Morta a 95 anni Pinin Brambilla Barcilon, grande restauratrice del Cenacolo di Leonardo

Protagonista del restauro del XX secolo, ha fatto tornare allo splendore L’Ultima Cena, custodita nel monastero presso Santa Maria delle Grazie a Milano. Restaurò anche capolavori dei grandi maestri del passato, Piero della Francesca, Mantegna, Caravaggio, Tiziano, Tiepolo, fino ad arrivare ai contemporanei

È morta a 95 anni a Milano Pinin Brambilla Barcilon (nata a Monza nel 1925), conosciuta nel mondo dell’arte come una delle restauratrici più importanti del XX Secolo. Il suo nome è indissolubilmente legato a Leonardo Da Vinci: attraverso un’impresa ventennale conclusasi nel 1999, è infatti riuscita a salvare dall’incuria del tempo L’ultima Cena di Leonardo, conservata nel monastero del santuario di Santa Maria delle Grazie di Milano, una delle opere più importanti in assoluto del patrimonio artistico della città. Oltre all’opera vinciana, ha condotto numerosi altri restauri sui maggiori capolavori dell’arte italiana, tra cui le pitture di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, gli affreschi di Masolino da Panicale nel Battistero di Castiglione Olona, gli affreschi altomedievali di Oleggio e quelli quattrocenteschi di Palazzo Borromeo a Milano. Ha restaurato, inoltre, opere di Piero della Francesca, il Pollaiolo, Filippino Lippi, Crivelli, Mantegna, Lorenzo Lotto, Gentile Bellini, Bronzino, Caravaggio, Tiziano, Tiepolo, arrivando fino agli artisti moderni e contemporanei (come Lucio Fontana e Man Ray).

Leonardo Da Vinci, Cenacolo (Ultima Cena), 1494-98, tempera grassa su intonaco, Santa Maria della Grazie, Milano

Leonardo Da Vinci, Cenacolo (Ultima Cena), 1494-98, tempera grassa su intonaco, Santa Maria della Grazie, Milano

PININ BRAMBILLA BARCILON E LEONARDO

L’avventura che ha legato la figura della restauratrice lombarda all’opera di Leonardo è raccontata nel libro La mia vita con Leonardo, edito da Mondadori Electa nel 2015. La sfida de L’ultima Cena, commissionata da Ludovico il Moro e databile tra il 1494 e il 1498, consisteva in un problema insito nell’opera fin dagli inizi: grande sperimentatore, Leonardo aveva infatti scelto di decorare la parete del refettorio del convento adiacente alla chiesa utilizzando una tecnica di affresco non compatibile con il luogo, fortemente soggetto a umidità a causa anche della sua posizione confinante con le cucine. Leonardo era convinto che tale variazione tecnica avrebbe potuto restituire un’immagine dai colori fulgidi; dopo un ventennio, invece, l’opera presentava già crepe e parti deteriorate. Pinin Brambilla Barcillon ha affrontato i principali problemi legati alla conservazione e al restauro apportando contributi e metodologie innovative e riuscendo ad arrestare i colori salvandoli dal loro processo di deterioramento; fu costretta, allo stesso tempo, a fare i conti con attacchi e polemiche che accompagnarono il ventennio di lavoro e che la esposero “alle frecce come un san Sebastiano”, commentò l’allora soprintendente Carlo Bertelli, che l’aveva affiancata. Polemiche che alla fine si dissolsero, quando il risultato finale venne celebrato con grandi fasti. La sua riuscita si deve in gran parte all’azienda Olivetti, che sostenne il progetto per quasi tutta la sua durata e per un costo di circa 7 miliardi di lire.

GLI ALTRI INCARICHI DI PININ BRAMBILLA BARCILON

Non mancano nella sua attività importanti incarichi all’estero, come la collaborazione con il Louvre di Parigi o il Museo d’Arte Catalana di Barcellona, o ancora conferenze e seminari presso le principali università e istituti di Cultura (Washington, Chicago, New Delhi, Londra, New York, Toronto, Sidney, Los Angeles, Tokyo, Basilea, Oslo, Stoccolma). Dal 1970 al 1990 ha partecipato come membro attivo al Comitato dell’Icc dell’Icom (Dipinti Contemporanei). Dal 1984 al 1993 è stata membro della Rèunions annuales du groupe peintures murales et mosaiques du Comitè de Conservation dell’Icom al Laboratoire des Monuments Historiques de France à Champs sur Marne. Nel 2011-2012 ha fatto parte del comitato scientifico per il restauro della Sant’Anna di Leonardo del Louvre ed è stata membro del comitato ministeriale per le celebrazioni del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci nel 2019.

L’ULTIMO SALUTO A PININ BRAMBILLA BARCILON

Tante le istituzioni, le associazioni e i professionisti che hanno voluto ricordarla. Come il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, polo di eccellenza per la formazione universitaria dei restauratori nel settore dei beni culturali, da lei fondato nel 2005 e diretto per anni, che su Facebook scrive: “ieri si è spenta Pinin Brambilla Barcilon. Non ci sono molte parole per salutare una figura tanto importante per il nostro Centro, per tutti noi e per l’intero mondo del restauro. Il suo rigore e il suo esempio resteranno un punto di riferimento, che continuerà a vivere nelle nostre scelte e nelle nostre azioni. Ciao Pinin, ci mancherai”. Al commiato si è aggiunto anche lo staff del Cenacolo Vinciano, che sul sito web ufficiale ha dichiarato: “poco dopo avere compiuto 95 anni, ci ha lasciato Pinin Brambilla. Tenacemente attiva fino all’ultimo, è stata autentica protagonista delle trasformazioni di una professione che nel corso del Novecento è mutata dal profondo. Anche da questo punto vista il suo intervento sulla Cena di Leonardo è epocale. Perciò con vero affetto e con gratitudine tutti noi che lavoriamo per il patrimonio della Direzione regionale musei salutiamo l’autentica Signora del Cenacolo”.

-Giulia Ronchi

https://cenacolovinciano.org/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

Scopri di più