La prima mostra LGBTQ in Asia. Al MOCA di Taipei mentre Taiwan legalizza le unioni civili

In concomitanza con la legalizzazione delle unioni omosessuali da parte del governo, il MOCA di Taipei dal 9 settembre al 5 novembre 2017 ospiterà la prima mostra del genere in un museo governativo, con oltre 50 opere di tematica omosessuale.

Spectrosynthesis: Asian LGBTQ issues and Art Now, questo il titolo della mostra dedicata all’omosessualità nell’arte contemporanea asiatica, voluta allo scopo di stimolare la riflessione sull’uguaglianza dei diritti in fatto di sessualità, e di lanciare una sfida a un sistema di valori retrivi. Si tratta di una prima assoluta, in Asia, ospitata da un organo istituzionale, nata a seguito della sentenza della Corte Costituzionale taiwanese emessa lo scorso 23 maggio, e grazie alla quale le coppie omosessuali si sono viste riconoscere il diritto al matrimonio. E anche se l’iter burocratico che porterà alla legge attuativa si preannuncia lungo, la strada è ormai tracciata, e rappresenta una prima assoluto per l’Asia. In particolare, nel caso di Taiwan, rappresenta anche una sorta di schiaffo morale alla Cina, dal governo della quale è ancora considerata “provincia ribelle”. Un evento culturale, quindi, che non è escluso possa avere, nel medio periodo, anche un suo peso politico in Estremo Oriente.

Still from Yan Xing's The History of Fugue (Courtesy of Galerie Urs Meile)

Still from Yan Xing’s The History of Fugue (Courtesy of Galerie Urs Meile)

UNA MOSTRA DAL CARATTERE CIVILE

Il fil rouge della mostra è racchiuso nella parola “spettrosintesi”, che unisce i concetti di “spettro di luce” e di “fotosintesi”, e a loro volta richiamano l’arcobaleno (simbolo della comunità gay) che illumina idealmente tutti coloro che, per ragioni diverse, hanno sinora sofferto per il loro orientamento sessuale. In questo senso, le opere esposte affrontano i temi dell’uguaglianza, dell’identità, e dell’attenzione dei mass media alle tematiche di gender. Il pubblico però non sa chi, fra gli artisti in mostra, è omosessuale, e chi invece ha soltanto affrontato questa tematica: la scelta, spiegano dal MOCA, intende chiarire come l’orientamento sessuale sia un dettaglio secondario nella vita delle persone, in primo piano essendo le loro capacità intellettuali e artistiche, e le loro qualità umane.

Xiyadie Door, l'opera per la mostra al MOCA di Taipei

Xiyadie Door, l’opera per la mostra al MOCA di Taipei

LE OPERE

Le opere, scelte dal curatore Sean Hu, attraversano gli ultimi 50 anni dell’arte sino-taiwanese, e intendono fornire uno spaccato sulla comunità LBGTQ in Asia Orientale, a partire dal Secondo Dopoguerra, con particolare attenzione agli ultimi venti ani. Gli artisti scelti sono 22, fra i quali Hou Chun-Ming (1963) di Taiwan, Jimmy Ong(1964) di Singapore, e il cinese Xiyadie (1963), il cui pseudonimo significa Farfalla Siberiana. In particolare Hou Chun-Ming è emerso all’attenzione mondiale con la vendita da Sotheby’s della serie Erotic Paradise, ispirata all’antica pittura cinese. Jimmy Ong, omosessuale dichiarato, ha da sempre affrontato nelle sue opere questo genere di legami, anche in maniera assai esplicita. Più colorato l’approccio di Xiyadie, ancora una volta ispirato alle pitture cinesi tradizionali, rilette però in chiave underground. La mostra è organizzata in collaborazione con la Sunpride Foundation, un’organizzazione fondata dall’uomo d’affari di Hong Kong Patrick Sun Kai-yit, molto attivo nelle campagne per i diritti LBGTQ, il quale non esclude di portare i suoi artisti anche a Hong Kong, alle porte della Cina conservatrice.

– Niccolò Lucarelli 

Museum of Contemporary Art – Taipei
No. 39, Chang’an West Road, Datong District, Taipei City, Taiwan
www.mocataipei.org

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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