Morto Enrico Castellani. L’arte contemporanea rimpiange un grande artista e maestro

Scompare a 87 anni Enrico Castellani, maestro di Azimuth e dell’azzeramento, padre del minimalismo secondo Donald Judd. Fondò la famosa rivista milanese insieme a Piero Manzoni, amico e sodale.

Enrico Castellani, Velleno, 1970. Photo Aurelio Amendola
Enrico Castellani, Velleno, 1970. Photo Aurelio Amendola

Era nato a Castelmassa, in provincia di Rovigo nel 1930, Enrico Castellani, con una vocazione nell’arte ben delineata fin dagli anni giovanili. Si dedica fin dal 1956 agli studi in scultura e architettura che compie alla École Nationale Superieure, in Belgio. Nel 1957 torna in Italia e si stabilisce a Milano. “Azimuth e la comunità di Zero, ecco un salto evolutivo dell’arte in Europa. Anche se non ho mai incontrato Manzoni, ammiro Castellani perché solitario, duro, e ‘grandioso’ nella sua arte. Ho goduto a lungo dell’amicizia di Dadamaino: lei era la Nouvelle Tendance, assieme ad altri artisti lombardi”. Così raccontava Tommaso Trini, ad Alberto Zanchetta su queste colonne. Castellani nei suoi primi anni milanesi incontra infatti, e stringe rapporti di amicizia, con quella comunità di artisti che operava nel capoluogo lombardo, primo tra tutti, Piero Manzoni, con il quale forma un sodalizio artistico e fonda la rivista Azimuth.

Enrico Castellani, Superficie bianca, 1987
Enrico Castellani, Superficie bianca, 1987

LE MOSTRE E IL CATALOGO

Con Manzoni e Bonalumi porta avanti quella poetica dell’azzeramento che gli valse il plauso di Donald Judd che addirittura lo definì, in un articolo del 1966, il padre del minimalismo, grazie alle sue tele estroflesse che venivano movimentate con l’utilizzo di chiodi inseriti nel retro, una punzonatura che egli definì “ripetizione differente”. Citare tutte le mostre cui ha partecipato sarebbe impossibile. Molte le presenze a mostre come la Biennale di Venezia, storiche le collettive The Responsive Eye al MoMa di New York, Vitalità del negativo nell’arte italiana, a cura di Achille Bonito Oliva al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1970 o Identitè italien. L’art en Italie depuis 1959 al Centre Pompidou di Parigi, sotto la cura di Germano Celant (1981). Più recentemente ha ricevuto il Premio Imperiale per la pittura dalla Japan Art Association ed ha brillato nelle aste italiane, le famose Italian Sales di Londra. Ad esempio nel 2013, dove il suo Superficie bianca n. 34, del 1966, ed esposta alla Biennale di Venezia lo stesso anno, è stata battuta a £1,8 milioni, stimata £400-600mila da Christie’s a Londra. Nel 2013, per i tipi di Skira, è uscito il catalogo ragionato curato da Renata Wirz con Federico Sardella, che rappresenta la maggiore pubblicazione dedicata a Castellani, un resoconto sui primi cinquant’anni di lavoro con 200 immagini di opere realizzate dal 1958 ad oggi, molte delle quali inedite.

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LE PRIME REAZIONI DEL MONDO DELL’ARTE

Già sui social arrivano le reazioni degli amici. Primo tra tutti, Pier Paolo Calzolari  che scrive: “Morto Enrico Castellani. Un saluto devoto all’artista e all’uomo discreto . Ne sentiamo ora di già il vuoto”. Gli fa eco Maria Gloria Conti Bicocchi, collezionista e promotrice dello storico progetto art/tapes/22 che commenta “Un altro grandissimo artista ci lascia, è stato un grande dono per il mondo”.

Santa Nastro

http://www.fondazioneenricocastellani.it/

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Santa Nastro
Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è caporedattore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione Modena Arti Visive e della Fondazione Pino Pascali. Collabora con Fondazione Pianoterra Onlus a Roma. È stata inoltre autore per il progetto arTVision – a live art channel, ha collaborato con l’American Academy in Rome. Dal 2011 al 2021 ha collaborato con Demanio Marittimo.KM-278 diretto da Pippo Ciorra e Cristiana Colli. Dal 2006 al 2011 è stata Segreteria Scientifica del Festival dell'Arte Contemporanea di Faenza, diretto da Angela Vettese, Carlos Basualdo e Pier Luigi Sacco. Dal 2005 al 2011 ha collaborato con la testata Exibart nelle sue versioni online e onpaper. Ha pubblicato per Maxim e Fashion Trend, mentre dal 2005 ad oggi ha pubblicato su Il Corriere della Sera, Arte, Alfabeta2, Il Giornale dell'Arte, minima et moralia e saggi testi critici su numerosi cataloghi e pubblicazioni. È autore del saggio Come vivono gli artisti? edito da Castelvecchi (2022) nella collana Fuoriuscita.