Tutti i misteri di Leonardo da Vinci: dal Salvator Mundi al Machiavelli ritrovato in Francia

Nell’anno leonardiano, dopo l’incertezza relativa al Salvator Mundi si moltiplicano i casi di verifica di attribuzione come avvenuto in Francia. Il Castello di Rivoli trasforma tutto questo in un progetto curatoriale

L’anno di Leonardo da Vinci, nel cinquecentesimo anniversario dalla morte, sta per volgere al termine. Non si può dire lo stesso dell’aurea di mistero che aleggia intorno alla sua figura. È di pochi giorni fa, infatti, la notizia di una richiesta di accertamenti dell’attribuzione di un dipinto che parrebbe realizzato proprio dal maestro rinascimentale. Si tratta di un ritratto di Niccolò Machiavelli che si trova nella collezione del Castello di Valencay, nella valle della Loira: il quadro, che rappresenta un gentiluomo, calvo e con la barba, dall’età incerta, è stato ritrovato la scorsa primavera, ma solo ora trapela la notizia che negli archivi dell’antica dimora storica che fu del Principe Talleyrand, è comparso un documento del 1874 che menziona effettivamente la presenza di un misterioso ritratto di Machiavelli realizzato da Leonardo.

IL GIALLO DEL SALVATOR MUNDI

Un giallo che va ad aggiungersi al ben più clamoroso caso del Salvator Mundi, attribuito, non all’unanimità, a Leonardo da Vinci, e venduto nel novembre del 2017 da Christie’s al costo di 450,3 milioni di dollari inclusi i diritti d’asta, passando così alla storia come l’opera d’arte più costosa acquistata da un privato. L’acquirente è stato il Dipartimento di Cultura e Turismo di Abu Dhabi al cui museo del Louvre era destinata e dove ancora oggi è attesa senza essere mai arrivata: lo scorso 24 ottobre si è, infatti, aperta la mostra parigina con un Salvator Mundi realizzato, però, da un suo allievo. Una delle tante versioni di una serie di tavole con la ieratica figura di Cristo benedicente che include anche quella considerata dalla critica la più prossima all’ “originale”: è di proprietà del Fondo Edifici di Culto, del Ministero dell’Interno e si trova a Napoli nella chiesa di San Domenico Maggiore. Ora, un progetto curatoriale della direttrice del Castello di Rivoli Carolyn Christov-Bakargiev riflette su queste dinamiche, presentando una possibile ulteriore versione del Salvator Mundi leonardiano all’interno della mostra D’après Leonardo che, prorogata fino al 5 gennaio 2020, ha finora presentato al pubblico capolavori della Collezione Cerruti, parte delle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.

L’OPERA A RIVOLI

La scelta di esporre la terza opera pittorica, un dipinto che rende ancora più appassionante il giallo del Salvator Mundi, emerge da una riflessione sulla problematica della ricezione critica e di mercato che vive Leonardo da Vinci nella nostra epoca digitale”, spiega Bakargiev, “caratterizzata da una celebrazione della cultura scientifica piuttosto che umanistica, da una diffusione accelerata di informazioni, dalla difficoltà di accertare l’autenticità delle opere e da un’attenzione sempre più concentrata sulle figure canoniche della storia dell’arte, quale è Leonardo da Vinci”. L’opera va a sostituire il dipinto Madonna col Bambino (c. 1516) dell’allievo di Leonardo, Marco d’Oggiono, che sarà visibile al pubblico sino al 3 novembre prossimo, per poi essere presentata al Museo Poldi Pezzoli di Milano in occasione della mostra Leonardo e la Madonna Litta (7 novembre 2019 – 10 febbraio 2020).

– Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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