La stagione romana di Postmasters si apre con la quinta mostra dell’artista australiana che sviluppa lo spazio mediante installazioni in continua evoluzione. L’immaginario è la contaminazione creativa dei Balletti Russi, tra sublime e grottesco, e Sally Smart (Quorn, 1960) propone una vera e propria “danza delle avanguardie”. Nelle sue opere è difficile rintracciare la suddivisione accademica delle arti, l’esplorazione dei colori e delle forme viaggia lungo l’eterogeneità dei tessuti e delle composizioni con inserti sporgenti, da scomporre e ricomporre attraverso i diversi giochi di ombre. Il taglio virtuale si tramuta in un cucito collettivo, in cui la manualità femminile esaspera inserti lasciati volutamente con fili e irregolarità in vista. Le associazioni costruiscono “creature globalizzate” che prendono vita dagli occhi di chi guarda e riconducono la mente al teatro itinerante degli spettacoli estemporanei di luci, musica e sogno. Per vedere come la stessa opera muterà ancora bisognerà viaggiare in giro per il mondo.
‒ Silvia Mattina