Affaire Caravaggio-Sgarbi. La risposta di Giovanni Di Lorenzo

Giovanni Di Lorenzo, Presidente di Dracma Aps – Difesa Recupero Ambiente Cultura Monumenti Archeologia, replica alla dichiarazioni di Sgarbi in merito al sempre più dibattuto prestito del Caravaggio siracusano al MART di Rovereto in occasione della mostra che lo vede protagonista.

La lunga disamina di Sgarbi in risposta al mio articolo apparso su queste pagine crea una nebulosa attorno ai temi trattati. “Incomprensibile polemica si fa riferimento a 350mila euro, che non sono mai stati una promessa al proprietario del dipinto di Caravaggio, il FEC, e neppure alla città”: queste le parole di Sgarbi apparse su Artribune. Perché i lettori di Artribune si facciano una opinione su come stanno le cose, rileggano le parole di Sgarbi e ascoltino dopo cosa dichiara nei filmati qui presentati. Questi video si possono tutti trovare separatamente nella rete. A vederli nella loro interezza, il quadro della faccenda appare ancora più chiaro nella sua sconfortante verità, che testimonia che l’opera di Caravaggio avrebbe potuto essere spostata nella sua sede originaria senza aiuti esterni.

IL DIPINTO DI CARAVAGGIO E LA QUESTIONE DELLA TECA

Dalle dichiarazioni contenute nei video è chiaro a tutti che Sgarbi ha promesso una costosissima teca senza avere la certezza che essa fosse realmente necessaria. L’ha ripetutamente proposta come elemento fondamentale all’interno del suo baratto, insomma uno specchietto per le allodole. Né più, né meno. Adesso, ottenuto il quadro che gli ha permesso di rendere importate il suo progetto, sostiene che poiché la teca non è più necessaria viene meno l’impegno preso. Vi sembra normale? Di cose da fare per valorizzare il quadro ce ne sono tante, la cifra destinata alla teca si può benissimo dirottare altrove, sempre a tutela del dipinto e della chiesa che la dovrà ospitare.

SGARBI E LA PROMESSA DEI 350MILA EURO

È vero che non si tratta di una questione di vil denaro, ma è altrettanto vero che il cosiddetto vil denaro è stato uno strumento brandito come un’ascia per rompere le prime e ultime resistenze sia politiche che civili. Che all’inizio di tutta questa storia Sgarbi avesse dichiarato ai quatto venti e riempito ogni mezzo di comunicazione con la tuonante e mirabolante promessa di 350mila euro stanziati (non si sa bene da chi, MART, Provincia di Trento o vincita al Bingo) non è certo invenzione del sottoscritto, perché gli articoli, i video e tutta la documentazione confermano esattamente quanto detto.
A prestito ottenuto, la somma promessa si è assottigliata sempre più, fino a ridursi al loan fee di 130mila euro, concordato con il FEC, pur in presenza del parere negativo dell’Arcidiocesi di Siracusa, del quale, però, ancora non abbiano testimonianze concrete e certe sull’impiego a favore del dipinto oggetto di prestito.

I DUBBI SULLA MOSTRA A SIRACUSA

In relazione poi alla “strepitosa mostra di capolavori del ‘900 e contemporanei”, che nelle intenzioni di Sgarbi dovrebbe ripagare la città di Siracusa per il prestito del Caravaggio, al momento non ci è dato avere notizie, ma ci poniamo qualche dubbio e interrogativo, già scottati come siamo da questa non proprio piacevole esperienza.
Non sappiamo quali e quante opere il generoso MART vorrà prestare, e non sappiamo soprattutto quali saranno i costi del prestito, e cioè trasporto, assicurazione, comunicazione e necessario allestimento. Certamente non si può pensare che possano essere sostenuti dal Museo Bellomo, già individuato dallo Sgarbi come destinatario finale della mostra. Tantomeno possono essere sostenuti dal Comune, che, oltre a ritrovarsi in ristrettezze finanziare, è stato bollato malamente dallo stesso, come non collaborativo e in ultima analisi non meritorio di questa mostra. Sarà allora l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali a sostenere i costi della mostra, costi che approssimativamente e secondo stime effettuate su semplici medie e statistiche ammontano a circa 120mila euro? C’è da sperare non sia così e che i costi siano interamente sostenuti dal MART, in aggiunta ai 350mila promessi da Sgarbi. Diversamente il nostro criticopoliticopresidente avrebbe ottenuto una ulteriore operazione promozionale a costo zero per il MART e ad alto costo per i siciliani. Su questo ultimo punto sarei felice di essere smentito e di prendere atto che la mostra a Siracusa, promessa a sostegno di quanti in città lo hanno appoggiato, sia a totale carico del MART e, soprattutto, a ingresso gratuito. C’è da sperare cioè che non si tratti dell’ennesima mostra affidata alla coppia Sgarbi-Filippini, che già in Sicilia è stata protagonista di altre esposizioni in spazi pubblici con biglietto d’ingresso, una delle quali, tristemente nota, Ciclopica, fu chiusa al pubblico dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri perché presentava delle opere meritevoli di approfondimento in tema di originalità (l’indagine è ancora in corso). A essere più chiari, se la Regione desse un solo euro per la realizzazione di questa mostra sarebbe un ulteriore schiaffo alla città, eticamente riprovevole. Aspettiamo di riparlarne a mostra fatta.

‒ Giovanni Di Lorenzo

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Giovanni Di Lorenzo

Giovanni Di Lorenzo

Giovanni Di Lorenzo è presidente di DRACMA APS – Difesa Recupero Ambiente Cultura Monumenti Archeologia, Associazione di Promozione Sociale regolarmente iscritta al Registro del Terzo Settore.

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