Arte in conversazione. Dalla Spagna a Roma

Galleria Nazionale, Roma – fino al 17 settembre 2017. La Caixa Foundation, che dal 1985 si distingue in Spagna per la volontà di lasciare una testimonianza del divenire artistico, con un fondo di mille opere tra artisti riconosciuti ed emergenti, dialoga in una “Conversation Piece” con la sede capitolina.

In correlazione alla prima grande retrospettiva dedicata a Giorgio de Chirico e allestita a Barcellona (in apertura a metà luglio), la Fondazione la Caixa presenta alcune opere della sua collezione alla Galleria Nazionale di Roma. Prende dunque il via Conversation Piece, a cura di Nimfa Bisbe, il cui titolo, oltre a sottolineare la relazione proficua nata dall’incontro tra un ente privato e uno pubblico, prende in prestito il carattere dell’opera di Juan Muñoz per intessere una rete di rimandi fra le quattordici opere in mostra.
Partendo dal libro Scene di Conversazione di Mario Praz, si potrebbe risalire al genere artistico settecentesco, richiamare la pièce teatrale, ma è la traduzione inglese (conversation piece, appunto) a calzare a pennello: “Qualcosa di inusuale che innesca un commento”.

Joan Hernández Pijuan, Incisione con luce d'argento, 1997

Joan Hernández Pijuan, Incisione con luce d’argento, 1997

GLI ARTISTI

La comunicazione è la parola chiave su cui si sofferma Ignasi Miró, direttore dell’Area Cultura della Fondazione, ragionando sull’opera di Muñoz: “Queste figure senza occhi ci velano un enigma, è come se la comunicazione subisse una forzatura, la violenza del gesto dell’uomo che afferra la giacca dell’altro; eppure la voglia di giungere alla comprensione reciproca è il mordente dell’azione”. Siamo spettatori attoniti di questo dialogo muto tra ibridi metà uomo e metà sacco al centro di una costellazione di opere minimaliste: Agnes Martin con i suoi colori pallidissimi organizzati per bande orizzontali, Joan Hernández Pijuan con un’incisione calligrafica a onde della superficie, Richard Serra con la densità acromatica e materica del nero, Donald Judd che con i suoi parallelepipedi aperti introduce i moduli delle case mai realizzate di Fernanda Fragatejro, artista portoghese che non concretizza bensì rende materico il progetto architettonico.

Jana Sterbak, Psi a Slecna (Defence), 1995

Jana Sterbak, Psi a Slecna (Defence), 1995

LA MOSTRA

L’esposizione si concentra su un triplice interesse: l’estetica essenzialista, il rapporto scultura/architettura, la teatralità e la finzione. Colpisce l’installazione di Jana Sterbak, Psi a Slecna (Defence), un vestito di velluto bianco – sospeso e intelaiato in una crinolina – rimanda alla video-performance, un’allegoria sull’autoprotezione del potere. Un gioco di gabbie e formalità, di assurdità sonore che dalla lirica segnano il passaggio all’animalesco guaire dei cani poliziotto. Come in Gruppo di famiglia in un interno di Luchino Visconti, soggetti di diverso genere, estrazione, temperamento vengono ritratti in un medesimo ambiente di per sé ricco di stimoli retinici e plastici eterogenei. Eppure quello che sembra da subito stonare trova nell’opacità e nella pregnanza da una parte, nella trasparenza dall’altra, gli elementi unificatori di una concettualità sostanziale.
Così i Caixa Forum, avamposti nevralgici sul territorio iberico, hanno il merito di creare “una struttura, una rete di località tanto da permettere il fluire di diversi pubblici oltre agli specialisti di settore”.

Giorgia Basili

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Giorgia Basili

Giorgia Basili

Giorgia Basili (Roma, 1992) è laureata in Scienze dei Beni Culturali con una tesi sulla Satira della Pittura di Salvator Rosa, che si snoda su un triplice interesse: letterario, artistico e iconologico. Si è spe-cializzata in Storia dell'Arte alla Sapienza…

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