Alla Reggia di Venaria di Torino le cerimonie papali nelle opere di Leonardo e Raffaello

Cerimonie esclusive in cui il pubblico non è ammesso, ma può assistere grazie ai capolavori della storia dell’arte, come quelli in mostra alla Reggia di Venaria di Torino

È una mostra di grande suggestione All’ombra di Leonardo. Arazzi e cerimonie alla corte dei papi, un viaggio all’interno delle tradizioni cattoliche e delle cerimonie papali protagoniste nelle opere di Leonardo e di Raffaello che dal prossimo 21 marzo sarà ospitato nelle Sale delle Arti della Reggia di Venaria fuori Torino, organizzato dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude assieme ai Musei Vaticani.

Ignoto pittore romano Lavanda dei piedi, 1716 olio su tela, 119 × 170 cm Villa Lagarina, Palazzo Libera, Museo Diocesano Tridentino © Trento, Museo Diocesano Tridentino

Ignoto pittore romano Lavanda dei piedi, 1716 olio su tela, 119 × 170 cm Villa Lagarina, Palazzo Libera, Museo Diocesano Tridentino © Trento, Museo Diocesano Tridentino

ALL’OMBRA DI LEONARDO: LA MOSTRA

L’intento dei curatori Alessandra Rodolfo e Andrea Merlotti è quello di entrare nel vivo delle funzioni cattoliche più iconiche, come la Lavanda dei piedi e la Coena Domini. Queste si svolgevano in occasione del Giovedì Santo nel cuore del Palazzo Vaticano in stanze solenni e impreziosite da capolavori firmati dai maestri dell’epoca. Negli arazzi, quadri e incisioni riecheggia una storia millenaria che tra simboli, tradizioni e antichi riti risuona ancora vivida. Tra i capolavori in mostra il prezioso arazzo raffigurante l’Ultima Cena di Leonardo, regalato da Francesco I di Francia come dono di nozze a Caterina de’ Medici ed Enrico di Valois, suggellando il legame franco-clericale che si sarebbe schierato contro l’imperatore Carlo V. Il tessuto di oro e seta – commissionata dallo stesso Francesco I e dalla madre Luisa di Savoia nel 1516 – è contraddistinto da una bordatura contenente i simboli sabaudi, e l’architettura rinascimentale che fa da sfondo rimanda alla corte di Francia. Quando giunse nelle collezioni pontificie, l’arazzo intrecciò la sua storia con un’altra grande opera, ovvero il baldacchino papale disegnato dagli allievi di Raffaello per Clemente VII. A quarant’anni di distanza dalla sua ultima esposizione, l’opera torna ad essere ammirata nella sua manifattura belga, la stessa che venne utilizzata per i celebri arazzi di Raffaello della Cappella Sistina. A loro, si affianca anche il raffinato panno realizzato a Parigi dalla Manifattura dei Gobelins donato da Napoleone a Papa Pio VII, ancora oggi esposto nelle Sale del Carracci del palazzo presidenziale. Ma, quando parliamo di riti e funzioni non parliamo solo di rappresentazioni, ma anche di tutti i preziosi strumenti con i quali si celebravano, come ad esempio la splendida aiguiere (oggi conosciute come brocche) usata da Carlo Felice e Carlo Alberto di Savoia.

Manifattura di Pieter van Aelst (1450 ca   1532_1533), Bruxelles, su cartone della scuola di Raffaello Sanzio, Dossale del baldacchino di Clemente VII Medici, 1525   1530 arazzo

Manifattura di Pieter van Aelst (1450 ca 1532_1533), Bruxelles, su cartone della scuola di Raffaello Sanzio, Dossale del baldacchino di Clemente VII Medici, 1525 1530 arazzo

LA REGGIA DI VENARIA DI TORINO

Il complesso monumentale alle porte del capoluogo piemontese nasce come villino di caccia per volere del duca Carlo Emanuele II di Savoia, e oggi è inserito nella rosa delle residenze sabaude incoronate Patrimonio dell’Umanità. Un gioiello architettonico barocco, firmato da Amedeo di Castellamonte, che si annovera tra i cinque siti culturali più visitati in Italia, complici anche la sua programmazione di mostre e i sui 80 ettari di giardini che circondano l’intera reggia. Boschetti, sentieri e orti accolgono il pubblico e lo guidano tra fontane, templi e grotte dove è possibile incontrare sculture contemporanee, come quelle realizzate appositamente da Giuseppe Penone, o le installazioni di Giovanni Anselmo, Giuseppe Maraniello e Mimmo Paladino.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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