L’inverno nell’arte. Paesaggi, allegorie e vita quotidiana

Si tratta delle opere dell’artista brasiliana Marina Rheingantz, presentata questo inverno Fondazione ICA insieme alla mostra parallela di Anastasia Sosunova. Il suo lavoro non si limita ai dipinti, ma si espande, trasformandosi anche in enormi e coloratissimi arazzi

Tasselli di paesaggio e folklore industriale contemporaneo. Questa la sintesi delle due mostre che uniscono le voci, una dal Brasile e una dalla Lituania, presentate nelle nuove mostre invernali di Fondazione ICA di Milano. Una coppia di progetti al femminile, che vedono protagoniste Marina Rheingantz (Araraquara, São Paulo), e Anastasia Sosunova (Lituania, 1993): due interessanti artiste dalla ricerca personalissima, che si intreccia con le loro vicende biografiche e con la storia dei rispettivi territori di appartenenza. La prima accompagna il pubblico alla scoperta delle sue maestose opere – grandi tele di vari formati e pannelli a jacquard che ricoprono intere pareti – per due piani della Fondazione; alla seconda è dedicata la Project Room, con un piccolo ma eloquente assaggio della sua produzione. Due mostre da non perdere se ci si trova nel quartiere più in fibrillazione per il prossimo inizio dei Giochi Olimpici Invernali 2026. 

Marina Rheingantz tra pittura e tessitura 

L’artista brasiliana Marina Rheingantz si muove tra pittura e tessitura. Tra grandi tele astratte che racchiudono i ricordi nostalgici di paesaggi tropicali – sempre più ridotti e minacciati dall’attività umana – e pannelli a jacquard che prendono la forma ora di arazzi contemporanei, ora di tappezzerie che corrono dalla cima al fondo delle pareti. Una ricerca, la sua, che unisce sensibilità ambientale e arte tradizionale combinandole in una palette di colori singolare: terrea in gran parte, in memoria dei paesaggi brasiliani oggi ricoperti da distese aride causate dalle colture intensive. Di tanto in tanto, però, tocchi di colore brillanti riemergono in superficie, simboleggiando quei piccoli tratti di natura ancora viva e incontaminata. A caratterizzare la pratica di Rheingantz è anche la declinazione tessile delle sue composizioni ambientali. Da oltre dieci anni l’artista affianca alla pittura la tessitura di trame di jacquard, in una fedele analogia espressiva che rafforza l’espressione delle sue convinzioni. I grandi pannelli di stoffa, dunque, ricamati con tocchi di colore al pari delle gocce materiche stese sulle superfici dei dipinti, raccontano analoghe storie di una natura che si dirada sempre più, pur conservando sprazzi di vitalità e fioritura.  

I paesaggi di Marina Rheingantz alla Fondazione Ica a Milano 

Il pianterreno di Fondazione ICA accoglie il pubblico aprendo una serie di finestre di colore sul paesaggio immaginato da Marina Rheingantz. Le sue pitture – con un’incursione di arazzo – di esito vicino all’Impressionismo astratto, raccontano la sua geografia personale, fatta di distese inaridite e natura offuscata dall’attività umana. Tuttavia, in ogni tela non manca di sbocciare la speranza. Le cromie brune di sfondo sono continuamente interrotte da macchie e frammenti di colore brillante. Sono i respiri della natura che, come le erbe sul selciato, riescono a riemergere dagli interstizi della pietra. Speranze in forma di pastose pennellate a olio, che richiamano i pochi residui di savana delle sue terre ancora in vita.   

Salendo al primo piano l’immersione nell’arte dell’artista è ancora più intensa e profonda. Qui i suoi motivi invadono ogni centimetro di parete delle stanze. Ogni piccolo ambiente è un viaggio a sé e uno stimolo emotivo differente. Il setting della Fondazione completa armonicamente le opere: le trame di colore – vicine al manto degli animali esotici – si rispecchiano nei segni e nelle macchie industriali del pavimento grezzo.  

Anastasasia Sosunova nella Project Room della Fondazione ICA 

In parallelo, Anastasia Sosunova offre una summa variegata della sua poetica segnata dalle rivoluzioni industriali del suo Paese, con installazioni multimediali e multimateriche. In apparenza, sembra di trovarsi davanti a ready-made semplici e poco strutturati. Si tratta in realtà di stratificazioni complesse di significati, giocate con tono ironico attraverso piccole scritte e materiali particolari. Opere che intrecciano arte, sociologia ed etnografia, rielaborando oggetti tratti dal mondo dell’industria lituana.

A light bulb and a chestnut e A sock, ad easempio, sono il prodotto dell’assemblaggio di elementi diversi raccolti nel corso degli anni e che testimoniano eventi politici del passato o di credenze connesse con la storia. A completare la piccola selezione il video Xover (2025) riporta immagini del resort Harmony Park SPA e della catena di ferramenta lituana Senukai, con suoni e voci registrate si alternano a comporre un paesaggio visivo tra realtà e immaginazione.  

Emma Sedini 

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. Dopo la Laurea Magistrale in Economica and Management for Arts, Culture, Media and Communication all'università Luigi Bocconi di Milano e un corso professionale in Digital Marketing…

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