pezzi di natura all’interno dello spazio espositivo confondendo la realtà. Le opere sono dettate dal gesto che realizza la linea, innescando un vero mimetismo tra realtà e rappresentazione della realtà.

Matteo Franzoni

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