Le prime pittrici della storia raccontate da Plinio il Vecchio 

Timarete, Olimpia, Eirene: sono solo alcune delle artiste citate dallo scrittore ed erudito latino, che quest’anno compie duemila anni. È l’inizio della storia dell’arte al femminile

Prima di lui, non esisteva l’Enciclopedia, e neppure la testimonianza della presenza di pittrici nella storia dell’arte. Questo è sufficiente a riconoscere a Plinio il Vecchio (Como, 23/24 d. C – Pompei, 79 d. C.) un posto centrale nella letteratura occidentale. Come si intende dalla sua data di nascita, quest’anno si celebrano i suoi duemila anni: Como, sua città natale (ai tempi Novum Comum) si prepara a celebrare la ricorrenza con la ristampa della sua opera prima – la Naturalis Historia – in una nuova edizione completa degli ultimi studi. Si tratta di un volume unico nel suo genere per l’epoca: è la prima enciclopedia della storia (malgrado manchi di critica e metodo scientifico). Non compare, infatti, nel panorama letterario greco antecedente alcun contributo che avesse un simile fine di consultazione (e non di lettura integrale). Non c’è poema così lungo – trentasette libri – o ricco di tanti argomenti diversi. Ed è grazie a questa varietà di contenuti che ci è giunta la testimonianza delle prime artiste donne della storia. 

Chi era Plinio il Vecchio  

Il nipote – Plinio… il Giovane – lo descrive come un uomo molto erudito, dedito alla lettura e allo studio. Soprattutto in materia di scienza. Plinio il Vecchio nacque a Novum Como, oggi Como, nel 23 o 24 d.C.; la data non è sicura. È certa invece quella di morte: il 27 agosto del 79, nonché giorno dell’eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei sotto una coltre di lava.  
Nel corso della sua vita, si dedicò tanto alla cultura, quanto alla politica. Dopo essere rimasto in sordina in epoca neroniana, entrò attivamente nella vita politica. Con l’arrivo di Vespasiano, divenne ufficiale di cavalleria in Germania, intessendo una stretta collaborazione con l’imperatore romano, e poi con il figlio Tito. Questo gli consentì di continuare la carriera militare, che lo portò fino a essere nominato prefetto della flotta navale di Capo Miseno. E fu sotto questo titolo che si ritrovò ad assistere – da lontano, e in barca con il nipote – alla grande eruzione del vulcano. Poi, forse per adempiere al suo ruolo e organizzare i soccorsi su terra, o forse per colpa della sua inesauribile curiosità di vedere e conoscere, si avvicinò troppo all’eruzione. Rimase così soffocato dalle polveri, e fu ritrovato morto nei pressi della riva. Una fine causata da un eccesso di “sete di conoscenza” degna della sua fama di studioso. 

Una miniatura che raffigura la pittrice antica Eirene nel De mulieribus claris
Una miniatura che raffigura la pittrice antica Eirene nel De mulieribus claris

La storia dell’arte e le pittrici nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio 

Tra le molte opere che – si racconta – furono scritte da Plinio il Vecchio, la sola e integralmente conservata è la Naturalis Historia. Opera di carattere enciclopedico, immensamente lunga e ricca di argomenti di ogni sorta. Oltre a essere dotto, Plinio amava anche scrivere molto. In questo lavoro, in particolare, scelse di riportare proprio tutto: ogni fonte reperibile su ciascuno dei temi trattati. Il fine non era di scrivere qualcosa da leggere integralmente, ma da consultare al bisogno. Le materie incluse sono infatti svariate, e distanti tra loro. Si parte con astronomia e geografia, per poi passare a uomini e animali. Non mancano le curiose specie botaniche, spesso citate per proprietà curative, e le creature mitologiche. Drago, Manticora, Basilisco e cavalli alati: tutti presenti nel catalogo di Plinio.  
Per parlare di arte, e di pittrici, bisogna aspettare fin quasi alla fine; precisamente fino ai libri 34-36. Illustrando le nozioni relative ai minerali, ai metalli, e alle terre rare, l’autore latino divaga rispettivamente su scultura in marmo, in bronzo, e pittura su cavalletto. Ed è in quest’ultima cornice che, accanto a numerosi artisti, compare anche qualche nome femminile.   

Le prime cinque pittrici della storia citate da Plinio il Vecchio 

Benché in numero esiguo, le pittrici menzionate da Plinio il Vecchio sono una testimonianza storica di grande importanza. Si tratta di uno dei pochissimi documenti che attestano la presenza femminile nelle botteghe artistiche e artigianali. Dall’interpretazione critica che se ne dà, l’assenza di fonti scritte non corrisponderebbe alla realtà dei fatti. Le artiste, nel mondo antico greco e latino, non mancarono; più probabilmente i letterati tralasciarono l’importanza di citarle, preferendo ricordare le loro altre funzioni sociali. 
Venendo infine ai soggetti in questione, le pittrici di Plinio sono cinque: Iaia di Cizico, Eirene, Timarete, Aristarete e Olimpia. Qui si riportano le poche informazioni biografiche su di loro, tratte dal Libro trentacinquesimo. 

La pittrice Iaia di Cizico 

Iaia fu tra tutte la più celebre e apprezzata del gruppo. Nata a Cizico (in Asia Minore) nel II secolo a.C., si trasferì a Roma, dove si fece notare per i suoi bellissimi ritratti femminili. Li realizzava  in modo molto fedele, e con grande rapidità; si diceva persino che fosse in grado di iniziarli e concluderli in un solo giorno, e che preservasse tutta l’espressività del soggetto.  

La pittrice Timarete 

Di lei invece si sa molto poco; figlia di tale Mikon, visse in Grecia nel II secolo a.C. Pare fosse specializzata in soggetti naturali: paesaggi, animali, e scene di Diana a caccia per le selve boscose. 

La pittrice Eirene 

Vissuta a fine II secolo a.C, era la più giovane del gruppo. Anche lei di origini greche, può essere definita propriamente una “figlia d’arte”, in quanto il padre, Kratinos, era un celebre pittore del tempo. Si racconta che fosse dotata di un ingegno degno di una dea; a tal punto da essere chiamata a esporre le sue opere nel Tempio di Eleusi. È proprio per questo – luogo sacro dedicato alla dea Demetra e alla figlia Persefone – che dipinse il ritratto della fanciulla.  

La pittrice Aristarete 

Ecco un altro nome citato, ma non particolarmente approfondito. Se ne ricorda il padre, Nearkos, probabilmente anche lui pittore. E le si attribuisce un dipinto di un Asklepios: figura mitologica, un semidio figlio di Apollo e Arsinode.  

La pittrice Olimpia 

L’ultima artista è un caso ammirevole di donna che, non solo fu dedita alla pittura, ma arrivò anche ad aprire una scuola tutta sua. Una scuola destinata a giovani allieve… e allievi. 
Nacque ad Alessandria d’Egitto nel III secolo a.C., e su trasferì poi a Roma. È nella Capitale che inaugurò questa sua attività, dedicandosi all’insegnamento e alle numerose commissioni. Le sue specialità sembra fossero i paesaggi, i ritratti e le scene di genere.  

Emma Sedini 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Emma Sedini

Emma Sedini

Milanese ed etrusca in parti uguali, Emma Sedini è nata a Milano nel febbraio del 2000. Si definisce “artista” per la sua indole creativa e pittorica, ma è laureata in Economia e Management per l’Arte all’Università Bocconi, e tutt’ora frequenta…

Scopri di più