Una sinfonia di umanità e natura. Ecco com’è la Biennale di Moss in Norvegia

Torna con la sua 13esima edizione la manifestazione artistica biennale della città costiera di Moss, non lontana da Oslo. Il tema di quest’anno, scelto dal curatore Morten Søndergaard, è “Between/Worlds: Resonant Ecologies”

In programma dal 14 giugno al 12 ottobre 2025, la 13esima edizione di MOMENTUM è uno straordinario viaggio tra paesaggi sonori e narrazioni, superando i confini tra il mondo umano e quello non umano. Curata da Morten Søndergaard, Between/Worlds: Resonant Ecologies si compone di circa 40 progetti, tra installazioni, performance, opere site-specific, concerti e workshop, diffusi su cinque differenti sedi: la città post-industriale di Moss, le foreste di Alby, il fiordo di Oslo, l’isola vulcanica di Jeløy e gli edifici storici e la Galleri F 15. 

Morten Søndergaard, curatore di MOMENTUM 13. Photo Morten Søndergaard
Morten Søndergaard, curatore di MOMENTUM 13. Photo Morten Søndergaard

Biennale di Moss. Un percorso sensoriale e concettuale 

La Biennale è suddivisa in cinque grandi sezioni, legate alla sensorialità e alla sfera emotiva. La sezione d’apertura, Thresholds of Perception, è dedicata al riorientamento della consapevolezza sensoriale, sintonizzando la percezione su sottili vibrazioni, risonanze e frequenze di comunicazione tra entità umane, non umane e inorganiche. La zona funge da portale percettivo, preparando i visitatori a nuove modalità di ascolto e coinvolgimento ecologico, nel prosieguo del percorso. La seconda sezione, Cross-Species Dialogues evidenzia i confini porosi dei mondi ecologici, consentendo un più profondo senso di empatia e comprensione relazionale delle forme di vita interconnesse, siano esse umane, animali o vegetali; suoni, immagini e presenze materiali si mescolano, enfatizzando gli scambi e i compromessi territoriali fra specie diverse. Proseguendo nel percorso, si interagisce con gli organismi minerali e sintetici, che sono comunque parte delle reti ecologiche del pianeta: Inorganic Resonances è un viaggio alla scoperta del ruolo attivo di materiali e sostanze apparentemente inerti – minerali, acqua, aria, infrastrutture tecnologiche – che permette ai visitatori di sperimentano questi attori inorganici come presenze vibranti e risonanti, rimodellando la percezione dell’agire al di là del vivente. Nella sezione Transitional Ecologies si sperimentano spazi ecologici fluidi e mutevoli, caratterizzati da processi di trasformazione, decadimento, rigenerazione e ibridazione, raffigurando le reti ecologiche come intrinsecamente instabili, adattabili e generative. Infine, Resonant Assemblages, integra i suoni di ambienti diversi in composizioni complesse, incarnando l’interconnessione ecologica in tutta la sua complessità, sottolineando l’interdipendenza tra i diversi soggetti dell’ecosistema. 

Il ruolo primario del suono alla Biennale di Moss 

Ascoltare è prima di tutto un atto etico, un modo di “rallentare”, di aprirci e ascoltare con tutto il corpo, non soltanto con le orecchie, non necessariamente per trovare la “risposta giusta”, ma principalmente per creare relazioni, per entrare in sintonia con ciò che ci circonda. E la Biennale ha nel suono uno dei suoi elementi e concetti cardine, perché i vari ecosistemi all’interno e all’esterno di essa – la cittadina di Moss, la foresta, la costa, i terreni agricoli, galleria – diventano un mosaico di ecologie risonanti, di cui gli artisti sottolineano le interazioni, le vibrazioni sonore e le sottili interdipendenze. Il suono è un elemento cruciale per molte delle opere d’arte esposte: attraversa i muri, scorre nell’acqua, si infiltra nei media, risuona nei tessuti viventi, vibra nell’atmosfera e offre una metafora particolarmente appropriata (e un canale letterale) per la comunicazione orizzontale. Il suono può spingerci verso l’empatia tra specie diverse o riorientarci a prestare attenzione alle “voci” del vento e della pietra, e persino agli impulsi elettrici nascosti nelle reti digitali. 

I progetti più significativi della Biennale di Moss  

L’installazione Alby Critters, di HC Gilje, è un ecosistema artificiale di altoparlanti, con suoni che imitano la natura, stimolando riflessioni sul nostro rapporto con l’ambiente. L’opera si pone come un intervento sperimentale, immettendo elementi digitali e materiali in un’intricata interazione tra entità viventi e non viventi. Gli Alby Critters evocano una zona liminale in cui convergono il digitale, l’organico, il vivente e il non vivente, invitando a un riorientamento orizzontale che accresce la nostra consapevolezza della foresta come un regno interconnesso di reminiscenze e trasformazioni. Arendse Krabbe ha invece ideato We are all fish, un’installazione sonora in forma di dittico (distanziata ma interconnessa), divisa fra un serbatoio di drenaggio delle acque piovane e il bagno di un bar. L’artista riflette sul ciclo dell’acqua, su come questa circola sulla Terra e nel corpo umano, e come le attività umane riversino purtroppo in mari e fiumi, tonnellate giornaliere di acqua inquinata. Per l’opera Attractor, Louise Mackenzie utilizza microfoni parabolici progettati su misura per raccogliere i suoni degli insetti nella Galleria F 15, trasmettendoli via radio alla chiesa di Moss. Il pubblico è invitato a riflettere sul rapporto con l’ambiente; l’opera mette alla prova la nostra convivenza fra specie diverse, suggerendo nuovi modi di condividere gli ambienti anche con quelle meno visibili come gli insetti. Mentre Moss si trasforma da polo industriale a città culturale, Attractor pone le seguenti domande: come possiamo colmare il divario tra umani e non umani e approfondire la nostra comprensione delle comunità multispecie? Come può il suono influenzare la nostra percezione della natura? Segnali e stimoli interessanti che giungono dalla comunità artistica (che ha trovato a Moss un dinamico “laboratorio”), nell’ottica di un’azione più efficace per la salvaguardia della natura. 

Niccolò Lucarelli 

Moss, Norvegia // fino al 12 ottobre 2025
MOMENTUM 13

 
Libri consigliati: 

(Grazie all’affiliazione Amazon riconosce una piccola percentuale ad Artribune sui vostri acquisti) 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

Scopri di più