Scoprire Cesare Leonardi. A Genova

Museo di Villa Croce, Genova – fino al 17 aprile 2017. Possibile che un designer italiano con opere nelle collezioni del MoMA di New York e del Victoria and Albert Museum a Londra sia ancora pressoché sconosciuto? Con questa domanda provocatoria, Joseph Grima ha introdotto la mostra con la quale si è riproposto di cominciare a colmare questa lacuna.

Cesare Leonardi. Strutture, a cura di Joseph Grima e di Andrea Bagnato, è la mostra dedicata dal Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce di Genova all’architetto, designer, fotografo, pittore e scultore modenese Cesare Leonardi, una figura del secondo Novecento italiano che certamente merita più attenzione di quella prestatagli finora. Sebbene la mostra riproponga solo un piccolo spaccato della sua intensa carriera creativa, si tratta certamente di un’iniziativa preziosa, in cui vengono valorizzate alcune significative traiettorie del suo lavoro: lo studio architettonico degli alberi, il design di sedute e la ricerca fotografica sulle ombre, tre campi d’indagine su scale molto diverse che l’architetto modenese ha sviluppato in anni di appassionata ricerca.

DEFILATO E POLIEDRICO

Classe 1935, collaboratore estivo di Marcello D’Olivo a Udine tra un anno accademico e l’altro, nei primi Anni Sessanta fonda uno studio professionale con Franca Stagi a Modena, la sua terra d’origine. Da quel momento si dedica a una intensa produzione progettuale in un’Italia che, in pieno boom economico, sta freneticamente urbanizzando e infrastrutturando il suo territorio, non solo a ridosso delle grandi città ma anche in provincia. Quindi si può forse dire che Cesare Leonardi paga anzitutto lo scotto di aver scelto di lavorare per tutta la vita in provincia, senza ambire a recitare un ruolo da protagonista in uno dei grandi centri della cultura nazionale. Questa è forse una prima risposta alla domanda di Grima, la scelta di una vita professionale riservata, totalmente dedicata allo sviluppo di una dimensione prima di tutto personale della propria ricerca, per quanto aperta e curiosa verso le cose del mondo e fortemente incline ad assorbire lezioni di svariati maestri.

Carpinus betulus, Modena 1962-63. Stampe fotografiche. Courtesy Archivio Architetto Cesare Leonardi. Foto Cesare Leonardi

Carpinus betulus, Modena 1962-63. Stampe fotografiche. Courtesy Archivio Architetto Cesare Leonardi. Foto Cesare Leonardi

OLTRE LA PROVINCIA

Una seconda risposta, più complessa, è forse che la critica, oltre a spingersi solo sporadicamente fuori dai grandi centri della cultura, non ama i poliedrici, coloro che non si dedicano ossessivamente a una cosa sola, non “architetti puri”, “fotografi puri”, “designer puri” e così via: Cesare Leonardi ha coltivato per tutta la vita una propensione spiccata per la contaminazione dei generi. Ha guardato gli alberi da architetto – producendo un volume, L’architettura degli alberi, edito da Mazzotta, che rimane a tutt’oggi un manuale imprescindibile –, ha progettato contesti urbani a partire dai sistemi del verde, ha costruito opere d’arte astratta praticabili (si veda il disegno dei percorsi del Centro Nuoto di Vignola o del Parco Amendola), ha fotografato sculture composte da suoi oggetti di design impilati, ha dipinto quadri compositi di stampe fotografiche. E ha viaggiato molto, nutrendo anche così la sua vena creativa multiforme, uscendo da quella dimensione provinciale in cui ha tenuto sempre il suo laboratorio (ma non la sua mente).

UNA MERITATA RIVALUTAZIONE

Insomma, una personalità imprendibile e in fondo incomprensibile per una critica tendenzialmente pigra e che non sa rinunciare alle comodità dei generi e degli steccati disciplinari. Questi aspetti si possono cominciare ad apprezzare nella mostra di Genova, dove sono elegantemente esposte diverse opere di Cesare Leonardi, opere (molto) diverse tra loro, tra cui le sedute in vetroresina che sono nelle collezioni dei grandi musei internazionali cui Grima allude nella domanda retorica da cui siamo partiti. Alla preparazione della mostra ha collaborato anche l’Associazione Archivio Cesare Leonardi che comincia così a vedere significativi frutti della sua meritoria attività; partita nel 2010, viene portata avanti a Modena su iniziativa di alcuni amici e “allievi” di Leonardi. Proprio l’Associazione sta lavorando a quella che, nel prossimo autunno, vorrà di essere la prima mostra antologica su Cesare Leonardi nella sua città e che non è detto riesca a essere davvero esaustiva, tanto è multiforme e ricco il percorso artistico dell’autore. Nell’attesa, intanto, si può comunque cominciare dalla bella mostra di Genova.

Francesco Samassa

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Francesco Samassa

Francesco Samassa

Francesco Samassa (Pordenone, 1963), laureato e PhD in Architettura negli Anni Novanta, dopo aver svolto attività didattica e di ricerca allo IUAV con Bernardo Secchi, si dedica come libero professionista all’ordinamento, inventariazione e valorizzazione degli archivi storici, inizialmente nel campo…

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