La scomparsa di Bianca Attolico: un ricordo personale di Alessandra Mammì

Collezionista, appassionata d’arte, spirito libero. Bianca Attolico era tutto questo, una donna che sapeva sempre dire la verità, nel bene e nel male. Ce la racconta, per com’era, la giornalista Alessandra Mammì.

Ci mancherà Bianca Attolico. A noi romani, sicuramente molto. I modi burberi, impositivi, le domande scomode, le prepotenze, le battute urticanti che per un attimo ti irritavano e l’attimo dopo ti costringevano a ridere. Aveva un difetto: diceva quello che pensava. Aveva una virtù: diceva quello che pensava. E ultimamente pensava che il mondo dell’arte stava cannibalizzando se stesso e che il circo finanziario di fiere e di aste uccideva quello spiritaccio che le aveva fatto costruire una collezione sui generis. Giovani artisti accanto ai bei dipinti di scuola romana ereditati dal padre (anche lui collezionista). Avanguardia storica celebrata accanto a artisti che erano stati dimenticati e solo ora rivalutati da un mercato onnivoro. Una collezione libera come lei, tutta appesa fitta fitta ai muri di casa. Tutti da Bianca al venerdì sera. Tanti appuntamenti per l’artworld romano, ecco chiccera al Macro a salutare la Attolico… dove invitava critici, curatori direttori di musei per nutrirli bene con cibo di sana tradizione e poi costringerli a indovinare. “Dì un po’ di chi è quell’opera? E questa la riconosci?”. Alla fine del giro Bianca dava pure i voti…

UNO SPIRITO LIBERO

Bianca… che non perdeva un’inaugurazione anche se faticava a camminare, né l ‘occasione di commentare a voce alta, seduta come sempre in prima fila, approvando e disapprovando i relatori di una conferenza, la presentazione di un libro o un pubblico dibattito. Denudava tutti e tutto. E non diceva sciocchezze. O perlomeno non me le ricordo. Mi ha odiato per un periodo e mi trattava male: non ho mai saputo il perché. Poi all’improvviso mi ha amato, mi sorrideva, mi prendeva affettuosamente sottobraccio: non ho mai saputo il perché.

FIGLIA DI UNA CULTURA ANTICA

Mi piaceva la sua irruenza che ricordava quella delle vere romane. Popolari e borghesi allo stesso tempo. Figlie di una cultura antica, curiose del futuro ma rese disincantate dal peso di un troppo grande passato. Mi mancherà. Ci mancherà. Con lei scompare quella figura di collezionista appassionato che ama gli artisti più dei galleristi, che affronta il rischio di comprare giovani e esordienti e sfinisce i mercanti chiedendo (e ottenendo) sconti impossibili in cambio del rischio di impresa. Ci mancherà quel suo salotto borghese, pieno di libri, belle opere e piatti di ottima porcellana che servono fagioli con le cotiche. Ci mancherà Bianca in questa noia che lei sapeva spezzare non appena arrivava e a voce alta diceva qualcosa che tutti avevano pensato e nessuno, prima, aveva avuto il coraggio di dire…

-Alessandra Mammì

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