La pittura psichedelica di Okuda trasforma in opera d’arte la Chiesa Internazionale della Cannabis

Pare assurdo ma è così. In America esiste una chiesa per gli adoratori della marijuana, decisi a compiere dei viaggi spirituali. Edificio storico, reinventato da due noti street artist. E il risultato è splendido. 

Della serie “posti assurdi nel mondo”. Dallo scorso 20 aprile a Denver, Capitale del Colorado, c’è un piccolo, affascinante tempio ricavato dentro una chiesa dei primi del Novecento. È la casa di una specie di “setta” freak-spiritualista, i cui membri sono accomunati dalla venerazione per la marijuana. Si chiama The International Church of Cannabis ed è un centro non-profit e una residenza spirituale per adulti che cercano una forma di comunione attraverso il consumo di cannabis. Non esattamente una religione, dal momento che gli adepti – chiamati gli Elevationists – non credono a una qualche forma di divinità, ma a un processo di auto elevazione trascendentale, autocoscienza e armonizzazione interiore, di cui l’erba è una sorta di potenziatore naturale. Insomma, il vero Dio è il THC, principio attivo della cannabis, mentre il fine è ampliare le porte della percezione con un aiutino chimico. Suggestioni Seventie’s, tra psichedelia, new age e controculture.

Okuda San Miguel, affresco per The International Church of Cannabis

Okuda San Miguel, affresco per The International Church of Cannabis

NON SOLO CANNE. LA GRANDE PITTURA DI OKUDA NELLA CHIESA DEI FREAK

E nonostante le polemiche, il gruppo è riuscito nel suo intento, installandosi nella chiesa, rimettendola a nuovo – c’è anche in corso una campagna di crowdfunding per recuperare 100mila dollari – e non dimenticando di dotarsi di un buon apparato iconografico, come da tradizione ecclesiastica. Nulla che rimandi alle storie del Vangelo, naturalmente. Gli Elevationists hanno chiamato due super nomi della Street Art internazionale, giocando sul contrasto con l’architettura d’epoca in mattoni rossi e travertino.
Il losangelino Kenny Scharf si è occupato dei portali esterni e di una grande nicchia trifora, spalancandovi delle finestre cosmiche trapuntate di stelle, pianeti, spirali: scritture segniche pop-surrealiste. Mentre il capolavoro di Okuda San Miguel ha trasformato l’intera navata in un teatro lisergico dai colori fiammeggianti: il soffitto a volte e le pareti sono interamente dipinti con il tipico stile dell’artista madrileno, per una seducente articolazione di geometrie, forme prismatiche, raggi cromatici, figure mitologiche e strani animali. Un turbine ipnotico che rapisce l’occhio; e che – sperano i “fedeli” – nella combinazione con la magica sostanza aiuti anche lo spirito a viaggiare.
Al di là del contesto bizzarro, un’ottima prova che conferma il talento di Okuda nei restyling di imponenti spazi architettonici, con una speciale predilezione per gli edifici religiosi: nota, fra le altre, è la fastosa decorazione del Kaos Temple, una chiesa neogotica sconsacrata, trasformata in skate park, vera e propria attrazione per la cittadina di Llanera, in Spagna, salvata dal degrado grazie a una raccolta fondi e riconvertita dai mirabolanti wall painting. Un posto visionario, con tanto di mega pista montata al centro: qui si decolla sfrecciando sulla tavola da skate, lì fumandosi un po’ skunk.

– Helga Marsala

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

Scopri di più